lunedì 22 settembre 2008

Siamo Italia?


Da tempo volevo affrontare questo argomento piuttosto impegnativo, ma son stata preceduta alla grande con l'articolo comparso recentemente su Limes: "Trieste dentro o fuori l'Italia?" Ovvio che non posso certo confrontarmi con l'illustre autore di questo interessante ed esauriente pezzo, sono mooolto più sottotono e dalla mia piccolissima postazione di confine mi domando "Padriciano è ancora Trieste ?". Qui le scritte dei cartelli segnaletici non sono tutte bilingui e una delegazione locale ha protestato, quando all'apertura di una nuovo raccordo, sono state messe solo in italiano. Do loro ragione, perchè molti sloveni passano di qui e potrebbero non sapere l'italiano, quindi sicuramente sarebbero più utili dei pleonastici cartelli in friulano. In realtà mi ha lasciata un po' interdetta la frase "A casa nostra vogliamo le scritte anche in sloveno..", e da ciò la domanda che mi faccio io, su dove sia locata Padriciano. Dall'articolo succitato traggo: "è ancora Italia dunque Trieste? Paolo Rumiz dice che, sappiatelo, l'Italia, finisce a Mestre" Ed io penso che Trieste finisce a Cattinara, sulle pendici dell'altipiano triestino. Già, perchè basta spostarsi un po' neanche tanto lontano, in veneto ad esempio, e già mi domandano se casa nostra è ancora in Italia. Vorrei rispondere "NO!", e dimenticarmi l'alitalia e il berlusca e la CAI, invece ahimè siamo Italia, e siamo addirittura comune di Trieste, ma in un territorio con una nutrita minoranza slovena, anzi direi una maggioranza, e minoranza qui siamo noi triestini (o furlani o peggio taliani) usurpatori dei campi qui attorno vendutici a caro prezzo dai "traditori" proprietari terrieri autoctoni, dai nomi chiaramente sloveni, che per il vil soldo hanno ceduto la loro madre terra per l'indegna costruzione di villette a schiera.
La cosa non è sempre indolore, i venditori sono malvisti dagli altri residenti e tanto più i compratori, infatti noi appena insediati, con la casa ancora fresca di malta, abbiamo ricevuto dal confinante un avviso di convocazione in tribunale (noi e il costruttore), rei di aver strappato dell'edera dai muretti semicrollati di recinzione, allo scopo di rimetterli in sesto, con l'ausilio di un po' di cemento, ma solo dal nostro lato, perchè qui si vuole che i muretti siano rigorosamente a secco. Lo scherzetto ci è costato 1000 euro, di cui ha beneficiato un azzeccagarbugli, solo per presentare le carte che attestavano quanto noi fossimo in regola col comune, col piano regolatore, con i pagamenti dei balzelli vari e con le norme per la tutela ambientale. Il costruttore, che ha sborsato altri euro, quali rimborso per il disturbo che il querelante si è preso, già aduso ad altre esperienze simili, ci ha confortato dicendo che si tratta di una specie di "penale" che noi intrusi dobbiamo pagare per avere il privilegio di insediarci qui.
A parte questa ostilità preventiva, ormai la nostra presenza è accettata, e anzi si chiacchiera con i vicini da un muretto all'altro delle relative coltivazioni di rape e broccoli, con scambi di sementi e ortaggi, o della jattura di una gru che hanno appena montato aldilà del vigneto confinante, per costruire altre maledette villette.
Alla fine per noi apolidi (friulo-marco-tosco-piemontesi), stare qui o in un paesetto della bassa friulana è circa uguale, se vogliamo inserirci dobbiamo adeguarci ai locali che sono insediati e radicati da tempo nel territorio. L'unico handicap è che mentre oramai capisco il friulano, lo sloveno...no. E di questo mi dolgo, perchè invece sarebbe carino saper dire 2-3 parole dal panettiere o dal parrucchiere, o quanto meno capire un po' cosa dicono loro quando cortesemente si rivolgono alla clientela slovena.
In sintesi personalmente penso che ogni vicinanza e mescolamento di culture e abitudini (e lingue) diverse sia un arricchimento, e sono contenta di abitare sul confine, forse ragiono così perchè non ho vissuto qui gli anni difficili del dopoguerra, con tanti nodi irrisolti, la zona A e zona B, e il filo spinato. Benchè ancora trenta anni fa' quando già vivevo a Trieste, un po' di tensione si percepiva, e c'era parecchia intolleranza per gli "sciavi" che invadevano il mercato. Al confine poi la milica con la stella rossa sul berretto infondeva un certo disagio. Segnalo questo significativo episodio dell'epoca. Stavamo transitando io e Gianni come ogni settimana al valico di frontiera dopo la spesa di carne e benzina, e il doganiere d'oltreconfine,come a volte succedeva, si è messo a scambiare due chiacchiere con noi. Inopinatamente Gianni ad un certo punto ha detto, riferendosi al suo stato: "Yugo". Il doganiere è diventato livido e con stizza ha sottolineato che il suo paese si chiama Yugoslavia e non Yugo. E ci ha ribadito che a noi non sarebbe piaciuto se altri avessero chiamato "ITA" quella che noi chiamiamo Italia.

3 commenti:

Ermes ha detto...

eh eh...
beh infatti yugo era abbastanza dispregiativo, no?

cmq per quanto mi riguarda sono favorevole al ritorno ai toponimi sloveni per i paesetti su "la monte"
(o voi bisiachi del sud (yugobisiachi) lo chiamate Carso?).
Tipo Dolina!
Tantonon meglio di San Dorligo della Valle...

che poi si creano parole impronunciabili tipo Longera (Lonjer)

Unknown ha detto...

I toponimi sono ben accetti in qualsivoglia lingua-dialetto. Trovo assurda, e sono ripetitiva, lo so...(pazienza è la vecchiaia),la segnaletica in friulano, se non nei paesetti montani dove il nome è quello e basta...(Pezzeit, Chiout...etc..) Prova a immaginare se il olanda mettessero i cartelli bilingui in sotto-dialetti dutch. Ad esempio tu sulla carta (o sul navigatore) leggi Erlangen, e trovi il cartello Aerlaaeengen...Vabbè tu sei intelligente e capiresti lo stesso, ma uno un po' cugno??

Ermes ha detto...

no no ma son d'accordo,
la segnaletica in dialetto (o chi per lui) la odio anch'io!
Dicevo solo dei nomi dei paesi che per me possono stare in sloveno o in friulo.

E in realta` penso che se la maggioranza di un paese/citta` vuole cambiar nome al posto dove vive, possa farlo con una votazione a maggioranza.
Anche se io voterei contro a chiamare vermegliano vermean..
(Forse e` per questo che non fanno i referendum ma impongono il doppio nome: perche` la maggioranza delle persone non chiamerebbe mai udine udin...)