lunedì 20 dicembre 2010

Il natale quest'anno è proprio white!

Questo è giardino di casa mia! Una candida coltre copre le mie rose, i bulbi (speriamo che non gelino), e fiori vari. Durante queste ultime notti la temperatura è arrivata anche a -10°C, temo sarà un inverno coi fiocchi (di neve).
Lasciamo da parte la politica per una volta...e concentriamoci sulle feste in arrivo, che ci porta babbo natale?
Mi piacerebbe che trasformasse un tipo che conosciamo bene tutti, in un normale saggio uomo anziano ultrasettantenne, dedito alle incombenze del ruolo che ricopre, e a quelle consone alla sua età. Però purtroppo a babbo natale non ci credo più...
Ma il natale va festeggiato! Ho incominciato col preparare i tortellini, come da tradizione materna.
Più di duecento piccoli tortellini di carne fatti a mano uno ad uno, compresa la sfoglia.
Il mio non è un blog di cucina, anche se in principio ci ho pensato e non sapevo bene nemmeno io come sarebbe evoluto, ma mi piace l'idea di fare una pausa natalizia e postare le vecchie ricette della tradizione di mia mamma, toscana.
Ricetta pasta:
dosi: 3 uova 3 etti di farina 0 sale q.b.
Procedura: impastare con una impastatrice meccanica, oppure come alla vecchia, disporre a fontana la farina sulla spianatoia, con un pizzico di sale, romperci le uova, e amalgamare, fare una palla e lasciarla riposare sotto un telo umido.
Per il ripieno: 300-400 gr. di carne bovina magra a tocchi, sedano cipolla, carota, odori vari, sale pepe, un bicchiere di marsala secco, 60gr. prosciutto crudo (o mortadella), 1 uovo, parmigiano grattugiato.
Procedimento: Rosolare la carne (a tocchi, NON tritata) salata e pepata a fuoco vivo con gli odori, sfumare con il marsala, coprire e lasciare cuocere mezz'ora circa.
A cottura ultimata tritare finemente il tutto con un robot da cucina (io uso il bimby e viene benissimo!), aggiungere il prosciutto anch'esso tritato finemente, un uovo e un cucchiaio di parmigiano grattugiato. Piccolo trucco per tritare benissimo il prosciutto che a volte nei frullatori rimane filaccioso: fatelo a cubetti e congelatelo, buttatelo così nel frullatore, si polverizza!
Confezionamento tortellini: Tirate la pasta....ebbene sì, benché io abbia ancora il matterello di mia mamma, confesso di usare una macchinetta per fare le strisce di sfoglia..sufficientemente sottile. Fatene delle lunghe strisce parallele di circa 4 centimetri di larghezza, quindi tagliate perpendicolarmente le strisce per ottenere dei quadratini. Ponete su ogni quadratino una pallina di ripieno, grande come una piccola nocciola. Chiudete i quadrati ponendo un lembo sull'altro a triangolo, fate aderire i lembi più lunghi fino a formare un anellino di pasta...più facile a farsi che a dirsi. continuate così per un paio di ore, a meno che non abbiate come me un marito volenteroso e partecipe.
Ho congelato i tortellini su un vassoio, poi una volta "stecchiti" li ho riuniti in sacchetti.
A natale basta buttarli nel brodo bollente!
Auguri e buon appetito!



giovedì 9 dicembre 2010

Venderigola in piazza.


A Trieste, in piazza Ponterosso, un tempo c'era il mercato di frutta verdura e altri generi. Ora è stato ridimensionato a qualche bancarella singola, facendo acquistare devo ammettere, maggior bellezza e nitore alla bellissima piazza sul canale Grande e la chiesa di Sant'Antonio sullo sfondo. Peccato che poi venga invaso sempre più spesso da quei gazebo in plastica e metallo prefabbricati per mercatini e sagre ogni due per tre (ma questa è un'altra storia).
Oggi ricordo il mercato, solo perché nell'ascoltare e leggere le ultime novità sulla piazza politica, mi viene in mente questa canzone popolare triestina: " Son de mestier venderigola in piazza.." Ben ricordo le venderigole, cioè le signore che vendevano appunto le merci nelle bancarelle in piazza, e vorrei precisare che rispetto questo mestiere e nel paragone che vado a fare, nulla di ingiurioso vorrei fosse associato al lavoro faticoso e onesto di quelle persone.
Si tratta solo di una figura retorica che possa render l'idea di merce e mercato, che poco e nulla dovrebbe aver a che fare con l'esercizio delle funzioni sociali e di responsabilità che i nostri rappresentanti politici sono chiamati istituzionalmente a esercitare. Invece ci tocca assistere a questo squallido spettacolo di pubblica compravendita di voti e astensioni, per salvare quello straccio di governo sbilenco e e soprattutto le chiappe di quell'innominabile presidente corrotto e spudorato che ci affligge.
Se avessimo ancora un briciolo di dignità dovremmo mandare tutti a casa a calci, e riprendere le redini di una nazione allo sfascio.
DOVE, mi domando dove e come sia possibile tollerare questa corruzione istituzionalizzata e sbandierata come se fosse normale, l'asta dei voti sulla pelle della gente. I compromessi, si sa fanno parte del gioco politico, i voltagabbana, non sono una novità, ma mai e poi mai si era vista una cosa cosi evidente e becera, quasi si trattasse di scambio di figurine all'uscita di scuola di innocenti bimbi sotto l'occhio vigile delle mamme e maestre.
Tralasciando le cose più bieche e zozze, come i singoli deputati che si vendono per denaro, saldo di mutui e per privilegi materiali, mi hanno particolarmente scandalizzato le dichiarazioni di Pannella che tentenna, disposto a trattare sia pur per giuste cause. Non ho parole abbastanza indignate per definire quel deputato dell' IDV. Ed ora pure i finiani son disposti a trattare....
Lo sconforto, dopo la piccola esultanza dei giorni scorsi, mi sta assalendo, al peggio non c'è mai fine, vedo un enorme buco nero davanti a me, che sta per inghiottirci...come nei film di fantascienza.

sabato 13 novembre 2010

EVV..VAI!!


Ci siamo...anche per me pessimista di natura è ormai chiaro che siamo agli sgoccioli per il berlusca. L'ipotesi più nera e tetra che mi viene in mente è che dopo l'ormai scontata sfiducia e conseguenti (benché renitenti) dimissioni del cavaliere, si vada alle elezioni anticipate e che rivinca lui!
NOOO!! Ipotesi tragica, che faccio solo a scopo di scongiuro, ma non si sa mai, purtroppo, con il popolo bue, che è stato capace anche di acclamare un dittatore che annunciava l'entrata in guerra e quindi la rovina della nazione.
Ma cerchiamo di essere positivi e di prevedere il meno peggio, cioè un governo tecnico, oppure un berlusconi-bis come vuole l'Umberto, ma senza berlusconi, quest'ultimo ossimoro che hanno proposto i finiani, sarebbe come dire uno zabaglione senza uovo, e mi lascia molto perplessa, perché lui non ce lo vedo proprio a fare da controfigura in ombra ad un altro qualsiasi presidente del consiglio.
Un meno peggio quindi, vorrebbe dire comunque un alleanza di destra, ma come ha detto qualche sera fa' Casini ad "Annozero" (giustamente una volta tanto), oggi parlare di destra o sinistra è assurdo e fuori tempo. Sono stereotipi che non esistono più. Entrambi gli schieramenti hanno infatti alcuni punti comuni, almeno nei programmi elettorali, più lavoro, welfare, giustizia equa per tutti, istruzione, famiglia e lotta all'evasione.
"Dica qualcosa di destra" ha allora sollecitato Santoro a Bocchino. Ed egli ha risposto che l'orgoglio nazionale è una cosa di destra, come anche la "sicurezza" intesa come giustizia e non come giustizialismo.
Ma io dico che questi, se li dobbiamo contrapporre all'attuale governo, son pure valori che ci stanno benissimo a sinistra, perché è da sinistra che fin'ora sono venute le proteste contro gli sputi sulla bandiera, la negazione dei festeggiamenti del centocinquantenario dell'unità d'Italia, e la difesa della magistratura dai continui attacchi di governo, mentre la "destra" attualmente al potere avvalla le posizioni separatiste della lega, e da' addosso a Saviano, con l'accusa di parlare troppo di camorra e mafia (che con la sicurezza niente hanno a che vedere...)
Infatti come è chiaro a tutti gli uomini di buona volontà (solo chi NON vuole vedere, non lo capisce) questo governo non è né destra né di centro, è "berlusconismo" nell'accezione più letterale del termine, cioè governo di un solo uomo per gli interessi solo suoi. Altrochè arrampicarsi sugli specchi come purtroppo fa ancora molta parte della sinistra, che dice che berlusconi non è il male assoluto e non lo si batte attaccandolo.
Invece il male del paese è proprio lui e solo lui, che detiene il potere assoluto in molteplici forme di economia, diffusione e comunicazione, con l'aggravante di diventare con il rincoglionimento senile, sempre più sfrontato e arrogante nel fare solo i cavoli suoi.
A chi dice, ma dov'era Fini in questi anni, e perché si è ribellato solo ora, rispondo che le ragioni possono essere molte, anche e senz'altro il suo trasformismo, incoerenza o cosa volete, ma dico anche che adesso è veramente insostenibile sostenere quel vecchio bavoso fuori dai seminati che continua imperterrito a blaterare barzellette e strullate varie, che vuole varare leggi incostituzionali solo per sé, mentre il paese va a rotoli. Forse Fini ha avuto un tardivo scatto di dignità, e meno male.
Dopo la finanziaria si annuncia la resa dei conti, ed io sento l'incontenibile voglia di urlare al caimano: evviva! VAI, VAI, a fare...qualcos'altro, finalmente, vai a goderti le ville, le regge, le dimore, e lasciaci a leccarci le ferite e faticosamente cercare da destra o sinistra, raccogliere le forze e ricominciare a ricostruire. Sarebbe bello che i 150 anni coincidessero con un nuovo risorgimento italiano. Per la gioia, andrò in Olanda (con mio marito) a farmi una canna.

martedì 2 novembre 2010

Una badilata di Cambronne ci seppellirà.

