venerdì 26 dicembre 2008

La sindrome del giorno dopo.

Sinterklaas (come lo chiamano in olanda e di cui ho qui fatto un ritratto disneyano) è ripartito lasciando il solito mucchio di carta da regali da buttare, antiecologica, antieconomica ma tanto festosa. Così lucida, colorata, dorata e piena piena di luccichini che non la si può nemmeno usare per accendere il camino, farebbe un fumone denso da attossicare mezza padrice.
I pacchi disfatti, i nastri stropicciati, gli avanzi del banchetto natalizio, tutto concorre a far sorgere la malinconia del giorno dopo, anche se non ai pericolosi livelli del "day after" S.Silvestro.
Il capodanno o primo dell'anno è una giornata nefasta, ancor oggi, benchè da tempo immemore io non sia più dedita a cenoni nè veglioni fino all'alba, mi ritrovo sempre a bere un brodino in cucina, col cerchio alla testa, mentre la TV trasmette quell'odioso valzer di Strauss in diretta da Vienna, e il cane ulula e guaisce tremante per l'ultimo botto che qualche indomito continua a far espoldere di fuori. Il primo dì dell'anno inizia così, associato a nausea ed emicrania da poco sonno e digestione pesante da accumulo, e si trascina per un lungo tedioso pomeriggio tra poltrona e divano.
Inoltre c'è il solito bilancio consuntivo dell'anno passato e il poco credibile piano correttivo per l'anno a venire, che la tua coscienza fa quasi a tua insaputa: 1) dieta, ma prima c'è da finire la provvista festiva di cibi prelibati di cui ho zeppo il frigo, 2) tanta cyclette, che ora è in cantina per far posto all'albero di natale 3) niente più dolci e cioccolatini...proprio adesso che ne ho la dispensa piena grazie agli originali regali dei solleciti amici 4) letture impegnate per tenere in esercizio quei pochi neuroni rimasti, ma prima devo finire i gialli appena comprati 5) riordino teutonico della cantina ed eliminazione globale della paccottiglia scampata ai traslochi, ma bisogna trovare il momento buono, scevro da tristi rimembranze autocommiserevoli.
E quest'anno c'è pure il ritorno dell'incubo dei compiti a casa. Il prof. d'inglese ci ha dato gli esercizi per le vacanze e mi sa che li farò la sera dell'epifania...E' bello però accorgersi che da 50 anni a questa parte non è cambiato poi molto nella mia vita...

sabato 20 dicembre 2008

Buon natale.


Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di disquisizioni acide e rancorose sui fatti del giorno, su corrotti e corruttori, suvvia cerchiamo di dimenticare, è natale!
Parliamo del Menù delle feste, si lo so, la dieta, ma si comincia il 1° gennaio no? Chi comincia il 24 dicembre?? Ho già deciso cosa servire come antipasti, e anche sul secondo: mi lancerò su un arrosto di fesa di tacchino farcito con castagne e speck di mia invenzione. Invece sono ancora molto indecisa sul primo piatto, nel senso che quasi sicuramente farò un buon brodo misto di cappone e manzo, che lascerò in frigo tutta la notte all'uopo di sgrassarlo accuratamente, ma il dilemma è cosa metterci dentro. Cappelletti comprati o fatti da me? La tentazione di farli è grande, la preparazione di questo piatto della tradizione mi riempie di ricordi e nostalgia. Era una festa straordinaria per me quando mia mamma nel pomeriggio della vigilia preparava questi cappelletti con ripieno di carne, metà lombo di maiale, metà vitello, rosolata con alloro e salvia, un goccio di marsala e poi macinata finemente e amalgamata con uovo, parmigiano, noce moscata. Io guardavo la mamma che stendeva la pasta col matterello, seduta col naso all'altezza della tavola di legno, e aspettavo con impazienza il via per dare il mio prezioso contributo, consistente nell'assaggio del ripieno per stabilire se era giusto di sale, intervento necessario perchè la vigilia di natale l'osservanza di non mangiare carne era strettissima, quindi solo una bambina poteva assaggiare ancorchè una quantità minima del ricco ripieno. Poi se mi lavavo le mani e mi comportavo bene, mi era anche concesso di chiudere i cappelletti col la loro gustosa pallina di farcia al centro.
Inoltre c'era la preparazione della insalata russa, immancabile appuntamento natalizio, dacchè mi ricordo.
Anche quest'anno la preparerò così, secondo la ricetta materna, come faccio ogni anno.
Vi sono tantissime ricette anche online, con varianti infinite, con verdure di molti tipi o con tonno, o uova sode. Riporto la ricetta di mia mamma che è semplice e gustosa, e che ha avuto sempre molto successo in famiglia, il cui segreto è schiacciare le patate invece che farle a tocchetti, e condire con una maionese fatta a mano con uova freschissime.
INSALATA Russa di nonna Ada
Dosi per 8 persone (o anche per più se non ci si ingozza, trattandosi di antipasto)
4-5 grosse patate
4 grosse carote
Una scatola di pisellini superfini o pari quantità di piselli freschi lessati
Un vasetto medio di cetriolini e cipolline sottaceto, se non vi piace il troppo acetato usate quelli in agrodolce.
Maionese preparata con 2 uova e metà olio di oliva e semi e succo di 1 limone
Preparazione.
Sbucciare patate e carote e lessarle in acqua salata. Scolarle e schiacciarle bene amalgamando con i sottaceti tagliuzzati finemente, i piselli scolati, 3-4 cucchiai di maionese, eventualmente aggiungere un po' di sale, olio e aceto, secondo il gusto.
Accomodare su un piatto di portata, dando una forma tondeggiante un po' a cupola, coprire con la restante maionese e decorare con sottaceti, olive, rondelle di carota lessa.

lunedì 15 dicembre 2008

Tanto RU(more) 486 per nulla.


Perche' l'Italia è in ritardo di 20 anni rispetto alla Francia e all'Inghilterra e 10 rispetto agli altri paesi europei e agli Stati Uniti, nell'approvazione sull'uso della pillola abortiva RU486? Non certo per i rischi per la salute dato che i rischi sarebbero cinque volte meno, ad esempio, del viagra. (Detto per inciso effetto collaterale che non vien solo per nuocere). A dirlo e' Silvio Viale , ginecologo e 'padre' della pillola abortiva. E quindi? Ecco che la pesante ingerenza della chiesa interferisce con la vita anche dei non credenti o diversamente-credenti, e ostacola la messa in atto della legge 196, pur ancora in vigore, se non con atti invasivi e punitivi per la rea donna. Non c'è da meravigliarsi dato che anche la "pillola del giorno dopo" che NON è assolutamente abortiva non è certo prescrivibile con facilità. E poi non venitemi a dire che siamo liberi e democratici. Qualcuno più illustre di me come Umberto Eco ne ha dato questa definizione molto sensata 1) Democrazia non significa che la maggioranza ha ragione. Significa che la maggioranza ha il diritto di governare 2) Democrazia non significa pertanto che la minoranza ha torto. Significa che, mentre rispetta il governo della maggioranza, essa si esprime a voce alta ogni volta che pensa che la maggioranza abbia torto (o addirittura faccia cose contrarie alla legge, alla morale e ai principi stessi della democrazia), e deve farlo sempre e con la massima energia perché questo è il mandato che ha ricevuto dai cittadini. Quando la maggioranza sostiene di aver sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia.

Ipse dixit, e trovo sagge queste parole. Quindi continuo a dire la mia, perchè mi considero particolarmente democratica avendo nel '73 votato pro-divorzio, benchè non volessi certo divorziare alla vigilia del mio matrimonio. E per fortuna non ne ho avuto bisogno. Poi ho votato pro-aborto, anche se forse non avrei avuto il coraggio di ricorrervi in caso di triste necessità, ho votato pro fecondazione assistita pur essendo ormai fuori tempo massimo per interessarmi di tali problemi. Sono favorevole, o meglio tollerante nei confronti di gay, di coppie irregolari, e al fatto che i musulmani preghino come vogliono. Non sono cattolica, ma non cambierei le mie posizioni neanche se lo fossi, perchè convinta che uno stato laico e democratico deve tutelare i diritti di tutti, ovviamente nel rispetto dell'altrui diritto, senza infrangere leggi, benchè con un ideale etico universale.
Qui potrebbe cascare l'asino, qualcuno infatti potrebbe obiettare che chi altro, se non la chiesa, può definire i dettami etici GIUSTI. Ebbene non è così, la chiesa può dettare i dogmi e le regole morali ai suoi seguaci, ma non può assumersi il ruolo di verità etica assoluta, ci sono filosofie e religioni con pari dignità e come si fa a stabilire qual'è la più vera? Nemmeno più le alte gerarchie ecclesiastiche oggi osano ribadire questo concetto.
Perciò è assurdo che tutto lo stato italico di destra o sinistra sia genuflesso al volere della chiesa, e costringa tutti a seguire con la forza i suoi dictat. Di cosa ci meravigliamo quindi, perchè tanto rumore sul caso Englaro e sulle pillole?

lunedì 8 dicembre 2008

Collane a colazione (da Tiffany).


Settimana veramente faticosa da superare, per fortuna è lunedì, pur se festivo, si festeggia l'Immacolata Concezione, festa particolare un po' oscura, di cui ho già parlato e mi domando se per caso, sarebbe festeggiabile anche un "peccato senza concezione" mah? Invece la settimana di cronaca e fatti politici è costellato da notizie arricciabudelle quali: I vescovi protestano e subito viene revocato il taglio ai finanziamenti per le scuole cattoliche (confrontare con: migliaia di docenti e studenti protestano..e non ottengono un accidente per le scuole pubbliche).
Poi anche a sinistra son state trovate questioni morali, vedi? Dice il Berlusca, non siamo mica solo noi delinquenti, anche loro si difendono.
Notiziola passata inosservata o quasi, il Berlusca a Pescara fa' shopping per dare il buon esempio e compra collane di corallo rosa per le deputate. Le sue dichiarazioni: noi abbiamo preso provvedimenti per contenere la crisi (social card, bonus, tagli alle tasse dei ricchi...) ora tocca ai cittadini far qualcosa, che diamine, datevi un po' da fare anche voi, no? Che stupide scuse la cassa integrazione, il posto precario a rischio? Sciocchezze! Un po' di ottimismo che diamine, bisogna far ripartite i consumi, guardate me, dopo una performance di salita su scaletta e jogging, faccio compere per i regali di natale.
Son troppo giovane per ricordarmene, ma la corsetta fra le guardie del corpo, il "cucù" con la Merckel et similia mi ricordano i teatrini di Mussolini, che faceva il muratore e gli esercizi ginnici a torso nudo e saltava il cerchio di fuoco. Questo "populismo" a buon mercato, questa finta cordialità e forzata simpatia ad ogni costo, mi fa rabbia soprattutto per chi ci casca. E mi domando, ma chi può cascarci? Invece ci cascano eccome, in tanti, sono depressa se valuto la sconfinata stupidità umana. Mi figuro di essere l'operaio cassa integrato, con una carrettata di figli concepiti per non far peccato, candidati al maestro unico, senza chanche di andare nella scuola privata se son somari, e mentre mangio pane e cicoria davanti alla TV, beneficio degli spettacolini berlusconiani che compra gioielli, e mi prende per il culo perchè io non lo posso (o voglio) fare. E ridendo a crepapelle, mi gonfio d'orgoglio perchè Luxuria ha vinto il grande fratello, sky è un bene di lusso e non me lo posso permettere, ma con il bonus forse potrei comprare una collana alla mia consorte, why not? Sarà per quello che noi italiani non abbiamo fatto la Revolution Francaise, non ci cale niente delle brioche di M. Antonietta.

mercoledì 3 dicembre 2008

Blue sky.


