Voglio parlare dei "sapori di confine", esatto, proprio quelli che si gustano qui sull'ex-confine italo sloveno a Basovizza, o meglio Bazovica paesetto con più trattorie di case, sede di sagre e ritrovi gastroenologici cultural popolari. Per uno caso fortuito o per rendere fede al detto "quant'è piccolo il mondo", il mio consorte, nella recente vacanza-riunione di ex-marinaretti a Porto San Giorgio, ha avuto indicazione da un suo amico friulano di quanto bene si mangi il pesce a pochi km da casa nostra, appunto a Basovizza nella locanda "Alla pesa" sottotitolo "Gostilna na Vagi".
Di ritorno dall'Olanda col frigo vuoto abbiamo pensato di farci un escursione. Fallimento: la trattoria, molto piccola in verità, era al completo. Qualche sera dopo, esasperati dalla ricerca estenuante di una pizzeria, che di lunedì son tutte chiuse, come i barbieri, abbiamo ritentato alla gostilna in questione, che abbiamo trovato rigorosamente chiusa per ferie fino al 26 agosto.
Stuzzicati ormai sull'orgoglio del chi dura la vince, ieri nuovo tentativo attorno alle 15 pomeridiane, di passaggio abbiam pensato di fermarci a prenotare per la sera. Il cartello perentorio sulla porta sbarrata recitava: chiuso dalle 14.30 alle 19. A casa, ormai abbastanza depressa, ho provato a telefonare, senza contarci molto. Invece con sorpresa mi ha risposto l'energica voce maschia del proprietario Darko che ha preso nota della prenotazione, chiedendo se era la nostra prima volta. Alla mia risposta affermativa ha avvertito che avrebbe fatto lui un menù di benvenuto.
Così è stato: antipasti freddi costituiti da carpaccio di salmone e spada, alici marinate, filetto di cernia pure marinato, insalata tiepida di polpo, "prosciutto di tonno", sarde in savor, e strudel di cozze e bianchetti. Credo di non aver dimenticato nulla...o forse si, perchè qualcosa è stato spazzolato dal coniuge prima che potessi catalogarlo. A seguire, antipasto caldo di crostacei, cozze, capesante, capelunghe, canestrelli, spadellati con un appetitoso sughetto (non gratinati ci ha sottolineato Darko). E già qui il "buco" di vorace appetito era circa colmato. Anche perchè avevamo già attaccato la seconda bottiglia di Tocai del collio, non filtrato e profumatissimo. Invece il padrone, dopo una lezioncina sulla differenza fra scampi, gamberi e mazzancolle, ci ha comunque servito il piatto di grigliata costituito appunto da mazzancolle già pulite, un astice diviso in 2 e filetti di branzino su un letto d'insalata di patate e radicchio.
Il dolce imposto e non richiesto era una pasta crema in versione chic e un altro dolcetto con frutta caramellata. Secondo Gianni non era all'altezza del resto, ma per me si.
In chiusura il "ramazzotti croato" come Darko ha definito il Pelinkovec, e un liquorino di frutti di bosco su base di terrano.
La festa distruttiva è terminata con una passeggiatina in giardino nel vano tentativo di smaltire la sbornia, ma con il solo risultato di assorbire l'umido serotino e risvegliarsi con mal di gola, ossa rotte, lingua impastata e tipico cerchio alla testa post-alcolico. Però meritava.
Altri sapori al prossimo capitolo.
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