Oggi ho sentito un'intervista di Augias (ne Le storie su Rai3) allo storico Paul Ginsborg. E mi sono meravigliata che il professore di origine inglese, ormai in Italia da molti anni, docente all'università di Firenze, abbia deciso di prendere la nazionalità italiana. "Mossa incauta" ha commentato Augias, ed io dico benvenga ..un voto in meno a Berlusconi, sì, ma chi glielo ha fatto fare?
Personalmente, e conosco anche qualcun altro, se potessi ripudierei subito la cittadinanza di questo paese di ladri, faccendieri, lenoni e prostitute.
Non che tutti gli italiani siano così, ovvio, ma purtroppo son così quelli che ci governano e ci rappresentano, e in una parola quelli che contano.
S'io fossi Foco li brucerei...
Invece devo leggere ogni giorno delle loro malefatte.
Non c'è limite, non c'è dignità...e soprattutto non c'è INDIGNAZIONE!
Perché tolleriamo? Perché qualcuno, se c'è, di onesto e decente in quella stramaledetta maggioranza di governo, non si rivolta davanti a cotanta tracotanza?
Ieri sera nel TG ho ascoltato basita l'esternazione di Cicchitto a difesa del suo indifendibile "padrone", non so come non gli scappi da ridere mentre racconta quelle fantasiose panzane coram populo.
Intanto in Europa parlano di noi così. Per la precisione l'articolo è uscito proprio in Olanda dove non dovrebbero certo scandalizzarsi per luci rosse, spinelli e altre amenità che i turisti vanno lì a consumare, e dove vige un governo destrorso con l'appoggio di Wilder. Dicono di noi:
Mezzo Paese è in preda alla ridarella, mentre a Napoli l’immondizia si accumula, l’economia è ferma, i giovani laureati non si può nemmeno più dire che lascino l’Italia ma fuggono via. Mentre l’odore marcio proveniente dalle camere delle istituzioni, la cui aria è già viziata, aumenta, il Paese continua a scivolare lentamente ma sicuramente verso la pornocrazia.
Roba da far arrossire un peperoncino Habanero.
Però vuoi mettere che soddisfazione avere il primato del premier più barzellettiere del mondo, grazie al quale neologismi mai sentiti prima, come escort e bunga-bunga sono diventati noti a tutti! Altro che ridarella!
Ma ecco il solito popolo dei moderati dire in coro: E' sbagliato parlare sempre di donnine e faccende private, parliamo di cose serie, occupazione, economia scuola e lavoro.
Giusto, ma come si fa' a parlarne se chi se ne dovrebbe occupare, fa ben altro?
Ce lo potremmo dire tra noi, così amabilmente conversando all'ora del tè: " Che roba, contessa, ha sentito di quell'operaio licenziato, e quelle poverine in cassa integrazione?"
Tutta colpa dei "media" come piace tanto dire adesso. Si parla solo di spazzatura e non solo quella di Napoli. I giornali e i PM complottano da mane a sera, ma non c'è niente da fare, la popolarità non cala. E c'è chi dice che tutto ciò non fa che favorire il premier. Secondo me li paga LUI.

lunedì 25 ottobre 2010

Parola di Marchionne, o Cambronne?

"Senza L'Italia la Fiat potrebbe fare di più" parole di Marchionne pronunciate ieri sera a "Che tempo che fa' ". E L'Italia senza Fiat come starebbe? Forse saremmo nella...M di Cambronne!
Difficile analizzare questo complesso problema, e fin troppo facile dare addosso al "padrone", o suo tirapiedi, che toglie i minuti di pausa e decide la linea dura.
Confesso che sentire parlare l'amministratore delegato del Lingotto, non mi ha scandalizzato, anzi certe spiegazioni, corredate da numeri e statistiche mi hanno convinto che qualcosa ci sia da fare e presto.
Cosa e come, non saprei, se lo sapessi mi riciclerei subito come manager di una grande azienda.
Però vorrei ricordare come negli anni addietro, quando Fiat aveva l'egemonia delle vendite ed era all'apice, i sindacati organizzavano scioperi a catena e ottenevano sempre qualche vantaggio. Erano gli anni delle rivendicazioni salariali selvagge da parte di trasporti e altre categorie "forti". Un laureato appena assunto guadagnava meno di un operaio, e a volte ci si domandava se era stato conveniente laurearsi (perché non si sapeva quanto di peggio ci aspettava!). Bisogna quindi prendere atto che i tempi sono cambiati e sono brutti per tutti, il lavoratore Fiat avrà solo 1100 € di paga, ma il lavoro ce l'ha e se lo perde ha gli ammortizzatori, un insegnante o un ricercatore hanno salario circa uguale, sono precari e se perdono quel posto sono a zero.
Tutta l'organizzazione del lavoro andrebbe rivista e riformata, bisognerà rimboccarsi le maniche e prepararsi a lacrime e sangue, perché è purtroppo vero che l'Italia non è più competitiva né in europa, né tantomeno fuori. Le verità uscite come pietre dalla bocca di Marchionne non vanno sottovalutate, ormai la resa dei conti è vicina. Sicuramente gli sforzi devono essere da entrambe le parti, è ingeneroso confrontare la produzione polacca a quella italiana, se l'indice di produttività e calcolato sul rapporto salario/produzione, ovviamente non mi pare bello allinearci alle peggiori condizioni lavorative. Se poi in Germania e Francia le cose vanno meglio che da noi, sarebbe semplicistico addebitarlo solo al maggiore assenteismo dei nostri operai.
Non ho sentito Marchionne parlare di investimenti in ricerca e sviluppo, e questo purtroppo mi dispiace, questa infatti mi sembra l'unica strada percorribile anche se con risultati a lungo termine. Non ho neppure sentito parlare di rigore nei controlli di qualità del prodotto. Dovendo scegliere tra Fiat e altra auto, a parità di prezzo, sapendo per esperienza che la prima dopo qualche mese perde colpi o pezzi, cosa scegliereste?
E se non innoviamo e puntiamo su qualcosa di eccellente, come possiamo competere con la mano d'opera di cinesi e indiani?
Batterò sempre sullo stesso chiodo, ma puntare maggiormente sui cervelli che sulle braccia alla fine potrebbe essere una mossa vincente i cui benefici ricadrebbero su tutti.

sabato 16 ottobre 2010

Dio, patria, famiglia.

"Sii benedetta Bandiera !
Benedetta nell'immacolata origine, benedetta nella via di prove e di sventure per cui immacolata ancora procedesti, benedetta nella battaglia e nella vittoria, ora e sempre, nei secoli!"
Queste parole di chiaro significato comparivano nel mio libro di lettura delle elementari (anni '54-'55), e solo ora ho scoperto appartenere ad un discorso pronunciato da Giosuè Carducci nel 1897 a Reggio Emilia, per celebrare il centenario della nascita del tricolore.
Oggi è molto discutibile tutta quella retorica. Oggi fa sorridere quel termine "immacolata", benedetta e magari vergine già che ci siamo. Perché è fatta così, e di tre colori? Qui si racconta qual'è il senso dei colori e della forma. Per essa e per il significato ad essa connesso i due studenti e patrioti bolognesi Zamboni e De Rolandis morirono nel 1797. Insomma è un simbolo forte e dietro ad essa ci sono lotte, conquiste e la storia travagliata di una nazione che arranca per diventare moderna, civile, democratica, libera.
Quindi, forse perché allevata a suon di ideali "Dio, patria e famiglia" inorridisco davanti a certe notizie tipo: Niente tricolore per gli alpini caduti in Afghanistan. Oppure per la presa di posizione del carroccio sul tricolore, oppure per la difesa dei simboli padani, in quell'antipodo di paese delle meraviglie che è Adro.
Per essere sincera i tre ideali di cui sopra sono oramai obsoleti e triti anche per me, credo solo nella "mia" famiglia perché resiste inossidabile alle aggressioni del tempo e dei tempi. Però resta il fatto che un minimo di amor patrio dobbiamo averlo, ed è quello che mi fa' sobbalzare quando sento gli insulti all'Italia, quando mi sento derisa e compatita all'estero, quando vedo il cabarettista in doppio petto rappresentarci in europa, come una macchietta malriuscita.
Sono pacifista, se fossi stata maschio avrei fatto l'obbiettore, se fossi vissuta 150 anni fa forse avrei fatto la vile asservita all'impero Austro-ungarico, però mi urta sentire del rifiuto del tricolore sulla bara degli alpini. Ma allora per cosa sono morti? E' un duplice insulto oltreché un ossimoro, barricarsi su queste assurde posizioni anti-patriottiche leghiste. Così, con queste premesse, e con questa gente al governo, ci avviamo alla celebrazione dei 150 anni di unità d'Italia. Ma se chi mangia alla mensa comune romana (o dovrei dire truogolo?), ci sputa dentro, a chi e cosa dobbiamo credere ormai?
Vorrei infine fare una chiosa sulla nota vicenda della sospensione di Santoro, e quindi della trasmissione Annozero. Il gesto di Masi sembra quello del marito che per fare dispetto alla moglie si taglia gli attributi.
Sembrerebbe folle "segare" un programma RAI che porta un sacco di audience e soldi all'azienda, a meno che non si voglia demolire l'azienda stessa. Il che non sarebbe una cosa poi tanto strana e nemmeno rara, molti servizi pubblici hanno codesto vezzo, e lo so anche per esperienza personale. Ma a parte ciò, c'è in gioco il diritto degli ascoltatori, ovvero di quel popolo sovrano sempre invocato nei comizi berlusconiani. Come osano impedirmi di scegliere cosa guardare in una TV definita pubblica? L'usa criminale del servizio pubblico è proprio lui, il Berlusca a farlo, convertendolo in un coro unanime di consensi lecchini a suo uso e consumo assolutamente privato, né più, né meno di mediaset.
Nel sentire in chiusura ad "Annozero" tutto il pubblico cantare "la libertà" di Gaber, confesso di essermi emozionata. Ormai i nostri veri eroi, i carbonari dei giorni nostri sono questi, quelli che combattono il despota con le sue stesse armi mediatiche, evviva Santoro, Biagi, Augias, Travaglio e tutti quelli come loro.