Oggi è sereno. Così mi sono alzata presto per andare a raccogliere nell'orto alcune foglie semicongelate di radicchio. E poi posso studiare un po' di inglese: Today sky is blue, isn't it? E sarebbe più blu se non avessi letto il giornale, leggendolo I feel blue. Berlusconi afferma " Su sky vado avanti" Anche se ieri aveva detto: "Se la sinistra chiede, difendendo i ricchi e i consumi non necessari pur di andare contro di noi tirando addirittura in ballo il conflitto di interessi, io non ho nulla in contrario." Aveva predetto che la sinistra avrebbe perso la faccia, e poi con la sua solita faccia tosta oggi ha ritrattato, e ha lanciato strali sulla sinistra che deve andare a casa. E poi aggiunge che: "Politici e direttori di giornali come La Stampa e il Corriere dovrebbero tutti cambiare mestiere, andarsene a casa". Mi domando come si fa ad accettare discorsi del genere. Tutti a casa e solo LUI a decidere cosa dobbiamo o non dobbiamo vedere. Tra un po' metterà una tassa anche su internet e oscurerà i blogs che parlano male di lui. Mi sento tanto carbonara.
Vorrei porre l'accento su SKY definito bene di consumo non necessario e per ricchi, alla stregua degli orologi Rolex, gli yacht e degli abiti firmati. Certo è vero non metterei sky sui beni acquistabili con la social card, e per essere sincera 4 euro in più al mese non mi cambieranno la vita, anzi a questo punto anche se il canone sky aumentasse di 50 euro al mese, me lo terrei lo stesso! A costo di magiare solo pane e cicoria, che poi mi farebbe bene, la libertà non ha prezzo! Alla faccia di quanto ho affermato su un mio precedente post (Piagnistei all'ora di cena). Potrò fare anch'io marcia indietro, no?
Da notare che Sky non si può certo definire radio-kabul. Non piace mica solo ai sinistrorsi, ad esempio una vecchietta disabile come me, che non esce mai di sera, che non va nè al cinema nè a teatro, che non sa e non vuole piratare i film su internet, e non ha negozi di videonoleggi a meno di 10 km, come diavolo deve passare le serate secondo il premier? Guardando le isole dei famosi, Fede, Vespa, le veline che sculettano, oppure abbonarsi alla sue pay-TV, e così lui ci guadagna. E poi non dite di lui povero innocente, che si tratta di conflitto di interesse, no, no! E' una balla della sinistra, anzi era Prodi che aveva pensato di aumentare l'Iva delle pay TV, ma non l'ha fatto chissà perchè. Memoria corta, infatti non ci ricordiamo già più che l'agevolazione dell'IVA al 10% invece che 20% era una norma del lontano 1995, quando sky non esisteva, c'erano Stream e Tele+, e quest'ultima di chi era, indovinate un po'? se volete sapere di tutto e di più, leggete Berlu-sky: la vera storia.
Il punto è che ora, in periodo di crisi, da qualche parte i soldi bisogna pure racimolarli. E farlo sui beni di non stretta necessità potrebbe essere anche una mossa di alto valore sociale, quasi di sinistra, per tutelare i più poveri. Stranamente però riesco a vedere mosse economiche che tutelano solo gli "evasori", tale è la norma retroattiva che abolisce la possibilità di scaricare dalle tasse i costi delle opere per il risparmio energetico. Non è certo una mossa che va nella direzione ecologica degli altri paesi europei, e l'unico risultato sicuro che otterrà, sarà che nessuno più sarà interessato a pagare in regola gli artigiani e gli imprenditori, senza evadere l'IVA. Infatti al solito ricatto del falegname che vi rifà i serramenti, e vi chiede se preferite pagare 5000 euro in nero o 6000 con fattura che poi NON si può più scaricare, cosa rispondete? Io sono carbonara si, ma mica un martire.

domenica 30 novembre 2008

Prima domenica di Avvento.


Oggi è la prima domenica di Avvento
cioè il periodo della liturgia cristiana e cattolica che precede il Natale. Ho costruito questa corona di rami di pino, dove sono collocate in cerchio 4 candele, che vanno accese una ad ogni domenica fino a Natale. Sono molto legata alle tradizioni di Natale e Pasqua, benchè ormai non più nè credente nè praticante. Questo mio attaccamento è secondo alcuni ipocrita e non coerente, e anni fa ho avuto una accesa discussione con mia figlia perchè volevo fare il presepe, apoteosi della tradizione natalizia cattolica, e quindi non in linea con il mio attuale modo di comportarmi. Debbo fare un esame introspettivo per chiarirmi, e difendermi dalle accuse di ipocrisia, un sentimento negativo da cui mi sento esente. Per trovare la radice del mio rispetto a certe tradizioni, devo cercare nel rimpianto degli anni di infanzia, quando mio padre (molto osservante) preparava con estrema cura un presepe favoloso, con luci e suoni, e benchè con mezzi molto poveri e ristretti riusciva a creare dei piccoli capolavori. Una volta smontò un ombrello, con grande disappunto di mia madre, per utilizzarne le stecche metalliche e costruire una volta del cielo stellato, quanto più suggestiva possibile. Dopo la sua morte, avevo solo 14 anni, ho cercato di perpetuare quel rito che in un certo senso mi faceva sentire viva una continuità di affetti.
Ultimamente ammetto di essermi lasciata prendere la mano da una frenesia consumistica di addobbi, luci, festoni et similia, e quindi di aver trasformato il tutto in una tradizione folkloristica. Però sempre ligia alle regole di base, perchè se lo chiamiamo Natale, allora tantè fare le cose per bene, ricordando cosa esattamente significa. Altrimenti festeggiamolo semplicemente come il festival dei babbi disneiani, magari quelli orrendi appesi ai balconi in voga da qualche anno, così diventa uno dei tanti modi per spendere, mangiare e divertirsi nel segno delle varie celebrazioni importate, halloween-style, o feste del papà, della mamma, o dei fidanzati. Ovviamente niente vieterebbe di trasformare le festività cattoliche in altrettante feste laiche, di solstizio di inverno, primavera, estate e autunno, e lì infatti vanno ricercate le radici di queste tradizioni, ma ormai è d'abitudine per noi occidentali ortodossi, anglicani, protestanti e cattolici, anche se non più osservanti, ritrovarci in questi appuntamenti di rito, e non vedo perchè non adeguarcisi, magari prendendo l'occasione per ricordare, capire e informarci su quello che significano e di quanto ormai stiamo perdendo sul loro valore.
Tornando alla corona dell'avvento, chi vuole saperne di più clicchi QUI, così non farà la figura della signora che viene ad aiutarmi nelle pulizie, la quale benchè molto cattolica, assidua della parrocchia e delle messa, non sapeva assolutamente cosa fosse. Ho dovuto perfino erudirla su come l'8 dicembre non sia l'inizio dell'avvento, ma la festa della Immacolata Concezione, e che tale festa non vuole affatto dire che Maria concepì senza peccare, ma che fu Ella concepita senza il peccato originale.
Anche se non mi considero più credente, mica posso dimenticarmi così di colpo tutti quegli anni di martellante catechismo, con cui preti e suore hanno segnato, nel bene e nel male, la mia infanzia e adolescenza,

venerdì 21 novembre 2008

Al-legati.


Mi è venuto da pensare proprio così l'altra sera salendo faticosamente le scale fatiscenti dello storico liceo "Dante", dove diligentemente mi reco ogni mercoledì per seguire le 2 ore di english lesson, destinate a rendere meno inglesiuta la mia conversazione all'estero. Ormai entrare nelle aule è diventato pericoloso, quasi quanto salire su una gru. Ma se sei fortunato e non incappi in una ineluttabile fatalità, può essere che te la cavi.
Mentre alla seconda ora mi appisolo sul banco, al coro della classe che ripete: Aren't I? aren't you? aren't he, she, it...penso che cosa succederebbe se io un giorno mi arrampicassi su un palco magari in piazza unità e mi mettessi a berciare contro l'antidemocrazia del conflitto d'interessi, contro la Gelmini e la Carfagna e le loro alte tariffe, e urlassi il mio sfogo contro gli imbecilli strapagati che ci governano? Mi porterebbe via l'ambulanza o la polizia.
Invece il Bossi, che è ministro, può “sparare” le sue mattane, le sue invettive contro la Costituzione, la storia patria passata e contemporanea, i suoi proclami irredentisti e violenti, senza che nessuno mai ne chieda conto a nessun livello. Eppure il “cielodurista” padano ha oltrepassato ogni limite di decenza e di legalità, con i suoi gesti osceni contro l'inno, e altre belinaggini. Ora si impone che parli di lui, avendo già passato in rassegna gli altri disturbati eccellenti.
Perchè a lui si perdona tutto? Le sue corbellerie non destano nessun eco, a differenza di quelle del Berlusca, che hanno risonanza mondiale, e lo costringono poi a giustificarsi con le solite frasi "Sono stato frainteso, mi avete capito male, era un simpatico scherzo..."
E devo dire che anch'io non ho verve nell'affrontare questo fenomeno padano, non mi viene niente di spiritoso da dire sul Bossi e i suoi al-legati, mi sembrano troppo deprimenti nella loro chiusa grettezza, e mi ricordano i coniugi di Erba.
Ho dato un occhiata al sito della lega e invito chi non lo avesse già fatto a fare altrettanto. Penso sia importante sapere cosa pensa una grossa fetta di italiani. E nello stesso istante in cui leggo di cotanto bieco protezionismo sugli interessi di padroncini, piccoli imprenditori, viticoltori e sediari, e mentre le scuole cadono a pezzi e si parla di tagliare ulteriormente i fondi alla scuola pubblica, mentre l'università va allo sfascio e da destra si dice che la colpa è dei baroni e intanto si tagliano i fondi ai ricercatori precari, nello istante dicevo, mi giunge un messaggio di mia figlia che annuncia giubilante come all'istituto di fisica di Amsterdam (dove sta facendo il dottorato) il governo abbia appena stanziato 8,8 milioni (proprio così) di euro per un esperimento chiamato Km3Net..solo per UNO esperimento, non per tutto l'istituto. E questo nel pieno di una recessione economica, da cui l'olanda non è esente. Evidentemente in altri paesi si guarda lontano. Invece da noi non si guarda al di là di un corto naso padano, e si pensa di fronteggiare la crisi abolendo gli studi di settore, cioè l'unico maldestro tentativo di combattere l'evasione.
Non ci accorgiamo che i guru del potere stanno facendo del nostro paese un malato grave, rispetto alle democrazie più mature e avanzate del resto d’Europa. E danneggiano irrimediabilmente le nuove generazioni, che si disaffezionano e vengono spinte verso le “sirene” dell’antipolitica, oppure emigrano.

mercoledì 19 novembre 2008

Altro emotivamente disturbato al governo.