sabato 2 ottobre 2010

Bestemmie di stato.

Qualcuno anziano come me, o magari di più, si ricorderà dell'insegna in era fascista e immediatamente post, che sanzionava la bestemmia (e lo sputo) in luogo pubblico. Oppure chi è giovane si ricorderà che recentemente al "Grande fratello", o " L'isola degli sfigati" o " Fratello-sfigato" o come si chiama il famoso programma per dementi guardoni, ci fu una polemica per la bestemmia di uno dei partecipanti, poi espulso, credo, non sono molto informata.
Vivendo in Friuli devo ammettere che le bestemmie non mi fanno più scandalizzare, i friulani hanno il vizio, ovvero l'abitudine deprecabile di sciorinare bestemmie intercalate ai normali discorsi. Non sono imprecazioni, non vengono dette con rabbia o per sfogarsi di qualche divina ingiustizia, o almeno quasi mai. Sono invece una particella declinabile del discorso, una coloritura personalizzata, a volte anche geniale, espressa senza cattiveria. Così come qualcuno ha il vezzo di ripetere "cioè", o "niente", o " ecco" continuamente e fuori luogo, così il friulano, anche non necessariamente di bassa estrazione sociale, inframmezza alle sue frasi, alcuni epiteti rivolti alle divinità o ai santi.
Questa premessa, qualche mente sagace l'avrà già percepito, per arrivare all'ultima esternazione berlusconiana di cui anche l'Avvenire si è lamentato. Egli non ha la scusa di essere friulano, e nemmeno di essere perseguitato da Dio, semmai solo da alcuni magistrati rossi.
Ma se pure avesse delle scuse, come quelle che presenta (sono simpaticone, mi piace fare la battuta...sono un piacione barzelliettere), ebbene in questo caso non reggono.
Le sue battute, le sue freddure, sono sempre discutibili. Il suo machismo da strapazzo e il suo humour da caserma poi fanno pena. Solo i poveri di spirito come lui sono in grado di apprezzarle.
Ma il deridere un membro del parlamento (la Bindi) eletta come lui, con pari dignità istituzionale (mooolto superiore a lui, secondo me) è già di per sé un atto incivile, ma diventa insopportabile se condito dalla bestemmia.
Non riesco a immaginare nessun esponente della prima repubblica con in bocca insulti e bestemmie. Magari avevano in tasca il frutto del loro ladrocinio, ma lo facevano con più pudore, e in pubblico sapevano ben comparire.
Invece adesso c'è la tracotanza dell'impunità unita alla volgarità di parlare dai seggi di stato peggio che all'osteria.
Quanti fans ci sono ancora di questo buffone di corte, mascherato da reuccio?
Cosa altro deve combinare? Pazienza queste uscite vergognose, che ci fanno rimpicciolire e arrossire difronte al mondo, ma quali fondi occorre toccare prima del risveglio collettivo?
Forse la crisi non è ancora abbastanza grave, forse i disoccupati sono ancora troppo pochi, forse i giovani talenti che fuggono sono solo degli egoisti che lasciano in patria le menti migliori, a costruire il nostro futuro, forse c'è ancora poca spazzatura per seppellirci tutti, poca camorra, poca delinquenza, poca intolleranza verso deboli e oppressi, poca ingiustizia sociale, pochi troppo pochi privilegi da spartire solo fra amici del Giaguaro.
Invochiamo una catastrofe maggiore....magari poi smetteremo di ridere alle barzellette di regime.



venerdì 24 settembre 2010

Viaggio nelle terre basse.

Quest'anno niente Grecia, ma Olanda.
Ormai faccio 2 viaggi all'anno nei Paesi Bassi, ultimamente sempre in auto, quindi attraversando Austria e Germania, con una tappa di solito in Franconia. Guida solo mio marito, così io guardo e rifletto e prendo appunti di confine...
Mi è un po' dispiaciuto lasciare gli ultimi tepori settembrini per andare dove l'autunno è già un dato di fatto. Là però mi attende la ricompensa di vivere l'atmosfera di paese più evoluto, benchè definito basso, e la sensazione che le cose girino meglio. Ovviamente per gli ospiti di pochi giorni è sempre così. Se uno poi in un posto ci vive sempre, sicuramente vengono fuori le magagne.
Ma come faccio a non apprezzare le famigliole in bicicletta, la pulizia nelle strade, i quartieri lindi e circondati dal verde? E la efficienza dei mezzi pubblici dove la mettiamo? Diventa inevitabile paragonare questa scelta di vita con le pezze che si mettono da noi al problema del traffico e all'inquinamento nelle nostre città, con le patetiche domeniche a piedi, o le targhe alterne solo due giorni all'anno, o i pedaggi in centro pagati solo da due sfigati, mentre tutti gli altri hanno le deroghe.
Ad Amsterdam chi gira in auto paga salatissimi i parcheggi, e anche i residenti pagano per usare il suolo pubblico. Per i furbi le multe sono puntuali. Le biciclette la fanno da padrone, ma ci sono piste ciclabili ovunque, si può andare da Amsterdam a Utrecth pedalando, se si hanno buone gambe. Se non si può o non si vuole pedalare, ci sono dei trabiccoli a motore, molto usati dagli anziani che sfrecciano sui marciapiedi e possono entrare con questi anche nei negozi e nei musei. Se non si vuole nemmeno il trabiccolo ci sono autobus e tram, spediti e celeri, tutti accessibili anche a chi ha problemi di deambulazione. Le zone pedonali sono tali davvero.
L'ultima sera prima di partire sono andata ad una specie di sagra nel quartiere turco (Dapperplein). La zona era chiusa al traffico, erano stati installati servizi igienici volanti, e c'era una auto di pronto intervento sanitario appostata per ogni evenienza. Non avevo mai visto tanti anziani e disabili ad una sagra. Sono anni che non vado mai alle manifestazioni che il mio comune organizza. Non c'è parcheggio...gli autobus sono uno ogni morte di papa, dopo 2 minuti di faticoso cammino in mezzo alla folla sono stanca e non so dove appoggiarmi...quindi rinuncio.
Non capisco come mai il grado di civiltà di un paese debba inevitabilmente essere inversamente proporzionale alla mitezza del clima. L'asse Amsterdam-Patrasso (mie mete abituali) ne è l'esempio lampante. E di pari passo nell'asse Nord-Sud, viaggiando in autostrada, si nota la curva in discesa di pulizia e praticità dei servizi igienici negli autogrill.
In Germania, è vero che si pagano 50 cent (in parte rimborsati con sconto su una consumazione), ma le toilette sono specchi, oltre ai fasciatoi per cambiare i bimbi, che talvolta si trovano anche in italia, ci sono alcuni lavandini più bassi dove anche i bambini o chi è in sedia a rotelle si possano lavare le mani. Ci sono inoltre perfino le ciotole dove i cani possono abbeverarsi, e il vaso del gabinetto è dotato di un marchingegno con sensore di movimento per azionare lo sciacquone e una spazzola girevole che pulisce e disinfetta il copritazza. E infine...perfino un defribillatore posizionato accanto all'estintore.
In Italia il caso o la necessità regolano l'accoglienza nelle aree di servizio, che comunque si van facendo vieppiù carenti verso sud. Il massimo fu per me l'esperienza durante un viaggio nel peloponneso, qualche anno fa. Niente autostrade, quindi niente aree di servizio, ma raramente qualche baretto o chioschi, per bere o mangiare..ma non altro.
Dopo molto km e molte bevande, ormai allo stremo, decisi che il prossimo baretto doveva per forza essere utilizzato anche per necessità fisiologiche.
Cesso alla turca...ma stile anni 50. Cieco e senza illuminazione, perché seppi dopo c'era uno sciopero dell'azienda elettrica, ma prima di accedervi, un addetto mi fornì di candela, purtroppo non deodorante.



lunedì 23 agosto 2010

Vanitas vanitatum.

Pochi giorni fa’ è scomparso a settantacinque anni un grande fisico italiano Nicola Cabibbo, notizia passata sotto silenzio stampa, senza celebrazioni, necrologi o ricordi. Una triste coincidenza fa’ pensare che non doveva morire in contemporanea alla figura celebre di Cossiga, che ha monopolizzato l’attenzione.

Per sapere chi era e cosa fece rimando a questo articolo di mia figlia molto più precisa e informata sull’argomento. Vorrei limitarmi a fare solo alcune amare considerazioni. Qualche anno fa’ molti italiani hanno sentito parlare di lui solo perché implicato in un carteggio tra la deputata Carlucci e altri fisici chiamati in causa. Altrimenti l’avrebbero certamente confuso col il più in vista “Gabibbo”. Ma la Carlucci dimostrandosi molto ben ferrata in fisica o sarebbe meglio dire fisicità, da come appare in molte foto, ha avuto il pregio di portare in evidenza che c’era uno scienziato italiano sull’orlo di prendere il Nobel, ma in realtà, secondo lei, autore di cose di ben poco conto (!).

A parte questo minuscolo momento di celebrità, Il professor Cabibbo è ripiombato nell’anonimato mediatico, quel che è peggio nemmeno un cenno alla sua morte, e non era neppure tanto decrepito. La sua vita si è svolta quasi sempre fuori dall’Italia, altro esempio di come il nostro paese, manco fosse allergico alla scienza e alla ricerca, non faccia niente per trattenere o incentivare i suoi migliori esponenti.

Mi dispiace ricordare che invece la morte di un oscuro presenzialista e vacuo personaggio come Taricone ha suscitato molta più empatia e interesse sulla sua breve vita dedicata solo ad apparire, al di là della disgrazia e della perdita sempre deprecabile di una giovane vita, ho trovato esagerato il clamore sulla sua figura neppure fosse stato un santo, un poeta…tutt’al più un navigatore, non molto esperto come si è potuto vedere a posteriori.

Come sempre mi ritrovo a riflettere sulla correlazione inversa che lega notorietà e successo al valore vero e alla capacità di una persona. Diamo per scontato che la fama sia legata a qualche abilità, dalle più alte alle più futili, come l’arte o l’attività sportiva, niente di nuovo sotto il sole, pare che i personaggi più popolari dell’antica Roma, non fossero i filosofi o gli oratori, ma i gladiatori. Oggi però c’è questo fenomeno strano, ci sono moltissimi “famosi” che non sanno fare assolutamente nulla, unica loro prerogativa l’apparire in TV, sia in senso positivo che negativo. A volte basta poco, ad esempio essere notati da un illustre personaggio politico, ed ecco raggiunta una buona posizione, la celebrità, la ricchezza. “Vanità…solo vanità!” come recita un personaggio del bellissimo film “Il pranzo di Babette”



domenica 8 agosto 2010

Magic moments

Avevo la tentazione di riproporre il tormentone dell'estate: "Magica Italia" con autorevole e magico sponsor S.B., ma a dire il vero preferisco Perry Como.
Su You tube girano esilaranti parodie della pubblicità del turismo in Italia, e sembra proprio che il presidente del consiglio ad interim, ministro dello sviluppo economico pure...e ora anche promotore turistico, le prese in giro se le vada a cercare. Qui a Trieste direbbero:" "Ma cossa te vol...sta nel tuo, e no star a sparar cazade a nastro! " Traduzione:" Fai il tuo lavoro e stai di più nei tuoi panni, senza dir troppe stupidaggini."
Per restare al tema canzonettistico , invece Perry dice: "Time can't erase the memory of these magic moments.." e quanto è vero! Come potremo dimenticare gli ormai quasi 20 anni di 2° repubblica antidemocratica sotto regime Berlusconiano? Per cancellare questi anni di infamie e "riforme" disastrose, di leggi ad personam, e di leggine a prova di veline, non so se basteranno altri vent'anni, e con vero dolore penso di non poter più vedere l'italia risorgere.
Mi verrebbe da piangere, ma insieme mi viene anche da ridere, perché poco fa' ho letto alcune affermazioni del mio un tempo scrittore amato, nonché quasi concittadino (lui di Casale, io di Vercelli), Gianpaolo Pansa.
Vado fuori tema a braccio, senza costrutto, in quanto abbastanza ebbra di prosecco di cui feci abbondante libagione a pranzo. Tuttavia non ho perso sufficientemente la lucidità per non chiedermi se il suddetto scribacchino si sia completamente incocalì (dal triestino: rimbambito) per l'età, o per la barbera bevuta (non so, può darsi che sia astemio). Cambiare idea è lecito e umano, ma diventare da sagace commentatore de l'Espresso, quando io lo leggevo nel "Bestiario", a poco sagace megafono di regime ne "Il riformista", senza neppure cambiare titolo alla rubrica, mi sembra di cattivo gusto. Confesso, non lo sapevo...cioè sapevo del suo voltafaccia su resistenza e guerra partigiana, e non ho indagato troppo, ho semplicemente smesso di comprare i suoi libri, ma ora scoprire che uno, che consideravo tra i migliori, tra i più liberi e svincolati, milita nelle fila del nemico, è sconsolante.
Tu quoque Gianpaolo? Perché ci hai abbandonato? Mentre mi piacevi assai quando parlavi del Dalemone, un po' meno, ma mi facevi sorridere quando sparlavi del "parolaio rosso", ora non posso che dolermi di sentire la requisitoria pro-Craxi, che sarà vendicato dalla Storia, con L'ESSE maiuscola, o la confessione che tifavi per il Cavaliere, anche se poi spieghi che ormai il suo tempo volge al termine, cioè ha superato la linea di Peter. Cito: "

"Qualcuno si chiederà che cos’è la linea di Peter. È la curva che delimita la competenza di ciascuno di noi nel fare il proprio lavoro. Quando la superi, significa che non ce la fai più. Che la tua competenza è esaurita. E che faresti bene a smettere di affaticarti su problemi che non sei più in grado risolvere. Ho l’impressione che il Cavaliere si trovi proprio in questo frangente. E dunque stia vivendo la sua fase più pericolosa."

Ora mi chiedo se per caso pure tu, GP Pansa, non ti stia perigliosamente avvicinando alla suddetta linea.







venerdì 30 luglio 2010

Larga l'intesa...stretta la via.

Sarà un bene o sarà un male? Parlo delle liti all'interno del PdL . Non saprei, mi sento un po' come chi ascolta i vicini di casa, antipatici e prepotenti, bisticciare minacciandosi e tirandosi dietro stoviglie. Che fare? Intervenire, perché altrimenti c'è il rischio che ci danneggino la casa, o lasciare che si rompano i corni fra loro..con segreta, infantile e un po' sadica gioia? L'ultima opzione è una tentazione troppo forte, e del resto mi domando sempre, ma come fanno alcuni rappresentanti del governo, apparentemente meno peggio di altri, che abbiano un minimo di dignità, ad avallare tutte le stronzate del premier?
Come è possibile chiamare "della libertà" un partito che a dispetto del nome, ha un solo capo assoluto, incazzoso contro chiunque lo contraddica, che si fa' forte solo dei quattro imbecilli ipnotizzati dal grande fratello che lo votano senza saper perchè? Prima o poi (purtroppo il poi è molto in ritardo) la resa dei conti doveva arrivare. Il "traditore" Fini si è ribellato ed ha perfino osato dire che Berlusconi ha un strano concetto di democrazia....Ma va'? Come e quando se s'è accorto? Un improvviso scatto di dignità? Saranno sufficienti i suoi fedelissimi a mettere in crisi il governo?
Intanto il Bossi, con la sua innata raffinatezza alza il dito medio contro i finiani rei di aver rotto i patti col Berlusca (ma lui si è dimenticato di aver fatto uguale uguale nel 94) e dice NO ad un eventuale governo tecnico.
Ma se da un lato sarebbe auspicabile una spallata, grazie alla breccia apertasi in questo sciagurata accolita di delinquenti, che ci vuole coraggio a definire governanti, da un altro fa' paura il baratro che si intravede in questo delicato frangente economico italiano, per una eventuale bufera pre-elettorale.
Con un lugubre sesto-senso derivante forse dall' echeggiar del mio nome (Cas-sandra), da molto tempo desidero e temo la disfatta del nanerottolo dalla faccia ormai gialla, vizza e bizzosa. Nella mia veste di veggente sibillina in precedenti post predicevo ahimè che fino a quando l'amaro calice non presenterà il suo fondo di fiele al popolo italico, esso non si risveglierà dal sonno prima beota, ed ora cieco.
Per questo non so cosa augurarmi: il male minore mi sembra quasi quasi rappresentato dai Casini e dagli ex-margheriti, con la loro litania sul governo di larghe intese. Basta che non siano troppo larghe però!

martedì 6 luglio 2010

Que reste t-il?