Lo sfoggio che il ministro Brunetta fa della sua "fidanzata" mi fa sorgere alcuni dubbi: cosa spinge il non proprio apollineo ministro all'esibizione di sè, mano nella mano con l'avvenente fanciulla, in una sorta di caricatura di una bella e giovane mamma che tiene vicino un goffo brutto marmocchio, un po' avanti negli anni?
Trattasi del remake della "Bella e la Bestia" in formato parlamentare, della storpiatura di "Chi ha incastrato Roger Rabbit" o di una esasperata imitazione del premier sempre onnipresentemente circondato da femmes fatales? Sia quel che sia, lo trovo un po' di cattivo gusto, intendiamoci, non sono contro la bruttezza o la non bellezza in genere, nè tantomeno contro la bassa statura, ci mancherebbe (da che pulpito..). Se l'onorevole è riuscito a conquistare una bellissima fanciulla, bè, complimenti, però è affar suo, e abbia la decenza di limitare alla sfera privata la bella mostra della sua preda. La voluta e reiterata esibizione, da un lato solleva salaci e pesanti battute, sia su di lui (qualità nascoste, essere all'altezza di.. etc) che su di lei (cosa ci avrà trovato, pur di comparire cosa non si farebbe, i soldi non fanno la felicità, però averli...), dall'altro solleva un interrogativo sulla personalità del nostro paladino anti-fannullaggine.
Secondo me l'esibizione ha alla radice un complesso di inferiorità vissuto al rovescio come dire: "Italiani! Ecco di cosa sono capace io, anche se mi vedete piccolo e nero (di capelli, solo quello, mica di pelle!)". L'immagine mi rammenta i film di Totò, con il buffone di corte un po' deforme che conquista (o crede di conquistare) le bionde bellone del momento. E mi fa' un po' tristezza.
Ho letto su l'Espresso, una dichiarazione di Renatino ma non so quanto attentibile, trattandosi di un noto settimanale solforosamente in odore di sinistra, che si auto definisce "un economista bravissimo, il migliore d'italia, o forse d'europa". Magari il giornalista ha esagerato, ma ho sentito dal vivo un intervista in TV, dove l'eccellente economista si raccontava come uomo self-made, partito vendendo gondole nel baracchino paterno a Venezia, e a suon di sacrifici raggiungere le alte vette dell'università e poi della politica, il tutto lavorando sodo e facendo perno sulle le sue qualità. Questo gli fa onore, e proprio per questo egli dovrebbe far valere più il merito dei privilegi. Lui in realtà dice di farlo, e di aver varato le leggi anti-fannullone per questo motivo, peccato che non funzioni così, sic et simpliciter, con tagli d'ascia indiscriminati. Inoltre suona un po' antipatico quel suo continuo manifestare immodestia: « Volevo vincere il Premio Nobel per l'Economia. Ero... non dico lì lì per farlo, però ero nella giusta... ha prevalso il mio amore per la politica, ed il Premio Nobel non lo vincerò più. [...] Ho molti amici che hanno vinto il premio Nobel e non sono molto più intelligenti di me." Questo l'ho trovato citato su wikipedia, l'avrà scritto un comunista. Sempre da Wiki leggo che: Lo stesso in qualità di parlamentare europeo nel 2008 [senza fonte] ha raggiunto un indice di partecipazione del 48,21% risultando tra i parlamentari italiani più assenteisti, e senza trattenute stipendiali, alla faccia degli statali fannulloni.
Poi soprattutto peccato che il sedicente uomo di forza-italia-di-sinistra, come si è qualificato, dica tra l'altro che solo a sinistra si trovano i fannulloni.
Da questa sommaria carrellata di atteggiamenti brunettiani, evinco che l'uomo sia stato affetto appunto da un evidente e giustificato senso di inferiorità, sul quale con volontà e fermezza ha avuto la meglio, facendosi forte delle qualità positive che altri gli hanno trovato, ed esagerando nell'esibirle, per un rivalsa contro il destino crudele. Da qui anche la passerella con fidanzata.
Pare che al governo ci sia un epidemia di disturbi comportamentali: ho già parlato della megalomania del premier, per non essere monotematica cercherò di valutare anche i problemi di altri nostri politici...Prossima puntata?

martedì 11 novembre 2008

Obama c'est moi.


Mi è stato contestato di dissertare su di un tema piuttosto univoco (Silvio). Cercherò di cambiare argomento, potrei parlare dell'orticoltura carsica. Un autunno molto mite favorisce sul carso coltivazioni inusuali, verdure tipicamente del centro-sud come cavolfiori e broccoli. E poi? Forse mi potrei dilungare sulle ricette a base di rape, raperonzoli e cime di rapa. Sono verdure dietetiche, poco caloriche e punto invitanti. Quindi dato che devo mettermi a dieta e non posso perciò spaziare nelle ricette che mi sconfinferano, e poichè il giardinaggio autunnale è piuttosto limitato, dalla raccolta di foglie secche per la pacciamatura, alla messa in riparo delle piante delicate, volendo tener fede agli argomenti che mi ero prefissata: giardinaggio, botanica, gastronomia e politica, ben poco mi rimane....
ERGO lasciatemi sfogare: darò solo un carattere più generale al mio sfogo, e non nominerò mai l'innominabile.

Me la prendo oggi con il qualunquismo dilagante e colpevole dell'italiano medio. Ho ancora bene in mente le parole del mio prof. di storia e filosofia. Eravamo nell'anno scolastico 1964-65, ancor lungi dal '68. Al tempo le mie priorità erano: il compito di greco, la pagella, le doppie punte, le festicciole della classe a cui non ero mai invitata. La politica certo non mi interessava, e anzi mio padre mi aveva inculcato che era un campo minato. Questo prof. di nome proprio faceva CELSO e noi studenti lo avevamo soprannominato, manco a dirlo, CESSO. Era un parolaio, forse non era nemmeno tanto bravo, ma aveva il dono dell'affabulazione con cui ci rapiva nel raccontare eventi storici ed enunciati filosofici.
Un giorno la lezione scivolò sui temi dell'allora malgoverno, e le parole che mi colpirono e stravolsero un po' il mio sentire di 17nne, riguardavano il difetto principe dell'italiano, la sua "furbizia" e il suo voler fregare lo stato. Con la consueta eloquenza il Celso ci spiegò perchè in democrazia ciò non funziona, e come invece se l'uomo di strada si fosse sentito egli stesso "lo stato" di cui far parte, le cose sarebbero andate molto meglio. Era un concetto banale ed elementare, ma non mi ci ero mai soffermata e mi colpì, al punto da ricordarlo anche oggi, e (purtroppo) trovarlo ancora molto attuale. Quando sento le lamentazioni di chi si vanta di non andare più a votare, e di chi dice, tanto sono tutti uguali, e non possiamo farci niente, proprio questo mi fa' arrabiare di più. Perchè invece potremmo fare molto, e mi ci metto anch'io nel mucchio. Io per esempio potrei fare molte cose per l'ambiente che non sto ancora facendo, un po' più di economia sull'energia e un po' di migliorie nel differenziare la spazzatura, che a volte mi scappa. Potrei andare a firmare per il referendum contro il lodo Alfano(vedi post), e potrei non farmi tentare dal desiderio di mettere un casottino degli attrezzi abusivo in giardino, con la scusa che tanto in meridione di abusive fanno le ville mega, altro che casottini. Non nego che la tentazione di non fare sempre la parte del "fesso" è forte, ma poi penso che non si ha diritto di protestare se si hanno nei sulla coscienza civile. Perciò continuerò ad andare a votare, sperando in una stagione più ridente, e se la sinistra non è proprio come la vorrei, allora mi dico...che forse anch'io non ho fatto abbastanza per cambiarla. Non sempre c'è un Obama che cade dal cielo come "Deus ex machina", gli Obama siamo noi.

sabato 8 novembre 2008

Sconfinare.


Dal dizionario De Mauro "SCONFINARE: fig., eccedere, superare i limiti in un comportamento, un atteggiamento e sim."
Secondo me con la definizione ci siamo...quindi il nostro premier necessita di uno psicoterapeuta, che lo aiuti nell'esprimersi in modo corretto senza eccedere e lasciare che la lingua entri in azione prima del cervello. Chi non lo capisce è un imbecille, dice lui, ma secondo me il suo caso è più grave di quel che sembra. Come dice Erasmo da Rotterdam " I mali che non si avvertono sono i più pericolosi". Il bello è che lo psiconano come lo chiama Grillo, non ha pensato che potrebbe essere spodestato per incapacità di intendere e volere. Questo LODO non è previsto...si è messo al riparo dagli attacchi dei magistrati ma non degli psichiatri...meditate camici rossi!

Devo dire che comincio ad innervosirmi: sono continuamente insultata da mio (non l'ho votato, ma MI è stato assegnato) presidente del consiglio. Almeno Andreotti non mi insultava mai, e neppure Fanfani. Questo qui invece prima mi ha dato della "cogliona" perchè ho votato PD (sarà pur vero, ma non è bello sentirselo dire coram populo in TV), poi dice che chi non capisce le sue carinerie è un imbecille, ed io non capisco proprio. Se vuole fare il "carino" con Obama o con la Merckel in privato, faccia pure, ma che nella veste ufficiale, nella quale dovrebbe impersonare il sentire comune del suo popolo, vada dicendo tali cretinerie, questo è il loro giusto nome, è inaccettabile. Non è tanto l'accenno al colore sun-tanned, peraltro indelicato, ma anche quel riferirsi ad un altro capo di stato col tono da cabarettista. Ma vi immaginate che Gordon Brown parli di lui come di quel nanerottolo, coi capelli tinti e rifatti? Sono i principi elementari del "Bon Ton", e cosa pensare allora? O che gli manca qualsiasi forma di elementare educazione, oppure una rotella.

Non era mia intenzione fare un ennesimo post su di lui, lo giuro, ma che colpa ne ho? Egli è una inesauribile fonte di ispirazione per giornalisti e bloggers, più o meno imbecilli.

lunedì 3 novembre 2008

Tirannosaurus REX.