Questa bellissima canzone, tra parentesi rovinata dal cavalier-cantante di crociera, mi fa pensare alla finanziaria.
Quasi ogni giorno il severo provvedimento di Tremonti, a seguito di continui attacchi e rimostranze perde qualche pezzo per strada.
Ha cominciato Bondi, scandalizzato che gli hanno tagliato fondi senza avvertirlo. A seguire enti culturali scientifici e di ricerca, che prima cancellati in parte sono stati ripristinati.
L'università già super tagliata è in sciopero, come il pubblico impiego.
Tagli alle regioni? I presidenti anche filogovernativi protestano. Gli enti locali sono in subbuglio, la lega mugugna. Spesso alcune trovate estemporanee, come abolire le tredicesime agli statali, già abbastanza mazziati, o allungare i 40 anni di anzianità per la pensione, sono subito cancellate...
Condoni?? Si, no, non lo so.
Lotta ai falsi invalidi, ma come? Più controlli? Regole e rigore sulle commissioni mediche? Macchè, invece alziamo il punteggio per poter fruire dell'assegno di invalidità, vera o falsa che sia.
Bisogna essre invalidi all' 85%, contrordine : basta il 74%, contrordine sul contrordine... Un passo avanti e due indietro, giocando sulla pelle dei poveri invalidi veri.
Ma che idee poco chiare!!
Questo accade non tanto perchè la manovra è rigida e draconiana, come si conviene ad un paese sull'orlo del collasso, ma perchè la mannaia si abbatte a casaccio, la mano destra non sa quel che fa la mancina (non sinistra, potrebbe essere fraintesa), il capoccia e i suoi fedeli sono in tutt'altre faccende affaccendati.
Di questo passo il federalismo diventa una chimera, e incomincio a nutrire qualche speranza sul crollo di questo becero governo.
Ebbene, si, perchè molti votanti della lega, non sono solo rintontiti dalla Tv e dal sogno berlusconiano. Molta gente del nord, operai e lavoratori hanno cangiato la vecchia ideologia marxista in ideale federalista. Al posto della falce e martello han messo la chiave inglese della loro officina, e il registratore di cassa della loro impresetta, gente volenterosa e rigorosa nel lavoro e nel pagare i tributi, ma che ci sia un ritorno però!
Ormai è chiaro che il ritorno non ci sarà.
Però il dilemma è: sapranno i nostri compagni cavare il ragno dal buco?

sabato 19 giugno 2010

Laddove contano i fatti, non le parole.



Quasi guarita dal blocco dello scrittore (braccio destro ingessato), torno a compilare i miei appunti di confine.
Vorrei porre l'accento su questo video, da osservare e ascoltare con calma e attenzione, per capire. Ecco è "CAPIRE" ciò che mi ossessiona di più in questo ormai quasi ventennio berlusconiano.
Senza nessuna polemica, dopo un training autogeno per liberarmi da ogni forma di ostilità e intolleranza, cerco di entrare nella mente degli elettori "silviani". E cosa trovo? VUOTO pneumatico, il vuoto quasi assoluto, che è difficilissimo da ottenere in laboratorio, ma non in tante teste italiche, basta munirsi di un certo numero di giornali e TV.
E' stupefacente come tante menti, se vuote, possano essere riempite a piacimento, e si convincano quindi di cose inesistenti, solo sulla base di quello che ha detto e dice il cavaliere errante, che erra nel senso di sbagliare, non purtroppo di vagare, magari altrove..lontano da me.
Ecco che il ponte di Messina sorge dalla spuma del siculo mar come venere. E le leggi "ad personam" diventano salomoniche leggi per liberare gli italiani dal giogo della magistratura. Il "coso" di Mestre, da lungo brodo in ballo fin dai tempi di Prodi, appare una "grande opera" di Silvio, mentre l'amore, che sprizza da ogni poro del popolo liberticida, plaude alla Gelmini che partendo dalle elementari, dove ha proibito ogni discriminazione nei confronti dell'italiano, ha espletato in modo esaustivo il progetto 3 I (Inglese, Internet,Impresa), cablando tutto il paese, da nord a sud, sostituendo l'inglese al dialet, e finendo col trasformare l'università in una grande Impresa: impresa entrarci, impresa finirla, impresa far fruttare la laurea ivi eventualmente conseguita.
Ma forse, quei soliti sinistri figuri hanno "cercato" i più scemi del villaggio da intervistare. Statiscamente dovevano comunque essere in molti gli scemi, se è vero che in piazza c'era ben un milione di silvio-festanti.
Meno male che Silvio c'è, sennò le fette di salame potrebbero anche cadere dagli occhi miopi di tante persone.

mercoledì 2 giugno 2010

BUCHI NERI.

Da dove comincio? Dal grande buco profondo 100m che si è aperto a Guatemala City che ha inghiottito un palazzo di 3 piani? O dal buco nei conti dello stato che hanno "costretto" il povero cavaliere a varare controvoglia le drastiche misure anti la crisi-che-non-c'è? Oppure potrei parlare della voragine in cui sta cascando la nazione Italia, anzi la Repubblica italiana, e ne parlo proprio oggi nel giorno del suo compleanno.
Ultimamente sono stata un po' "vacante" sul fronte politico. Un po' perchè mi piacerebbe staccare la spina, un po' per le mie vicissitudini private che mi costringono all'uso della sola "sinistra"(intesa come mano, e non ideologia!), e rallentano la mia già non perfetta performance dattilografica.
Ma tacere sulle ultime novità sarebbe criminoso. Sto passando un momento buio e in questi casi uno sfogo verbale o scritto, o entrambe di solito si dimostrano catartici.
Inizio dalla fine: l'esilarante intervento telefonico, isterico, del premier in diretta a Ballarò. Stizzito dalla dichiarazione dell'IPSOS sul calo di gradimento che lo riguarda. Sondaggi fasulli a suo dire. E menzogne quelle del vicedirettore di rebubblica che ha nientemeno osato citare le parole precise 'ntifiche del cavaliere, pronunciate due anni fa' a sostegno e difesa degli evasori, come ognuno potrà verificare dall'ascolto delle registrazioni. Del resto chi non crede alle parole, può valutare i fatti: lo scudo fiscale, e i vari condoni per chi son fatti?
Ed ora consideriamo i tagli. Si sa che queste misure son sempre dolorose, non ho gioito neppure quando Prodi ci ha imposto l'una tantum, per entrare in europa. E tantomeno potevano piacere Visco e le sue promesse di lacrime e sangue. Però non è necessario un dottorato in economia per capire che se sacrifici erano necessari 4 anni fa, oggi lo sono di più e ancora di più lo saranno domani se non ci decidiamo a farli. Come una piccola carie dentale, se curata quando è piccola farà piccolo danno e minimo fastidio, se invece procrastinata porterà a una grossa voragine nel dente e magari lo perderemo.
Forse qualche italiano comincia a capirlo, e prima lo capirà meglio sarà per tutti.
La mia vocazione a fare la CasSANDRA mi rende pessimista e mi fa sempre temere il peggio.
Stabilito che i sacrifici sono necessari, bisogna vedere quali.
Nessun bene può derivare da questi tagli indiscriminati ai servizi e allo stato sociale. Penalizzare i pubblici dipendenti, se qualcuno lavora già ora poco e male, servirà solo a disincentivarlo ancora di più, e penalizzerà chi invece fa il proprio dovere.
Disastrosa poi la scelta di chiudere enti culturali e di ricerca, soprattutto (parlo delle realtà locali che conosco meglio), non si può mettere sullo stesso piano il prestigioso Osservatorio Astronomico di Trieste, già diretto da Margherita Hack, e la Filologica Friulana. Con tutto il rispetto per quest'ultima istituzione, se un privato la vuole mantenere, allora la sostenga, ma ben altro è un organismo scientifico a livello internazionale, le cui ricadute possono essere un bene per la nostra crescita e il nostro futuro, come è spiegato meglio qui da mia figlia, che all'osservatorio ha lavorato 3 mesi prima di emigrare.
Non mi stancherò mai, finchè avrò fiato, di stigmatizzare questa insensensata malattia italiana di affossare e trascurare la ricerca, manco fosse un bene di lusso a cui si può rinunciare.
La miopia dei nostri governi ci costringerà, senza ricerca, e quindi senza sviluppo e ripresa economica, ad aprici da soli il grosso buco nero da cui presto saremo inghiottiti, anche senza l'intervento degli scienziati pazzi del CERN.

mercoledì 12 maggio 2010

Mettiamoci la faccia.