Lunedì mattina: la signora delle pulizie telefona alle 8 meno un quarto, ha l'influenza e non viene. Mi armo di buona volontà, scopa e stracci e mi accingo a sostituirla. Non è il modo migliore di iniziare la settimana, per rimandare le cose noiose, accendo prima il PC e do un occhiata ai giornali, e certo l'umore non migliora, tra la recessione, e l'ansia per l'elezioni americane...questo articoletto del Corriere poi è la goccia che mi fa' traboccare il vaso di bile. Per chi avrà votato Dio? "La ci sarà la provvidenza?" penso, parodiando Manzoni. Se avete la costanza e riuscite a leggere l'articolo, troverete anche questa chicca: il premier dichiara che fare politica significa vivere a lungo per gli altri, e quindi i politici devono vivere di più. Anche l'ultima speranza che la natura faccia il suo corso si sta spegnendo. E del resto Andreotti (a parte il leggero malore) docet..Ma in fondo poi perchè dovrei farmi il sangue cattivo? Non ho bambini che vanno a scuola, ho una pensione garantita e non mi devo più arrabattare col lavoro, figlia e genero sono all'università in olanda, pagati bene e rischiano perfino di trovare un posto fisso lassù. Vale la pena che oggi convinca il mio coniuge a vestirci, prendere l'auto, uscire, trovare parcheggio, camminare nello smog..per andare a firmare contro il "lodo Alfano"? Non ne sono affatto sicura, mi viene una accidiosa e maligna voglia di pensare che non sono affari che mi riguardano e anzi, che tanto peggio tanto meglio, questa situazione se la cucchi chi l'ha voluta, il 70% degli italiani che continuano a dare il consenso all'unto e quasi immortale loro amato premier. Perchè lo chiamo premier, non so, dovrei dir il Sovrano, come dice la Litizzetto siamo ormai in una monarchia, anche se non costituzionale e illuminata, ma neppure tirannica. Il dittatore di solito ha il consenso popolare (Cesare, Napoleone..), il tiranno no.

venerdì 31 ottobre 2008

Pochi, facinorosi, indottrinati.



Questa volta mi devo ricredere. Gli studenti stanno dando prova di determinazione e maturità. Ho ascoltato alcune dichiarazioni e le trovo consapevoli, ho letto un blog di precari e sono meravigliata e contenta della nuova generazione, anche se non so in quale percentuale siano così i giovani, temo una minoranza, ma anche se in numero esiguo, come vanno dicendo i rappresentanti governativi, hanno diritto di opinione, e di protesta. Questi pochi "facinorosi" cosa chiedono? Solo un po' di speranza sul loro futuro. Si è detto anche di loro che sono "indottrinati", ma ben venga! Meglio indottrinati da un ideale, che dal grande fratello televisivo. Dal governo obiettano che l'università va male, ma non è colpa loro, anzi la riforma vuole tagliare gli sprechi e i privilegi dei baroni. Andrebbe benissimo, se fosse vero, ma dovrebbero dirci come. Solo con tagli indiscriminati? Privatizzando scuole e università? Bisogna dire che nemmeno i governi di sinistra hanno brillato nel modificare questo sfascio degli atenei, dalla loro c'è solo la giustificazione di aver avuto TROPPO da fare (e di cui molto non fatto, legge elettorare, conflitto d'interesse, etc..), e troppo poco tempo. Invece mi sovviene che nel recente quinquennio di governo berlusconiano c'è stata solo un ennesima riforma "formale" di scarsi contenuti, a nome "Moratti", di cui ricordo bene solo la norma per far rimanere i ricercatori "precari" per 5 anni,con la spada di damocle della non conferma, in caso di scarso merito, non si sa come valutato. Così un povero cristo di ricercatore, finanche avesse avuto la fortuna a 30 anni di avere il sospirato posto (con 5 anni di laurea più 4 di dottorato a tale età si arriva se bravi), rischierebbe di trovarsi in strada a 35 anni senza arte nè parte, bollato e fuori mercato. Intendiamoci, la meritocrazia va' benissimo e sono d'accordo nell'estromettere chi non merita, ma punto primo: come si valuta il merito? Col cognome e la domanda "di chi sei figlio?", o con il computo di quanta costanza di lecchinaggio ha un vassallo nei confronti di un potente barone? E punto secondo: perchè si valuta solo il merito dei ricercatori? E non di associati, ordinari e straordinari, nonchè del dipartimento universitario in toto? I criteri dell'Impact Factor(numero di citazioni dei lavori pubblicati su riviste internazionali) proposti dallo scorso ministro della ricerca, benchè opinabili, erano pur sempre un punto di partenza, perchè non sono stati nemmeno presi in considerazione? E a proposito di fannulloni, perchè il caro Brunetta, ha esentato dal suo decreto anti-assenteismo i professori universitari? Per inciso gli unici lavoratori questi ultimi non sottoposti a controlli orari di nessun tipo. Sarebbe semplicissimo tagliare fondi sui veri sprechi volendo. Ma il fatto è che NON SI VUOLE, è molto meglio tagliare sui poveri indifesi precari che andare a toccare i privilegi di baroni inciuciati politicamente. Lo capirebbe anche un bambino. Infatti finalmente i giovani stanno cominciando a capire. Mi chiedevo quanto tempo ci sarebbe ancora voluto, mi domandavo perchè diamine , tutti questi "ragazzi" (anche quarantenni...) si accontentano di vivere così, malpagati, senza sicurezza, senza futuro. Se non si ribellano loro chi lo deve fare? Non coloro che hanno la mia età, che egoisticamente si richiudono nel privato e pensano che tanto ormai quelli che ci governano son tutti uguali, e chi se frega, io penso alla mia pastasciutta quotidiana, eventualmente a quella di mio figlio (se avanza...).

mercoledì 22 ottobre 2008

Chi ha paura del lupo cattivo?


Ho fatto 2600 Km in 7 giorni, per fare Amsterdam-Trieste e ritorno, passati principalmente nel caos delle autostrade germaniche zeppe di camion in interminabili file ordinate, sotto un cielo bigio e piovoso. Qualcuno potrebbe pensare che ero in una situazione non certo invidiabile, ma invece è stata una gita di piacere, ed anche il monotono lungo viaggio ha avuto risvolti gradevoli, come la tappa in una braugasthofe nei pressi di Monaco, con lauta cena innaffiata da birra locale e conseguente dormita sotto morbidi piumini. E soprattutto 7 giorni di totale distrazione dai problemi quotidiani, intesi come "giornali", digiuna di TV e notizie. E non potevo concedermi anche la serata del ritorno? Invece io stupida ho subito cuccato il giornale e cosa vedo? Berlusconi annuncia linea dura contro gli studenti che protestano e dice "Manderemo la polizia contro chi occuperà scuole e università". Durante un intervista trasmessa poco fa' dal TG ha anche inveito contro i giornalisti, che danno false informazioni, aggiungendo che ai suoi modi dovremo fare il callo, ne abbiamo ancora per quattro anni e mezzo..Che dire? Là per là mi viene in mente piazza Tien an Men. Poi però mi sovvengo che forse i nostri studenti non hanno la forza e la determinazione dei cinesi, e magari è meglio così, sarebbe tragico arrivare a tale estremi. La realtà è che da molti anni ogni governo, di destra o di manca, appena s'insedia fa' una riforma della scuola, e subito gli studenti protestano e occupano. L'hanno fatto perfino con Berlinguer ministro, salvo dopo pochi giorni dimenticare tutto e tornare nei banchi. Ora poi non ho dubbi che torneranno presto in aula a fare i bulli, a riprendersi col telefonino, e poltronire sui libri. E invece l'arrogante premier dalle palle di ferro, ne ha paura, li teme al punto da richiedere l'intervento della polizia, magari anche dell'esercito chissà, se mai si mobilitassero anche gli scolaretti delle materne...

mercoledì 15 ottobre 2008

Barzellette.


Ne sentiamo il bisogno, di ridere a crepapelle...la situazione finanziaria, la recessione, le guerre, tutto va male, e allora perchè non distrarci un po', e fare quattro risate liberatorie e propiziatorie? E a farci ridere ci pensa il nostro beneamato presidente del consiglio (no comment). Non solo con le barzellette elargite a piene mai in ogni occasione, interviste, interventi TV, conferenze, ieri ad esempio, ne ha sparata una a dir poco esilarante durante la sua visita a Washington: "La storia dirà che George W. Bush è stato un grande, grandissimo presidente degli Stati Uniti".
Leccare umanum est, esagerare però...

lunedì 6 ottobre 2008

Borse a picco: ecco un piano di salvataggio.


I vostri risparmi si sono dimezzati? Il mutuo casa raddoppiato? La pensione vi basta appena per mangiare una settimana? Niente paura, è in opera un piano di salvataggio da parte del Vaticano. Da oggi si potrà avere credito mostrando un immaginetta sacra. Dal salumiere per un Kg di prosciutto si cedono 2 santini di padre Pio, o dal macellaio per un roast-beef una di S.Rita da Cascia. E così pure per tutto il resto: dall'abbigliamento alla benzina. Si evince dal discorso di ieri del Papa intervenuto sulla crisi mutui. Egli ha ricordato che "i soldi scompaiono" e che "solo la parola di Dio è una realtà solida". Se poi esercenti e commercianti non si fidano della parola di Dio e non vi fanno credito, pazienza, saranno scomunicati, e voi farete a meno dei beni materiali. Rammentate che solo il diavolo veste Prada, i cattolici e buoni cristiani andranno vestiti di ruvidi sai. Il cibo sarà razionato, e la domenica potrete saziarvi con una particola. Niente vino, quello lo beve solo il prete durante la messa. La riflessione di Benedetto XVI è partita dal brano evangelico sulla casa costruita "sulla sabbia o sulla roccia". "Costruisce sulla sabbia la casa della propria vita - ha osservato il Papa - chi costruisce solo sulle cose visibili e toccabili, come il successo, la carriera, i soldi". Ma come mai invece ci rimettano solo i poveri cristi, e non coloro che hanno successo e soldi, come i capitani d'industria, i Tronchetti, i Profumi, i Berluschi, gli alti prelati, i vertici di regime, questo rimane un mistero (della fede). E' più facile per un Berlusconi passare dalla cruna dell'ago, che per voialtri infedeli entrare in paradiso e saziarvi di latte di cammello.

lunedì 29 settembre 2008

Il fascino discreto della borghesia.


Ormai drogata dal cinema quotidiano su sky, parlo solo per esempi filmografici, e del resto devo ben mettere a frutto il canone di 37 euro mensili!
La citazione in realtà, ora che ci penso, non è poi così azzeccata. Nel film di Bunuel si mette in evidenza in modo grottesco l'ipocrisia di una borghesia valida in quegli anni. Oggi questa borghesia non c'è più più, come non c'è più il proletariato, e proprio da queste considerazioni semplicistiche dovrebbe partire l'analisi sul fallimento della sinistra e sui "nuovi ideali" che dovrebbe incarnare per resuscitare. Potrei con più pertinenza parlare del libro "il mostro mite" di Raffaele Simone che disserta sul "Perchè l'occidente non va a sinistra". Delle affermazioni dell'autore cito ciò che mi ha colpito «Da tempo in Occidente la sinistra nelle sue diverse forme arretra e i suoi prin­cipi fondamentali sono ovunque sotto attacco o in declino». Quindi si può correre alla conclusione: oggi «una posizione di sinistra è fragile e oscillante: aderirvi è costoso (ri­chiede sforzo e rinunce), permanervi è arduo (arriva a richie­dere perfino il rimodellamento della propria vita), uscirne può essere una tentazione». In pratica la tesi di Simone è che l'essere di sinistra è contronatura, la naturale propensione dell'uomo va verso destra, come nel bambino l'istinto porta all'egoismo, all'aggressività, alla ricerca del primitivo soddisfacimento dei propri bisogni, anche a discapito altrui, e solo col crescere l'educazione e la prevalenza del super-io, formeranno l'uomo verso il civile e il sociale. L'attuale aspetto della politica invece fa riemergere i nostri lati più primitivi, e gli ideali di "sacrificio" non pagano più. Quel che attira è il facile, il felice, il "FUN" inteso come divertimento. Infatti questo è il messaggio mediatico che la TV ci trasmette, e che il popolo delle libertà raccoglie. Come si fa a votare un partito che invece ci promette lacrime e sangue, tasse e ICI, che maltratta i placidi "bamboccioni" ben protetti nel caldo calore delle famiglie, ed esorta a pagare le tasse ed evitare i consumi sfrenati? Che ci frega del cuneo fiscale e del debito pubblico, concetti vaghi, quando invece della funerea sinistra proposta di «miseria, terrore e mor­te», la TV ci propone il sorridente giovanilistico nonno Berlusca che racconta barzellette e ostenta ottimismo da tutti i pori? Da un lato la apoteosi dell'immagine venduta e consumata come un bene, la sicurezza della difesa dei propri guadagni e privilegi, dall'altro il contronaturale spirito di sacrificio per favorire il collettivo a discapito del privato. A chi piace? Nemmeno più ai cattolici. Ci vuole un urgente restyling, ben più profondo e radicale di una generica faccia buonista veltroniana.

Il fascino sottile dell'uomo forte.


Qualcosa non torna: i dati dicono che durante il governo Prodi la ripresa era in crescita, il debito pubblico in calo, cuneo fiscale alle imprese programmato, e la popolarità sottozero. Governo Berlusconi: crescita in caduta libera, prezzi in salita, tagli a pensionati, scuole, università, ricerca e sanità. Provvedimenti anti-precario,(non anti precariato!), pugno di ferro contro dipendenti pubblici, e popolarità alle stelle. Come mai? Cosa c'è che alimenta questo consenso al governo attuale, nonostante il disagio tangibile dei cittadini? Non credo possa solo essere il piano per la sicurezza di stampo AN, o il risveglio anti-immigrazione della Lega. Sicuramente questi temi fanno la loro parte, ma credo che siano due i punti fontamentali che creano consenso al PDL: 1) l'ostentato decisionismo autoritario del leader 2)la totale "assenza" dell'ombra di partito che dovrebbe fare opposizione seria.
Come risolvere questo tragico andazzo? Non ho ricette, anzi ce l'avrei, ma non sono applicabili. Bisognerebbe agire sulle teste degli italiani, inculcando loro l'educazione all'idea democratica che è meglio risalire una china con le proprie forze, diffidando dell'uomo forte che "risolve" i problemi per te. Storia docet: il grand'uomo dal piglio deciso e mascella volitiva che ci traccia il solco su cui dolcemente scivolare senza intoppi, potrebbe prima o poi rivelarsi una tragica illusione, che trascina alla rovina i docili seguaci. La nostra democrazia evidentemente è ancora immatura, non abbiamo un passato di rivoluzione francese, oppure semplicemente siamo noi, italica gente, fatti così. Una "rieducazione" in tal senso è un processo troppo lento e quando si hanno 61 anni...non c'è tempo per vedere realizzate queste utopie. L'altra più facile, veloce, praticabile via sarebbe un governo democratico alternativo che sapesse trovare le motivazioni di una opposizione senza mezzi termini, che focalizzi gli errori altrui e riesca a coagulare un consenso, con richiami che allettino il popolo, con un vessillo da seguire, una carota qualunque che incentivi il gregge a seguirlo.
Ad esempio, io sono favorevolissima all'alta velocità, ma se la popolazione manifesta in blocco una avversione a ciò, allora bisogna cavalcare quest'onda e non fare come il governo scorso TAV SI-NO-NONLOSO. Si vogliono i PACS o come cavolo si chiamano? E PACS siano, si fanno e basta, non si traccheggia con l'altalena, catto-progressista un giorno si, uno no. Un po' di chiarezza non guasterebbe, e in conclusione, non sarebbe tanto difficile ad un partito (ipotizziamo come il PD) affidarsi a qualche società specializzata in indagini di mercato. Per piazzare il proprio prodotto, il primo passo è capire se è gradito, eventualmente si fa' una campagna pubblicitaria per promuoverlo.

sabato 27 settembre 2008

Meditazioni su la parabola del convito.


"Un uomo organizzò un ricevimento. Quando ebbe preparato la cena, mandò il suo servo a invitare gli ospiti. Il servo andò dal primo e gli disse, 'Il padrone ti invita.' E quegli disse, 'Ci sono dei mercanti che mi devono dei soldi, e vengono da me stasera. Devo andare a dargli istruzioni. Lo prego di scusarmi ma non posso venire a cena.' Il servo andò da un altro e disse, 'Il padrone ti ha invitato.' Quegli disse al servo, 'Ho comprato una casa, e devo assentarmi per un giorno. Non avrò tempo per la cena.' Il servo andò da un altro e gli disse, 'Il padrone ti invita.' Quegli disse al servo, 'Un mio amico si sposa, e devo preparargli il banchetto. Non potrò venire. Lo prego di scusarmi se non posso venire.' Il servo andò da un altro e gli disse, 'Il padrone ti invita.' Quegli disse al servo, 'Ho comprato una proprietà, e sto andando a riscuotere l'affitto. Non potrò venire, Lo prego di scusarmi.' Il servo ritornò e disse al padrone, 'Quelli che avevi invitato a cena chiedono scusa ma non possono venire.' Il padrone disse al servo, 'Vai per la strada e porta a cena chiunque trovi.'
Acquirenti e mercanti non entreranno nei luoghi del Padre mio. Perchè molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti" Matteo 22:1-14

lunedì 22 settembre 2008

Siamo Italia?


Da tempo volevo affrontare questo argomento piuttosto impegnativo, ma son stata preceduta alla grande con l'articolo comparso recentemente su Limes: "Trieste dentro o fuori l'Italia?" Ovvio che non posso certo confrontarmi con l'illustre autore di questo interessante ed esauriente pezzo, sono mooolto più sottotono e dalla mia piccolissima postazione di confine mi domando "Padriciano è ancora Trieste ?". Qui le scritte dei cartelli segnaletici non sono tutte bilingui e una delegazione locale ha protestato, quando all'apertura di una nuovo raccordo, sono state messe solo in italiano. Do loro ragione, perchè molti sloveni passano di qui e potrebbero non sapere l'italiano, quindi sicuramente sarebbero più utili dei pleonastici cartelli in friulano. In realtà mi ha lasciata un po' interdetta la frase "A casa nostra vogliamo le scritte anche in sloveno..", e da ciò la domanda che mi faccio io, su dove sia locata Padriciano. Dall'articolo succitato traggo: "è ancora Italia dunque Trieste? Paolo Rumiz dice che, sappiatelo, l'Italia, finisce a Mestre" Ed io penso che Trieste finisce a Cattinara, sulle pendici dell'altipiano triestino. Già, perchè basta spostarsi un po' neanche tanto lontano, in veneto ad esempio, e già mi domandano se casa nostra è ancora in Italia. Vorrei rispondere "NO!", e dimenticarmi l'alitalia e il berlusca e la CAI, invece ahimè siamo Italia, e siamo addirittura comune di Trieste, ma in un territorio con una nutrita minoranza slovena, anzi direi una maggioranza, e minoranza qui siamo noi triestini (o furlani o peggio taliani) usurpatori dei campi qui attorno vendutici a caro prezzo dai "traditori" proprietari terrieri autoctoni, dai nomi chiaramente sloveni, che per il vil soldo hanno ceduto la loro madre terra per l'indegna costruzione di villette a schiera.
La cosa non è sempre indolore, i venditori sono malvisti dagli altri residenti e tanto più i compratori, infatti noi appena insediati, con la casa ancora fresca di malta, abbiamo ricevuto dal confinante un avviso di convocazione in tribunale (noi e il costruttore), rei di aver strappato dell'edera dai muretti semicrollati di recinzione, allo scopo di rimetterli in sesto, con l'ausilio di un po' di cemento, ma solo dal nostro lato, perchè qui si vuole che i muretti siano rigorosamente a secco. Lo scherzetto ci è costato 1000 euro, di cui ha beneficiato un azzeccagarbugli, solo per presentare le carte che attestavano quanto noi fossimo in regola col comune, col piano regolatore, con i pagamenti dei balzelli vari e con le norme per la tutela ambientale. Il costruttore, che ha sborsato altri euro, quali rimborso per il disturbo che il querelante si è preso, già aduso ad altre esperienze simili, ci ha confortato dicendo che si tratta di una specie di "penale" che noi intrusi dobbiamo pagare per avere il privilegio di insediarci qui.
A parte questa ostilità preventiva, ormai la nostra presenza è accettata, e anzi si chiacchiera con i vicini da un muretto all'altro delle relative coltivazioni di rape e broccoli, con scambi di sementi e ortaggi, o della jattura di una gru che hanno appena montato aldilà del vigneto confinante, per costruire altre maledette villette.
Alla fine per noi apolidi (friulo-marco-tosco-piemontesi), stare qui o in un paesetto della bassa friulana è circa uguale, se vogliamo inserirci dobbiamo adeguarci ai locali che sono insediati e radicati da tempo nel territorio. L'unico handicap è che mentre oramai capisco il friulano, lo sloveno...no. E di questo mi dolgo, perchè invece sarebbe carino saper dire 2-3 parole dal panettiere o dal parrucchiere, o quanto meno capire un po' cosa dicono loro quando cortesemente si rivolgono alla clientela slovena.
In sintesi personalmente penso che ogni vicinanza e mescolamento di culture e abitudini (e lingue) diverse sia un arricchimento, e sono contenta di abitare sul confine, forse ragiono così perchè non ho vissuto qui gli anni difficili del dopoguerra, con tanti nodi irrisolti, la zona A e zona B, e il filo spinato. Benchè ancora trenta anni fa' quando già vivevo a Trieste, un po' di tensione si percepiva, e c'era parecchia intolleranza per gli "sciavi" che invadevano il mercato. Al confine poi la milica con la stella rossa sul berretto infondeva un certo disagio. Segnalo questo significativo episodio dell'epoca. Stavamo transitando io e Gianni come ogni settimana al valico di frontiera dopo la spesa di carne e benzina, e il doganiere d'oltreconfine,come a volte succedeva, si è messo a scambiare due chiacchiere con noi. Inopinatamente Gianni ad un certo punto ha detto, riferendosi al suo stato: "Yugo". Il doganiere è diventato livido e con stizza ha sottolineato che il suo paese si chiama Yugoslavia e non Yugo. E ci ha ribadito che a noi non sarebbe piaciuto se altri avessero chiamato "ITA" quella che noi chiamiamo Italia.

domenica 14 settembre 2008

Souvenir de Lourdes.