I giornali a volte se occupano, per lodarlo, o denigralo, alcune persone ci stanno incollate ore, altre lo snobbano. Si tratta di FACEBOOK, letteralmente "Raccolta di facce ", da book= libro, raccolta, album e face= faccia, reputazione, figura, apparenza.
Dedico al popolare network questo post per alleggerire la pesantezza degli ultimi due.
Premetto che non sono un'esperta nel campo, benchè non sia necessaria una grande esperienza per muoversi all'interno del sito, che è pure in italiano.
Mi sono iscritta un po' controvoglia, su insistenza di miei parenti lontani, per rimanere più in contatto. Mi hanno convinta con la motivazione che così è più facile scambiarsi opinioni, notizie e fotografie in tempo reale, senza ricorrere alla posta elettronica (o cartacea).
In effetti quando non si abita nella stessa città, o nelle vicinanze, per non perdere di vista amici e parenti, bisogna spendere una cifra in telefonate, e così un paio di anni fa' ho aderito anch'io.
Mi tratteneva l'idea di mettere in piazza i fatti miei. Si vociferava e anche oggi c'è chi la pensa così, che facebook, come altri simili applicazioni,come myspace, netlog, etc, costituiscono un attentato alla privacy. Ma alla fine questo mi è sembrato un rischio calcolato, non diverso dalle e-mail, i negozi o le banche online, ed anche i blog.
C'è inoltre chi sostiene che questi network sono mezzi per farsi gli affari altrui e spettegolare.
Ma in fondo una volta ci si riuniva nei salotti a sparlazzare di amici e parenti comuni, e ora lo si fa in rete. La mia opinione è che anche facebook, come molte altre cose, non è di per sé stessa nè cosa buona, nè cattiva, è un mezzo di comunicare, molto evoluto e tecnologico, e la sua "bontà" dipende dall'uso che se ne fa.
E' la rete in sé una rivoluzione nel modo di pensare, scrivere, comunicare e anche agire, che a volte mi affascina a volte un po' mi spaventa.
Come l'introduzione delle calcolatrici ha fatto sì che nessuno sappia più fare una divisione con le virgole o una radice quadrata, così ora con i mitici motori di ricerca, chi si mette più a compulsare i pesanti volumi delle enciclopedie? Proprio ora mentre sto scrivendo e magari mi sorge un dubbio sull'esatta grafia di una parola, benchè abbia dietro di me una libreria zeppa di "Treccani" e "Zingarelli", nonchè enciclopedie, non mi alzo a prenderne uno, ma apro una seconda finestra sul monitor e cerco su qualche vocabolario online.
Se alla TV vedo un vecchio film con un attore che al tempo era un mio beniamino, ma adesso non c'è verso che mi ricordi come diavolo si chiama, apro il lap top, e digito su "google" il titolo del film, ed ecco risolto l'enigma!!
Non è affascinante tuttociò? Tremendamente, ma anche come dicevo prima un po' terrificante, sia per il rischio di perdita di alcune cose o valori (scomparsa dei libri, come su fahrenheit 451?), sia per la dipendenza che questo mezzo crea.
Questa estate in vacanza, tre settimane senza internet sono state una tragedia per me. Ho rimuginato tre giorni (e notti) su cosa è un "paradigma" nella grammatica latina. Aihmè colpa dei miei neuroni che si vanno sfaldando di giorno in giorno, e quindi devo sempre di più fare conto sulle memorie artificiali. Ma anche attività ludiche e d'informazione, come la settimana enigmistica online,la lettura dei giornali,il sudoku, le ricette e tante altre cose che ormai sono diventate un pane quotidiano.
Per quanto riguarda "facebook" quindi, pro e contro si equilibrano. A volte è vero sono un po' infastidita dallo stupidario delle barzellette, i motti e gli aforismi, che molta gente "linka" con mancanza di fantasia e magari buongusto. A volte certe opinioni altrui, per quanto mi riguarda, potrebbero restare nel cassetto del loro autore. Non nego che anche le mie possano essere fastidiose per gli altri.
Tuttavia la libertà di esprimersi alla portata di tutti supera gli inconvenienti, e costituisce una grande conquista.

domenica 9 maggio 2010

Tutta colpa di Calvino? (parte II°)

Un fortuito e fortunato caso ha voluto che proprio in questi giorni io abbia riallacciato rapporti con una mia compagna di liceo, che abita in altra città, e che dopo una vita dedita all'insegnamento di storia e filosofia, ora per diletto si sta dottorando in studi di filosofia avanzata a Torino.
Quale altro più gustoso cacio (argomento di conversazione) su maccheroni (relazione tra calvinismo e capitalismo olandese) potevo trovare?
Abbiamo avuto uno scambio di e-mail e una interessante lunga telefonata, nonchè il consiglio di leggere alcuni ponderosi tomi, cosa che mi guarderò bene dal fare.
La giusta obiezione che mi aspetto ora è: ma che vuole dimostrare questa, cioè io, l'ultima donnetta pensionata, dato che tomi e tomi son stati scritti sull'argomento e che su Wikipedia c'è già il sunto de li sunti. Invece proprio in quanto ultima pensionata di confine, voglio capire e riflettere.
Di riflettere mi punse vaghezza quando qualcuno, per giustificare un certo rigore nel lavoro e una moderazione quasi patologica nel cibo, degli olandesi, mi disse che la colpa era tutta del calvinismo.
Ma se sono parchi e puritani, come possono essere anche mercanti e ricchi, e anche generosi nel tollerare i diversi? Come si concilia un'etica che non concede il perdono, con una smaccata voglia di accumulare denaro, magari anche con i coffee shop e le vetrine a luci rosse?
Sembra un ossimoro, ma è così, almeno secondo uno dei tomi capisaldo di Max Weber: " L'etica protestante e lo spirito del capitalismo". In esso l'autore nota come le nazioni calviniste come i Paesi Bassi e l'Inghilterra, sono arrivate prime al capitalismo rispetto a quelle cattoliche come la Spagna, il Portogallo e l'Italia, guarda caso quelle che ora sono a rischio bancarotta al seguito della Grecia.
Alla base ci sarebbe proprio la forma mentis del luterano e poi del calvinista, secondo la cui dottrina l'uomo è predestinato al bene o al male. Se uno è predestinato al bene, già in questa vita gode dei favori dell'Onnipotente, che lo colmerà di benessere e ricchezza e mentre il cattolico, prega per ottenere qualcosa, il protestante ringrazia Dio per quello che ha già ottenuto.
Appunto in virtù di quanto è già stato scritto da fonti ben più autorevoli, non mi dilungo sui pro e contro di questa tesi, che è stata contraddetta o appoggiata negli anni seguenti.
Mi preme osservare invece come il concetto di "perdono" che è il cardine del cattolicesimo, cioè la dottrina che conosco di più (tutto è relativo), sia alla base di tanti costumi socio-politici del nostro paese. Questa storia della confessione e del peccato, manco fatto e già perdonato, forse sfocia in quell'etica un po' lassista e tanto di facciata, oserei dire ipocrita, così cara a noi.
Quando Berlusconi (prendo uno a caso, potrei dire il sig Rossi...) si genuflette davanti all'altare nell'atto di comunicarsi, poco importa che si sia da poco alzato da lettone di Putin con la escort di turno, o che abbia corrotto o che sia imputato e magari colpevole di tanti capi d'accusa (o complotti) che gli vengono attribuiti, l'importante è che "sia pentito".
Ma qual'è il metro per giudicare la sincerità di tale pentimento? Qui casca l'asino...non c'è modo di saperlo. Il pentimento è un fatto privatissimo, non intercettabile, solo Dio può vedere nell'anima del penitente, il sacerdote può solo assolvere, cosa che fa "quasi" sempre, basta promettere di non peccare più ed esserne convinti in quel preciso istante, se dopo un minuto si ripecca, ci si riconfessa, e amen.
Forse anche su questo è da ricercare la ragione della altrimenti ingiustificabile tolleranza della chiesa nei confronti della mafia e del delitti mafiosi.
Ben diverso invece l'atteggiamento della chiesa verso chi ostentatamente e senza possibilità di ravvedersi insiste su certe opinioni di principio, contrarie alla dottrina, vedi le posizioni intransigenti sull'inizio e fine vita.

martedì 4 maggio 2010

Tutta colpa di Calvino? (I° parte)