Forse non esistono più, ma quando sono andata a Lourdes nel 1956 (anno più anno meno non ricordo bene), vendevano delle bottiglie di vetro a forma di madonna, con un tappo non a corona, ma a forma di corona, contenenti l'acqua benedetta. Questa bottiglia, le medagliette di alluminio smaltato, e le pasticche di menta con l'immagine della madonna, i sassolini di zucchero e acqua benedetta, erano i souvenirs più gettonati, oltre alle solite coroncine di rosario e immaginette. Questa bottiglia esercitava su di me un fascino particolare. La statuetta contenitore troneggiava in camera dei miei genitori su un comodino gremito di santi e quadretti sacri, e mi era vietato severamente toccarla e prelevare l'acqua, non so perchè, forse era riservata a situazioni di emergenza. Dopo diversi anni, ormai sfoltito l'esercito di altri simulacri meno importanti, la madon-bottiglia ormai rimasta sola, aveva generato a livello dei piedi e relativo piedistallo un limo verdastro, algoso, e muovendola su e giù, dato che il liquido era un po' calato (evaporando), faceva un effetto tipo quelle bocce contenenti monumenti o figure, su cui cade la neve, qui invece cadeva un pulviscolo verdolino e filamentoso. Perchè racconto questo? Perchè voglio spiegare quanto sia vero che l'acqua di Lourdes è miracolosa. E me ne sovviene proprio ora che il Papa è lì a testimoniare la validità del luogo, del pellegrinaggio, e dei miracoli. L' esperienza miracolosa di cui vado a parlare è relativa al mio primo anno di liceo, anzi quarta ginnasio, come si chiamava allora. Si dà il caso che io non brillassi nè in latino, nè in greco. I compiti in classe erano un vero incubo, quelli di greco poi in particolare, per cui ci erano concesse ben 4 ore per la decifrazione di un testo geroglificato alla lavagna dal prof più arcigno che si possa immaginare. Dopo un ennesimo votaccio, con l'avvicinarsi della fine del trimestre e l'avvento della pagella, ormai prossima alla disperazione, valutata l'emergenza alla vigilia del compito, presi la drastica decisione di ingollare un buon sorso dell'acqua di cui sopra (e non mi pare di averla lasciata decantare). Il compito? non me ne ricordo, ma penso male come al solito. In compenso, non ho avuto nè vomito nè diarrea, non è miracolo?

martedì 9 settembre 2008

Cum grano Salò.

Visto come si stanno mettendo le cose, consiglio a chi non lo avesse già fatto, di documentarsi su questo simpatico SITO, tutto dedicato alla Repubblica di Salò, con tanto di iscrizione, forum, gadget e cena sociale (o nazional-sociale). Non lo so esattamente, ma forse agli iscritti saranno dati gagliardetti e distintivi che si potranno esibire, d'ora in poi, per evere accesso ai concorsi per posto di maestro unico. E' ancora in dubbio se serviranno per non essere licenziati dall'Alitalia. Per soli 50 euro poi si può comprare un accappatoio nero con aquila ricamata (wow, ci penserò per regali chic a natale).
Leggo questo commento all'exploit di La Russa su un forum di Repubblica:"se dobbiamo onorare i partigiani senza distinguo tra eroi e stupratori e assassini allora è giusto onorare anche i soldati di Salò!!! se ci sono deficenti (scritto così n.d.r.) con la maglia di CHE GUEVARA che era un criminale e altri che inneggiano a FIDEL (riconosciuto come un criminale da tutti i paesi e accusato di crimini contro l'umanità) allora si possono anche onorare soldati di una repubblica che ha avuto un passato di onore e di crimini! la storia è già scritta e non la riscrivono i comunisti come non la riscrivono i fascisti,va solo letta e riportata per quello che è stata,se no possiamo continuare con le buffonate! p.s. ci sono anche dei"partigiani" che non hanno mai fatto un giorno di guerra nè di militare e che furono DISERTORI ma che ora percepiscono pensioni e onoreficenze solo perchè di sinistra!"
Ebbene or mi s'impone un ulteriore distinguo in risposta a questo scellerato commento: in primisi (come dice Camilleri) chi va' in giro con la maglietta del CHE non siede in parlamento, dove è noto si indossano altre magliette, e dove non si dovrebbe fare d'ogni erba un fascio. In secundis, è vero che anche tra partigiani e
antifascisti ci son stati assassini e stupratori, la guerra porta con sè questo stracisco di tragici eventi, ma il punto è: chi ha voluto la guerra? E noi italiani di cosa dobbiamo fare "mea culpa"? Di un ventennio di dittatura e ideologia violenta razzista e autoritaria , o andiamo a sindacare su quanto avviene a Cuba e in tanti altri posti dove ci sono dittatute di destra e sinistra? Da combattere giustamente sì, ma dopo esserci tolti i nostri travi oculari. Un conto è morire per difendere un ideale di libertà e domocrazia, pur con errori e limiti, un altro per difendere una scelta che la storia e il mondo tutto hanno poi condannato! Magari tra un po' onoreremo anche chi muore nel corso di una azione criminale. Di questo passo si onoreranno i martiri-teppisti morti allo stadio durante delle azioni vandaliche....Ci vorrebbe un po' piu di sale (e meno salò) in zucca.

venerdì 5 settembre 2008

Meno 5 giorni al collasso!

C'è poco da stare allegri, tra 5 giorni, a partire da oggi collasseremo dentro questo buco "niro niro commacchè" per dirlo alla napoletana. Come preannunciano i nostradamus catastrofisti, quali l'emerito professor Otto Rossler, biochimico tedesco che ha fatto ricorso alla Corte Europea riguardo l'inizio del test che si terrà presso il CERN, centro di ricerche nucleari di Ginevra. Il test in questione il 10 settembre consisterà nell'azionare il più grande acceleratore di particelle mai costruito dall'uomo, con i suoi 27 chilometri di pista ad alta velocità per particelle subatomiche, e genererà una temperatura 100mila volte più alta di quella che esiste al centro del sole. Il tutto per ricreare in laboratorio un evento fisico che ricordi il "big bang" e capire un po' da dove veniamo, chi siamo, perchè esistiamo etc etc. Strano che il Papa non abbia ancora detto la sua su questo argomento. Eppure ha già di nuovo recentemente sentenziato contro l'evoluzionismo darwiniano e contro la morte cerebrale, che non è più il giusto parametro di valutazione di morte (e quale allora? non ci è dato saperlo, forse un fumetto a forma di anima che s'invola dalle labbra del cadavere).
A questo proposito m'è d'obbligo aprire una parentesi, perchè già nel lontano '67, o '68 giù di lì, ebbi a dissertare sul giornalino parrocchiale di Vercelli "La Sesia", io studentessa in biologia
fervente ammiratrice di Barnard e dei suoi primi trapianti, contro l'oscurantismo allora vigente che faceva apparire l'espianto di organi una specie di truce pratica a metà strada tra Frankestein e Granguignol, per esperimenti infernali di qualche scienziato pazzo. Acqua passata, si potrebbe pensare, e invece ecco che ci siamo di nuovo, dopo 40 anni a dover dissertare sullo stesso argomento. Nel frattempo mi è venuta meno l'eloquenza ed una grande stanchezza fatalista dovuta forse all'età, mi spinge a guardare con commiserazione, il manipolo di papisti che si accalora su queste beghe di cui palesemente non capisce un acca, e parla per dar fiato alle trombe (angeliche?), e penso:"non ti curar di loro ma guarda e passa..." E speriamo che altrettanto facciano gli scienziati. Ovviamente finchè un editto berlusconiano (o democristiano) non metta fuori legge in italia il trapianto d'organo, cosa possibilissima, visti i precedenti con la fecondazione assistita e la ricerca sulle staminali embrionali.

Ma tornando al buco nero devo dire che mi stupisco, data l'ignoranza dilagante e la piaggeria dirompente, che se ne sia parlato così poco. Strano che la RAI non abbia affidato al primo ricercatore del CNR, nonchè primo porta sfiga, il nostro caro Mario Tozzi, un evento in prima serata, con la diretta del buco che ci inghiotte pian piano, per colpa di quei maledetti (oh si davvero maledetti, lo so!) fisici particellari che nel loro covo in svizzera architettano una catastrofe solo per fare una pubblicazione o due..che nessuno leggerà, neanche se il buco non ci inghiotte. E pensare che di cose simili ne ha già parlato quel genio di Dan Brown che in"Angeli e Demoni",
il sequel de "Il codice Da Vinci", un capolavoro d'idiozia, dove ci mette in guardia da quanto si combina a Ginevra.
Non tutto il male vien per nuocere, dai! Prendiamola positivamente, pensate a quante cose potremmo fare ancora in questi 5 giorni risicati che ci restano. Ad esempio sputare in un occhio al capo o nostro superiore o nemico potente, vomitandogli in faccia quello che pensiamo di lui/lei (è peccato essere in pensione). Oppure darci alla pazza gioia spendendo e spandendo fino all'ultimo euro, ovvero strafogarci di cioccolato e gelato alle 4 panne senza senso di colpa per il colesterolo. E tante altre cose così.

venerdì 29 agosto 2008

Gostilna na Vagi experience.

Voglio parlare dei "sapori di confine", esatto, proprio quelli che si gustano qui sull'ex-confine italo sloveno a Basovizza, o meglio Bazovica paesetto con più trattorie di case, sede di sagre e ritrovi gastroenologici cultural popolari. Per uno caso fortuito o per rendere fede al detto "quant'è piccolo il mondo", il mio consorte, nella recente vacanza-riunione di ex-marinaretti a Porto San Giorgio, ha avuto indicazione da un suo amico friulano di quanto bene si mangi il pesce a pochi km da casa nostra, appunto a Basovizza nella locanda "Alla pesa" sottotitolo "Gostilna na Vagi".
Di ritorno dall'Olanda col frigo vuoto abbiamo pensato di farci un escursione. Fallimento: la trattoria, molto piccola in verità, era al completo. Qualche sera dopo, esasperati dalla ricerca estenuante di una pizzeria, che di lunedì son tutte chiuse, come i barbieri, abbiamo ritentato alla gostilna in questione, che abbiamo trovato rigorosamente chiusa per ferie fino al 26 agosto.
Stuzzicati ormai sull'orgoglio del chi dura la vince, ieri nuovo tentativo attorno alle 15 pomeridiane, di passaggio abbiam pensato di fermarci a prenotare per la sera. Il cartello perentorio sulla porta sbarrata recitava: chiuso dalle 14.30 alle 19. A casa, ormai abbastanza depressa, ho provato a telefonare, senza contarci molto. Invece con sorpresa mi ha risposto l'energica voce maschia del proprietario Darko che ha preso nota della prenotazione, chiedendo se era la nostra prima volta. Alla mia risposta affermativa ha avvertito che avrebbe fatto lui un menù di benvenuto.

Così è stato: antipasti freddi costituiti da carpaccio di salmone e spada, alici marinate, filetto di cernia pure marinato, insalata tiepida di polpo, "prosciutto di tonno", sarde in savor, e strudel di cozze e bianchetti. Credo di non aver dimenticato nulla...o forse si, perchè qualcosa è stato spazzolato dal coniuge prima che potessi catalogarlo. A seguire, antipasto caldo di crostacei, cozze, capesante, capelunghe, canestrelli, spadellati con un appetitoso sughetto (non gratinati ci ha sottolineato Darko). E già qui il "buco" di vorace appetito era circa colmato. Anche perchè avevamo già attaccato la seconda bottiglia di Tocai del collio, non filtrato e profumatissimo. Invece il padrone, dopo una lezioncina sulla differenza fra scampi, gamberi e mazzancolle, ci ha comunque servito il piatto di grigliata costituito appunto da mazzancolle già pulite, un astice diviso in 2 e filetti di branzino su un letto d'insalata di patate e radicchio.
Il dolce imposto e non richiesto era una pasta crema in versione chic e un altro dolcetto con frutta caramellata. Secondo Gianni non era all'altezza del resto, ma per me si.
In chiusura il "ramazzotti croato" come Darko ha definito il Pelinkovec, e un liquorino di frutti di bosco su base di terrano.

La festa distruttiva è terminata con una passeggiatina in giardino nel vano tentativo di smaltire la sbornia, ma con il solo risultato di assorbire l'umido serotino e risvegliarsi con mal di gola, ossa rotte, lingua impastata e tipico cerchio alla testa post-alcolico. Però meritava.

Altri sapori al prossimo capitolo.

mercoledì 27 agosto 2008

Piagnistei all'ora di cena.


Ogni sera nel TG sia nazionale che regionale c'è il pezzo sul rincaro. Le prefiche di turno nella TV di stato (da non confondere con le stra-fiche, quelle sono solo su mediaset) annunciano dolenti la corsa ai prezzi, la pasta ai massimi storici, la frutta e verdura d'oro, il caro-libri di scuola, l'aumento della benzina, e che le famiglie non ce la fanno più e via piangendo. Pochi minuti dopo c'è il servizio sugli esodi, i vacanzieri, le sagre, con visioni più rosee della italica vita. Arrivano poi gli spot pubblicitari, dove invece lo spaccato di vita quotidiana s'impenna in un quadro molto più idilliaco. Auto da sogno a rate minime, sorridenti assicuratori che ci tutelano da ogni evento catastrofico, casalinghe in tiro, che spazzano cucine megagalattiche di almeno 50mq. Le tariffe telefoniche, di internet e delle pay-TV poi sono il massimo della realizzazione dei sogni! Sono spacciate come GRATIS, regalate, qual fosse da pazzi non approfittarne. Nel caso in cui però, dopo l'intontimento pubblicitario, si voglia andare vedere nel dettaglio queste promozioni, ad esempio le tariffe e i piani telefonici dei cellulari, intanto bisogna avere almeno 2 lauree per riuscire a districarsi tra "più parli più ti ricarichi", "attiva le maxi card", "parla da tutti i fissi con tutti i cellulari, meno quello che ti interessa", e dopo molto impegno, appunti e calcolatrice alla mano, si scopre che ti danno messaggeria gratis, o telefonate a prezzi ridotti solo se fai l'attivazione della promozione, che costa mediamente 10 o più euro al mese, e le promozioni son valide per poco. Cioè alla fine spenderei molto di più di quello che spendo di solito. Idem per i gestori di telefonia fissa, i vari "tutto compreso" et similia, sono pacchetti fatti per chi spende di solito molto, o per chi incomincia a spendere dopo che ci è cascato. Si ha la sensazione che i consumatori siano una massa di deficienti che "credono" alle clamorose bufale proposte senza informarsi, né valutare pro e contro. L'altroconsumo denuncia invece rincari del 100% sulle tariffe di Tim e Vodafone. E anche con gli altri gestori non è facile capire cosa fare, non dico per risparmiare, ma almeno per non spendere di più. In generale a parte questo esempio, tutto sembra spingere a consumare sempre di più beni di cui si potrebbe anche fare a meno. Che è pura follia nel momento in cui si dice che i beni di prima necessità sono rincarati. Racconto ciò che di recente mi ha fatto imbestialire, cioè la comunicazione di Sky, che agli abbonati, come me, annuncia che da settembre ci sarà un aumento di 7 € al mese, e fin qui va bè, bisogna ingoiare.. in autunno rincara tutto..Ma che generosamente mi vogliano far credere che tale aumento sia una agevolazione, poi mi pare troppo! Testualmente: "Da oggi, se sei già abbonato, SKYHD è incluso nel tuo abbonamento. Non paghi nessun canone e risparmi 7€ al mese! Se vuoi conoscere i costi di attivazione, clicca qui." E cliccando vedo che l'attivazione all'alta definizione (HD) costa 99 € , ma l'aumento di canone è zero, per forza anche se non attivo, hanno aumentato a tutti da 32 a 39 euro (+7 €), quindi se voglio beneficiare di questi 7 € di aumento (che loro chiamano risparmio!!!) devo attivare l'HD cioè 99 € una tantum, ma soprattutto devo comprarmi l'apparecchio TV HD, e poi i canali sky che trasmettono in HD sono solo uno per il pacchetto cinema , uno sul pacchetto sport, che non ho! Morale 7 euro in più al mese senza nessun beneficio, ma dovrei credere invece che mi regalano...Dov'è l'antitrust? dove sono i garanti del consumatore?? Ehi dove sieeeteee?? Ecco perchè sul pianto greco sbandierato nel TG non ci credo molto. O meglio credo che i costi siano lievitati e la crisi attanagli le famiglie di lavoratori dipendenti, ma credo anche che non si operi nessun tentativo di freno reale, né di educazione al consumo responsabile. Intanto com'è come non è (che strano) da quando è al governo Berlusconi i prezzi al dettaglio si sono impennati..anche se devo ammettere che nemmeno nel miserrimo biennio del centro-sinistra si è fatto molto, a parte il vano agitarsi di Bersani, subito messo all'angolo da taxisti e barbieri, ma almeno si faceva un debole tentativo di combattere l'evasione e il ladrocinio, cose che ora invece sembrano aver ripreso vigore.

sabato 23 agosto 2008

Hortus.

Durante la vacanza ad Amsterdam ho visitato l'Hortus botanicus, avendo già visto nelle visite precedenti sia il Rijksmuseum che il museo di van Gogh, molto belli e neanche eccessivamente stancanti, e finanche il museo del mare. In questa occasione potevo scegliere tra il Tropen museum, di carattere antropologico geografico con le ricostruzioni degli ambienti coloniali (next time), la casa di Anna Frank, subito esclusa visto che ha delle scale in tipico stile nederlandese, cioè con pendenza quasi a perpendicolo, lo zoo e l'orto botanico. Ovviamente ho scelto quest'ultimo. Ho letto che è uno dei più antichi d'Europa e anche uno dei più piccoli. E' stato fondato nel 1638 come orto medico, un vivaio di piante medicinali per medici e farmacisti, in seguito gli esploratori olandesi lo rifornirono di piante esotiche e rare. Dopo una camminata lungo il viale "Plantage" che costeggia gli istituti universitari di botanica e zoologia, che mi ricordano Pavia, finalmente si apre un piazzale con un cancello aperto, ma senza biglietteria (e lì doveva nascermi un sospetto) che accede ad una zona verde alberata. Entriamo pensando di essere arrivati, e dopo un giro sconfortante tra coppie stese nell'erba, già brontolando "ecco questi olandesi, son capaci di venderti per orto botanico un giardinetto pubblico neanche ben tenuto", alla fine, con i pochi neuroni sessantenni rimasti, ci accorgiamo che quello è proprio un giardinetto pubblico e l'entrata dell'Hortus è poco più avanti, con tanto di scritta sopra (e con ovvia cassa per il biglietto di ingresso). Meglio tardi che mai. La prima impressione è stata che l'hortus del mio amico Mario, che ho avuto il privilegio di visitare recentemente, contasse molte più specie, con la sola differenza di essere prive di cartellino. Ed anche il mio giardino, risulta infestato da un notevole numero delle erbacee (Gianni le chiama erbacce) lì accolte e in aiuolette ordinate: quali Lysimachia vurgaris, Cichorium intybus, Verbascum tapsus anche detto tasso barbasso, Vinca minor, e Hieracium umbellatum (quello della foto). Queste le spontanee che crescono qua e là nel mio prato, poi ci sono quelle che abbiamo comprato, come alcuni geranium, gentiana, potentilla, leontopodium alpinum, thimus, aquilegia eccetera alloggiate nel giardino roccioso, e poi ci sono quelle da seme, ornamentali che di anno in anno mi diletto a variare, e che poi ricrescono da sole, calendula, gypsofila, viola tricolor, myosotis, insomma mi vien voglia di cartellinare un po' di piante e poi far pagare l'ingresso ai visitatori pure nel mio giardino. Anche le serre piccole con le succulente, a parte quella particolare con le farfalle, non hanno molto di più della mia collezione di piante grasse. Invece alla fine la visita è stata riscattata da una grande avveniristica serra, a volta molto alta, con un incredibile ambiente umido e soffocante, a tre climi con piante subtropicali, tropicali e dei deserti; una altra serra monumentale per le palme con una cicadea di oltre 300 anni che si dice sia la pianta in vaso più antica del mondo, pare che nel 1999 sia addirittura fiorita, un evento eccezionale.

giovedì 21 agosto 2008

Stragi da spostamento.