Come forse ho già raccontato, dopo ogni visita in Olanda, mi nasce la curiosità di capire alcuni aspetti contradditori di questo paese.
La multietnicità è un dato di fatto molto esteso, soprattutto ad Amsterdam. In autobus, in tram e per strada si vedono persone abbigliate nei modi più esotici e non solo nei quartieri turchi o arabi. Gli indonesiani e le genti provenienti dalle antille e caraibi sono ormai olandesi a tutti gli effetti.
Si respira un clima di tolleranza. Poi però si scopre che il partito di Geert Wilders è aumentato notevolmente in due città (Almere e Rotterdam) nelle ultime elezioni amministrative, benchè il titolo del Corriere della Sera "Avanza la destra xenofoba in Olanda" sia molto riduttivo e non tenga affatto conto della complessa realtà locale.
Mentre facevo shopping nel mercato turco ho assitito ad un episodio significativo. Una donna circa quarantenne dalle fattezze indiscutibilmente "dutch", incrociando un gruppo di giovani arabi o marocchini, probabilmente sotto l'effetto della troppa birra, ha cominciato a sbraitare, rivolgendosi a loro, insultandoli e dicendo in inglese che avrebbero dovuto tornarsene al loro paese. Tra i ragazzi , che la circondavano, e avrebbero potuto facilmente picchiarla e zittirla, un paio le ha risposto per le rime, ma la maggioranza, guardandola con compatimento, come una povera pazza, ha proseguito per la propria strada. La tolleranza è ambivalente.
Poi come tutti sanno, e spesso sanno solo questo dei Paesi Bassi, l'indulgenza olandese si spinge a livelli a volte a noi incomprensibili, per la prostituzione, la droga, le manifestazioni di protesta di chiunque e su qualunque argomento. Tornerò su questo tema prossimamente.
Se chiedo a mia figlia e mio genero le ragioni di tanta "flessibilità" mi rispondono che alla base c'è il calvinismo. Poi però non mi danno ulterori spiegazioni.
Così devo "ripassare" un po' di antiche nozioni filosofiche e poichè la memoria non mi sovviene, vado a compulsare "Google" e "Wiki" qua e là.
Ho trovato talmente tanta roba che dovrò scrivere a puntate. Non ho certo la presunzione di fare un trattato, ma solo di riordinare le idee soprattutto per me stessa.
Da secoli l'olanda è abituata all'accoglienza di etnie e confessioni religiose diverse, e ha sviluppato un sistema di alleanza politica e religiosa, un Consociativismo, che potesse raggiungere fini comuni per il benessere di tutte le confessioni religiose e contrastare la laicità. Fino alla fine della seconda guerra mondiale il sistema consociativo riuscì gestire il Paese, ma fu costretto a ridisegnarsi nel dopoguerra. L’occupazione nazista e la dura persecuzione della componente ebraica del Paese avevano fatto nascere all’interno e tra le diverse confessioni religiose un’organizzazione che riuscì a sviluppare una efficace rete di solidarietà verso i perseguitati, l’Interkerkliijke Contact in Overheidszaken (ICO). Questa struttura interconfessionale sopravvisse alla guerra e divenne gradualmente l’interlocutore ufficiale dello Stato per conto di tutte le confessioni religiose, accompagnando una graduale, ma decisa laicizzazione della società.
Ho tratto queste spiegazioni dall'articolo "Il consociativismo olandese alla prova della globalizzazione" , che invito a leggere per approfondire.
La tesi dell'autore di questo articolo è che tale consociativismo religioso sia alla base dello sviluppo di quella tolleranza emblematica olandese che ha retto per molti anni, e che sta cominciando solo adesso a presentare qualche incrinatura.
Sarebbe anche alla base del progressivo spostamento del sistema di scuola pubblica verso quella privata (per garantire scuole di confessioni religiose diverse), ma senza nulla togliere al grande impegno di politica giovanile, per garantire a tutti i giovani un alto grado di educazione e le migliori condizioni di crescita.
La privatizzazione scolastica e della sanità, sembrerebbe una cosa negativa, ma nella realtà olandese, non funziona poi tanto male. Il governo olandese prevede assegni familiari per i costi necessari ad allevare i bambini. Qualsiasi genitore che vive nel paese, di qualsiasi estrazione sociale o etnica, riceve dei contributi trimestrali fino al compimento di 18 anni dei loro figli.
Grazie a una legge recentemente approvata, lo Stato ora dà anche una mano ai genitori nel pagamento del materiale scolastico.
Dall'esperienza di figlia e genero che ormai vivono lì da 4 anni, ho scoperto che lo studio universitario e post, sono particolarmente privilegiati. Soprattutto per gli olandesi, che hanno agevolazioni per l'alloggio, i mezzi di trasporto, quasi gratis (tutti studiano fuori casa, e l'autonomia è grandemente incoraggiata), ma anche per chi viene da altre nazioni. Chi fa un "dottorato di ricerca" ha un contratto di lavoro vero e proprio, con contributi pensionistici e ferie pagate, e stipendio rapportato al costo della vita e degli affitti (cari).
L'assistenza sanitaria di base è garantita a tutti, poi esistono "pacchetti" di costo diverso per avere diversi livelli di prestazioni, dai più specialistici ai più sofisticati.
Certo è facile essere generosi quando si è tanto ricchi come sono gli Olandesi. E sono ricchi perchè il Capitalismo, secondo alcuni, è nato qui. (Continuo la prossima puntata).

domenica 25 aprile 2010

Rientro all'amara patria.

Da pochi giorni sono rientrata da un breve soggiorno in Olanda: accolta da notizie che non so neppure definire (tragiche?disastrose?). La migliore è che Fini dopo 17 anni di allenza con Berlusconi si accorge che il "padrone del vapore" oltre a spadroneggiare un po' troppo, concede troppo spazio a Bossi e ai suoi intolleranti accoliti. Domanda che sorge spontanea: dove stava prima il signor Gianfranco? Qualcuno dice che ha alzato solo ora il capo poichè con le elezioni, il partito si è consolidato e quindi le sue rimostranze fan danni limitati....Abbastanza convincente, ma tradotto sarebbe come dire: ora che la Lega ha preso molti più voti, e l'è montà in scagn, bisogna pur chiarire le posizioni all'interno del partito.
Curiosa la posizione del PD, che pare sonnacchiosamente aspettare qualche sol dell'avvenir, ad esempio un coagulo di Finiani, Casinisti e Rutelliani che faccia finalmente un bel partito d'opposizione.
Oltre alla vicenda di Emergency, per fortuna finita bene, la cronaca della settimana ha registrato una raffica di notizie sulle rappresaglie contro i bambini, privati a volte del cibo, a volte dello scuolabus, svoltesi principalmente in quelle terre leghiste tra Brescia e Treviso. Dalla diretta di Annozero sono emerse delle Erinni Padane, che con le nari fumanti hanno scagliato invettive contro le madri extracomunitarie, ree di non pagare la mensa dei loro bimbi per fare le furbe, e contro il mecenate di destra (ma non leghista) che si è offerto di pagare in loro vece. Mentre il sindaco ha lasciato intendere che i suoi provvedimenti negazionisti in fatto di contributi per gli alloggi, i bonus bebè, e qualsivoglia aiuto, sono finalizzati a fare emigrare gli emigranti dal suo comune verso altri lidi più tolleranti.
Ultima chicca di ieri per ben concludere la settimana: una proposta leghista per vietare l'apertura di esercizi commerciali da parte di extracomunitari, se non dopo un esame di lingua italiana (e fin qui, va bè), ma soprattutto senza insegne in lingue straniere, tipo Kebab, concesse invece le insegne in dialetto, tipo: Bùtega dai carn . Questo allo scopo di contenere il dilagare di queste culture multirazziali nel nostro paese
Proprio perchè appena rientrata, non posso fare a meno di confrontare la situazione italiana a quella olandese. I locali stranieri ad Amsterdam si sprecano e si fa fatica a trovarne uno autoctono, a volte poi i camerieri ed esercenti parlano solo inglese, e anche gli olandesi devono rivolgersi a loro in questa lingua..Di questo strano e a volte contradditorio comportamento degli abitanti dei Paesi Bassi, vorrei parlare più a lungo nel prossimo post.
Oggi è il 25 aprile, in questi ultimi anni anche questa ricorrenza è pretesto per polemiche, scontri e revisioni. Non ho parole: ci sono state una dittatura, un odiosa guerra, un eccidio di innocenti, alcuni idealisti e coraggiosi italiani l'hanno combattuta anche con la forza, a volte con la violenza, cosa che aborro sempre, ma in quel caso giustificata, e ne siamo usciti LIBERI. Che altro c'è da aggiungere?

domenica 28 marzo 2010

Poca gioia ha dell'urna.

Sol chi non lascia eredità d'affetti, come dice il Foscolo, mentre gli altri, quelli del partito dell'amore, sai quanta gioia in quest'urna, elettorale, si...peccato.
Qui in Friuli non si vota. E' una giornata primaverile, e il mondo sembra girare per il meglio, ma tra un po' si accendono le TV, e incomincia la solita tiritera sui posti di lavoro persi, sulle proteste degli immigrati, su tutte le cose che vanno a scatafascio.
Speriamo che qualcuno tra i votanti se ne sia accorto, e riesca ad avere la lucidità mentale di non attribuire i guai del paese al pregresso governo, visto che di riffa o di raffa, ormai Berlusconi e i suoi sono al governo da 15 anni.
Si sa che i governi son sempre colpevoli, ma LUI invece no, e guai a rivolgergli qualche critica, non sopporta nemmeno il trito ed innocuo:"piove governo ladro". Sono proprio curiosa di vedere se nel dopo-elezioni i criminosi talk-show, e i faziosi Santoro saranno riammessi alla RAI, secondo me NO, mentre i giornalisti più illuminati come Minzolini e Vespa, continueranno imperterriti il loro cicaleccio.
Comunque chi come me ha avuto modo con satelliti o computer di vedere "RAIperunanotte", può godere di aver gabbato l'abominevole censura in odor di Ceausescu. Non lo sa l'imaginifico Berlusca, che non c'è niente di più allettante che fare una cosa proibita? Infatti al di là delle solite cifre che destra e sinistra si rimbalzano, penso che la trasmissione sia stata più seguita di quando andava in onda in modo regolare.
Poi non si obietti che non c'è contraddittorio, oltre alle interviste di piazza con gli irriducibili amorevoli fans berlusconiani, c'è stata financo un'intervista a Fede, una visione orripilante, al pari del suo datore di lavoro infatti il sedicente giornalista utilizza uno strato di cerone , ed una quantità di tintura per capelli, che basterebbero a truccare una compagnia di guitti per 10 rappresentazioni, almeno.
Che pena, anche questo voler apparire ciò che non si è: suona sintomatico di una squallida tendenza di cui è pervasa la maggioranza dei pidiellini. Lo scorrere inesorabile del tempo, l'invecchiamento, le rughe, la fisiologica caduta di denti e capelli, in una parola tuttociò che biologicamente si definisce "apoptosi", è una proprietà intrinseca della cellula, finanche di quella tumorale, è un fenomeno che chi pretende di sconfiggere il cancro deve studiare, e sa che porta inevitabilmente alla fine. Staremo a vedere se o quanto ingloriosa.

venerdì 12 marzo 2010

Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole.