Una delle ragioni per cui detesto viaggiare è il rischio di incidente. Nessun mezzo di trasporto ne è indenne, neanche quello considerato più sicuro, l'aereo, come dalla cronaca di ieri. Ma il più insicuro è senz'altro l'automobile, e in particolare viaggiare in automobile nelle nostre autostrade invase da mezzi pesanti. Questa situazione è per me fonte di continui rimunginamenti e vani mugugni. Non ci sono possibilità di proteste, di girotondi, di referendum, perchè? Eppure è una cosa che ci riguarda tutti molto da vicino, e ci sarebbero molte possibilità per rendere più sicure le strade. A parte i controlli, le cinture, le misurazioni di tasso alcolemico, e altri fuochi di paglia che sembrano seminare terrore tra i guidatori per pochi giorni e poi passano nel dimenticatoio col consueto menefreghismo italico, si potrebbero mettere in atto misure molto più efficaci, specialmente nelle autostrade. Non mi so capacitare ad esempio del perchè in italia, una penisola lunga e stretta con una dorsale montana difficile da percorrere con strade, ma con tanto mare attorno e porti che potrebbero fornire egregiamente servizi marittimi, non si sia MAI dico mai, nemmeno ipotizzato un trasporto di merci per nave. E quei maledetti camion che intasano in lunghe file il nodo di Mestre, di Roncobilaccio, di Salerno-Reggio, perchè diamine non si caricano su treni navetta per dare un po' di respiro al traffico? Perchè poi lasciamo passare tutti sulle nostre povere arterie intasate, anche i camion turchi che vanno in Russia, senza porre una moratoria sul di numero di mezzi, sulle giornate di transito, o qualcosa di simile? Insomma perchè ci facciamo così del male? Ormai la Trieste -Venezia su 2 corsie in giorni lavorativi è impercorribile, non ci sono controlli per gli autotrasportatori che spadroneggiano e attentano continuamente la nostra vita. Ad esempio l'autista del camion che ha causato 7 morti sull'A4 l'8 agosto, perchè era solo? La tragedia si poteva evitare, con un altro autista accanto, che gli avesse dato il cambio, qualora si fosse sentito male o avesse avuto un colpo di sonno. A questi camionisti vengono fatti controlli di salute, di alcolemia, di quanti Km hanno già percorso? Con che frequenza? Quali interessi reconditi ci sono dietro questa indifferenza dei dirigenti? Mi sembra una macabra presa in giro aprire inchieste e indagini a posteriori, contro autovie venete, per il garde-rail poco robusto (?). Cioè per evitare tuttociò ci voleva la muraglia cinese? Oppure il finto tonto Tondo che dice che correrà ai ripari, stiamo tranquilli, nel 2011 partiranno i lavori per la terza corsia...che sollievo, nel 2020 potrò viaggiare serena!

domenica 17 agosto 2008

Sapori esotici.


Merita un post l'esperienza fatta ad Amsterdam in un ristorante etiope. Innanzitutto bisogna premettere che la cucina olandese (vedi post di Ermes a proposito) non è degna di uscite a scopo degustativo, serve a nutrirsi bene o male (più male direi), non certo per il piacere del cibo. Invece Amsterdam pullula di ristoranti etnici, che poi considerando la storia coloniale degli olandesi è la vera cucina locale. Thailandesi e indiani la fanno da padroni, con qualche puntata "esotica" di ristoranti italiani o argentini. Eleonora ci ha accompagnato in questo locale etiope, abbastanza genuino, a giudicare dalla presenza di ospiti quasi tutti etiopi. L'offerta è di cibi semplici e poco elaborati a base di carne e verdure (quelli scelti da noi). Ce ne sono anche a base di pesce, ma non li abbiamo assaggiati. La pietanza viene servita in un grande piatto su cui poggiano delle specie di crèpes dette injera: pane lievitato di farina di teff (un cereale simile al miglio) che fanno da vassoio per verdure e legumi (confronta con pizza!). A parte viene servita su una ciotola di coccio bollente la pietanza di carne, ad esempio wot uno spezzatino di manzo piccante, o beg a base di agnello o kitfo di carne macinata. Non ci sono posate e per mangiare si deve prelevare con le dita un lembo della crèpe spugnosa dal piattone principale dove sono adagiate insieme a verdure e legumi, e servendosene come di un fazzolettino si preleva un boccone di carne e verdure e si mangia. Mentre aspettavamo che ci servissero, ho osservato i vicini di tavolo, una bellissima ragazza etiope, con un tizio forse dutch, che elegantemente si serviva di minuscoli pezzi di injera e carne, e mi sono proposta di imitarla, benchè la fame poi all'arrivo del piatto, ci abbia spinto a grufolare, con enormi brandelli di injera avvoltolati sul cibo e ingurgitati a mo' di panino. Al termine, sorvolando sul dolce, che era poco invitante (yoghurt, scaglie di cialda e sesamo) abbiamo goduto della cerimonia del bunna, caffè africano tostato al momento sotto i nostri occhi e nasi, macinato grossolanamete e servito su piccole tazzine senza manico da un brocca di coccio particolare detta jebenà. Detto fra noi preferisco ILLY o Primo Rovis, ma comunque è stato gradevole. Per gli appassionati di pietanze particolari e curiose ecco il link delle ricette: sapori d'etiopia. Non garantisco la fedeltà, ma comunque io ci proverò. Naturalmente prima devo cimentarmi nella cucina nipponica di cui Ermes ed Eleonora mi hanno regalato il manuale (con testo a fronte nippon-english). Dopo l'esperienza delle "Indian recipes", altro regalo Ermetico, che mi ha fruttato un ottimo riso basmati "pilau" profumato alla cannella e cardamomo, ho fatto una disastrosa prova generale sul giappone, a base di sushi, con pesce affumicato al posto del crudo (che aborro) e con riso patna al posto dell' original giapponese, che non ho trovato. Il risultato gustativo era accettabile, quello visivo consisteva in pezzetti di pesce su cui erano rimasti attaccati pochi chicchi di riso, il resto si era appiccicato alle mie mani e scivolato quindi nel lavello. La prossima volta andrà meglio!! Resta l'amletico interrogativo su alcuni ingredienti nipponici: devil's tongue, japanese taro, miso sauce, in compenso ho già in dispensa vari tipi di wasabi in pasta e polvere e ginger fresco e secco. La prossima volta però, mi aspetto da Ermes qualcosa di meno ermetico, ad esempio"La cucina ungherese", o rumena, o bisiacca.

giovedì 14 agosto 2008

Vacanze olandesi.

Eccomi di ritorno dopo una settimana ad Amsterdam e dintorni. Una piacevole vacanza con mia figlia, e di pausa computer e blog, anche questo è d'uopo per contrastare la sindrome del tunnel carpale da mouse. E di passeggiate per la città, sana abitudine che faticosamente, il mio dì tardo traendo, faccio solo in queste occasioni. La vacanza ideale per me sarebbe quella "sedentaria", ma ovviamente non si può fare, benchè ultimamente mi ci sia molto avvicinata con le vacanze in grecia. Ci si va col traghetto, e sulla nave c'è poco da camminare. Poi un lungo tragitto, ma in auto, e infine 20 giorni di sole, mare e piscina nella baia "Gialos Beach" nei pressi di Monemvassia. Quest'anno non ci andiamo, son troppo ansiosa di passare un settembre a casa: quando maturano mele, uva, fichi e l'orto e il giardino sono più vivibili. Ma sto divagando, l'argomento non è questo, bensì l'olanda. Teoricamente anche e soprattutto qui in Olanda potrei anche far passeggiate da sedentaria, se mi ricordassi come si va' in bicicletta, o se potessi avere anch'io, come molte vegliarde locali una specie di sedia-trespolo a motore che sfreccia tra le bici, e da cui si rischia sempre di essere investiti. Potrei parlarne molto, ma c'è l'esaustivo blog di Eleonora ed Ermes che tratta dei Paesi Bassi in lungo e in largo, dalla cucina, alle biciclette, alle disquisizioni politico-culturali, alla condizione della donna, solo per fare qualche esempio. Non mi resta molto spazio, e posso dare solo alcune brevi impressioni. Sono stata colpita in particolare da certi contrasti. Ad esempio, viaggiando sul ring di Amsterdam, sulle 8 corsie dove sfrecciano centinaia di auto a tutte le ore, sembra di essere in un paese ultra moderno e tecnologico, grandi palazzi di vetro e alluminio, dalle forme avveniristiche, invece all'uscita dall'autostrada a pochi km da Den Haag nella cittadina di Delft, pare invece di trovarsi nelle cartoline del secolo scorso. Mucche che pascolano sui prati verdissimi, mulini in lontananza e minuscoli paesetti con casette colorate e molto olandesi. Paese ancora agricolo, ma anche moderno e industrializzato, e particolare piacevole per il guidatore, quasi nessun camion. Le merci vanno su nave. Eppure le merci arrivano fresche, di ogni nazionalità e genere, basta recarsi al mercato, dove la frutta e la verdura autoctone "geometricamente" modificate sì da allinearsi in file coloratissime e regolari, di peperoni, pomodori e zucchini, tutti uguali, senza macchia e senza paura (di marcire), coesistono con la frutta esotica, chele di granchio del pacifico, anguille, e per buona pace di Beppe Grillo anche mozzarelle, arrivate sin qui nei limiti di velocità imposti dall'autorità locale. Forse sarà che il paese è piccolo e piatto, ma qui sembra funzionare tutto un pochino meglio rispetto all'italia: mezzi pubblici puliti puntuali e veloci, persone cortesi che al turista parlano in inglese, dal fattorino del tram, alla commessa del negozio, e a volte si sforzano anche di parlare in italiano con i buzzurri che non sanno spiaccicare altro idioma. Unico neo, almeno per me, l'idiosincrasia che questo popolo ha per i gabinetti, intesi come servizi igienici. Questi loculi, ovviamente senza finestre, rigorosamente separati dal bagno vero e proprio, hanno dimensioni che vanno dal 1,2 mq all'1,75 mq, contengono di solito solo un water e un microscopico lavandino, nonchè a stento un rotolo di carta igienica, e sono localizzati sempre molto lontano da ogni altra stanza. Si ha l'impressione che se l'olandese potesse farne a meno, volentieri lo farebbe, ma poichè tali luoghi sono ahimè necessari, son ridotti a posticini stretti e minuscoli, posizionati nell'angolo più nascosto della casa, e magari se fosse fuori casa sarebbe meglio. Non posso fare a meno di paragonare questo costume con quello opposto che specialmente negli anni 60-70 spingeva ogni famiglia italiana di estrazione borghese, a fornirsi di un enorme bagno, a volte più grande della cucina, arredato sontuosamente con tende, marmi, specchi giganteschi, rubinetterie luccicanti e sanitari lussuosi, talora di ceramiche colorate e firmate e un mitico "bidet" il cui nome suona alla francese, ma pare sia una prerogativa tutta italiana. Da cosa dipenderà questo differente approccio igienico-sanitario? Sarà forse per noi un retaggio delle Terme Romane, o sarà per loro un lato oscuro del protestantesimo puritano? Debbo fare un po' di ricerche. Oppure se qualcuno lo sa m'illumini.