Alzi la mano chi almeno una volta nella vita non è stato gabbato, e magari l'ha vissuto come ingiustizia, dalla ineluttabilità di regole rigide di qualche concorso, dalle inderogabili scadenze di balzelli, o dagli improrogabili limiti di accesso a qualche servizio.
Non molto tempo fa', ho dovuto sborsare 300 euro, e mi sono pesati assai, per aver dimenticato di segnalare chi era alla guida della mia auto in divieto di sosta. La multa l'avevo pagata subito regolarmente, ma poichè era prevista anche una detrazione di punti dalla patente, in piccolo piccolo, sul retro dell'avviso di multa da pagare, c'era anche scritto che si doveva segnalare, entro 30 giorni, chi era alla guida dell'auto, pena la sanzione salata di cui sopra. Al comando di polizia municipale, dove sono inutilmente ricorsa per evitare il pagamento, mi è stato spiegato dall'intransigente impiegato, che la norma è stata introdotta, perchè molti facevano i furbi contestando la multa e la detrazione di punti, e sostenevano di avevano prestato l'auto senza ricordarsi a chi, e che quindi non era responsabilità loro se qualcun altro, sconosciuto, aveva infranto il codice a bordo del loro veicolo.
Ho chinato il capo e pagato: forse era giusto, non so, ma da me la vicenda è stata subita come una vessazione e un balzello che il comune ha deliberatamente architettato per incassare di più e sanare il proprio bilancio. Ma quel che è scritto nero su bianco va rispettato anche se non piace.
Potrei dilungarmi su episodi simili, di danno e beffa subiti per qualche leggerezza e distrazione nell'osservanza delle norme. D'altra parte le regole servono e spesso ci tutelano.
Ora però mi domando, perchè SOLO per quel partito che ormai detiene il potere in modo prepotente, corrotto ed arrogante, disattendere le REGOLE , non solo non è sbagliato, ma non deve assolutamente essere penalizzato e addirittura lo si vuole far passare per un tranello, un intrigo degli avversari.
E' il partito della libertà di fare quel che ci pare, là dove si puote e anche dove non si puote, e più non dimandate.
Nella mia regione non si vota, peccato. Saprei come votare, anche se venissero riammessi gli esclusi. E mi appello anche a chi ha avuto fiducia in questo partito e l'ha finora votato. La democrazia consiste anche nel penalizzare chi ci delude. Purtroppo nutro poche speranze che il buon senso abbia la meglio.
Ma quello che maggiormente mi deprime, è che il presidente della Repubblica, la figura istituzionale di garante della democrazia e della costituzione in questo paese, pare aver perso ogni lucidità e capacità di giudizio. Perchè? Non riesco a spiegarmelo.
Mi vengono solo in mente le tristi vicende dell'insediamento del fascismo in italia, e quello che fece il re in quelle circostanze. Firmò sempre TUTTO quello che gli venne proposto dal duce, dalla dichiarazione di guerra, alle leggi razziali. E scappando al momento della resa dei conti si è meritato non a caso il soprannome di "re fellone". La sua degna progenie può solo cantare canzonette e non può certo ambire a qualche credibilità.
Ora non sto augurandomi che Napolitano vada in esilio, ma almeno in pensione sarebbe il caso che ci andasse.

martedì 23 febbraio 2010

Te la do io l'america!

Sarà perchè in questi giorni mia figlia è a New York, oppure sarà il film che ho visto ieri sera, l'ennesimo in cui i bravi soldati americani sistemano le cose col cattivo di turno, di volta in volta o i pellerosse o i giapponesi, o i tedeschi, o infine i mediorientali, sicchè mi è venuta da fare qualche riflessione sul grande paese.
Fino ai 10-12 anni vedevo l'america e i suoi abitanti come una fiaba, un posto dove tutto era perfetto, a metà tra i film di Doris Day e Disneyland, irraggiungibile e fantastica, un'isola che non c'è, ma invece c'è eccome, abitata dai prodi cavalieri che ci hanno liberato dall'oppressione dei tedeschi; ma non eravamo loro alleati? Allora perchè si chiamano alleati gli americani boh? Misteri difficili da risolvere a 11 anni.
Poi ho iniziato ad adorare la loro musica, Gershwin e Rogers, Presley, Amstrong, Frank Sinatra e Bing Crosby, in quale paese si può trovare qualcosa di meglio?
Sui 20 anni, ai tempi di "c'era un ragazzo che come me..", ho cominciato a pormi delle domande, ma non troppe, e anzi mi infastidiva vedere scritto sui muri dell'università NIXON BOIA con la svastica al posto della X, che diamine, come si fa a paragonare a Hitler un presidente americano, anche se non bello e simpatico come Kennedy?
Col mio ragazzo di allora (l'attuale mio marito) avemmo anche delle divergenze, lui sosteneva che tutto, cinema, musica, letteratura, era troppo filoamericano, che assorbivamo troppa cultura che non era veramente nostra, e ci adeguavamo con troppa condiscendenza ad una imposizione consumistica. Ma le sue considerazioni non avevano presa su di me, l'america sbrilluccicante di Hollywood e Broadway, era molto più invitante e fruibile di una squallida russia stalinista, piena di falci e martelli, di stakanovisti e tristi fabbriche, o peggio la China di Mao, con i milioni di omini in grigio, inquadratissimi che sventolano il libretto rosso.
Penso di non essere stata l'unica a pensarla così a quei tempi.
Oggi è diverso. Sono io più matura (forse non solo di anni, ahimè), e poi le nazioni, la politica, l'economia, tutto è molto cambiato, e sicuramente è molto difficile continuare a guardare ai marines statunitensi come ai salvatori del mondo, e all'america come al modello per eccellenza.
Tornando alla riflessione da cui son partita, e quindi i bei film western o di guerra, c'è una , dico una guerra, anche solo in questo ultimo secolo, in cui gli USA non abbiano messo becco? Si tratti di oriente, o europa, o africa o sud america, ci son sempre le loro "forze" in campo a fare ripulisti e sistemare le democrazie. Nonchè le loro intelligenti bombe a fare stragi.
C'è uno solo dei vizi capitali della nostra epoca che non derivi da loro, e che non sia diventato ben presto nostro? Istruzione sempre più superficiale, scuole e sanità sempre più attentate dal privato, fobie e paure del diverso (e quindi razzismo) sempre più diffuse, consumismo sfrenato, ricerca della felicità nell'equazione più denaro=più successo=più soddisfazione di ogni piacere, sette e stregonerie al posto spiritualità e raziocinio. Forse dimentico qualcosa?
Sforzando la memoria, mi viene in mente un servizio televisivo di qualche anno fa', ancora al tempo del protocollo di Kyoto. Si intervistavano persone qualunque di una qualche provincia americana, su quanto sapevano del riscaldamento della terra e sulla necessità di prendere provvedimenti. Il vuoto. Rimasi colpita dalla risposta di una distinta signora che affermava: noi stiamo bene così, è un problema che non ci riguarda, ci pensino gli altri.
Spreco e disprezzo del resto del mondo: la media americana di consumo di carne pro capite è di più di 100 kg all'anno, per produrre 1kg di carne di manzo occorrono 16.000-20.000 litri d’acqua, fate un po' di conti, e questo è solo un esempio. Poi c'è lo spreco di petrolio, e di energia, con ricadute sull'inquinamento, e il riscaldamento globale.
Non siamo certo noi italiani a poter fare le prediche visto che li seguiamo a ruota, i nostri miti. Ora che siamo cresciuti però dovremmo anche pensare a cambiare modello.

venerdì 12 febbraio 2010

Gas soporiferi.

L'italia è uno strano paese: gli scandali si susseguono a velocità tale che si fatica a star loro dietro, non passa giorno che non ci siano sensazionali notizie di avvisi di garanzia e/o di sommersi vizi e corruzioni di persone eccellenti. Stiamo assistendo ad un fenomeno singolare, la totale indifferenza per tutto ciò, che scivola via sulle nostre teste prima ancora che possiamo dire "ba". Una ignavia, un'accidia che ci permea di rassegnata impotenza e ci priva anche della volontà di reagire. Una volta in un film di fantascienza avevo visto qualcosa di simile, una specie di "spectre" faceva erogare gas nervino che ottudeva le menti, così da prendere facilmente il potere sul mondo.
Sarà così? Forse i grandi fratelli e i festival di sanremo, i mondiali in HD e gli intrattenimenti ridanciani televisivi fanno le veci del sinistro gas.
Il risultato è uguale. Nulla ci sfiora e ci indigna: nè la corruzione dei politici, nè le tangenti a suon di escort, nè la profonda abiezione morale che ogni giorno dal pulpito pubblico e televisivo dà spettacolo di sé con protervia (e con l'assoluzione dei vertici della chiesa!).
Non entro nel merito di chi sia colpevole, o se lo sia effettivamente, dovrebbero esserci le autorità competenti a stabilirlo. Ma qualcosa non funziona: subito dopo l'annuncio clamoroso di truffe e corruttele, arriva puntuale la smentita. Un errore, un fraintendimento, un tranello, un complotto.
Quindi le cose stanno così: o abbiamo una magistratura effettivamente da buttare in blocco, fatta da cospiratori rossi, o stolidi incompetenti totali, oppure le "prove" che spingono tali magistrati a muoversi sono tanto inconsistenti da svanire come neve al sole. La terza ipotesi è che ci sia una naturale propensione italica a insabbiare. Propendo per quest'ultima, anche alla luce degli avvenimenti di cui son stata testimone nei miei 60 anni di vita. Forse la memoria mi inganna , ma c'è qualche losco "affaire" italiano che sia stato chiarito? Bombe , attentati, omicidi, scandali economici, sospetti di intrallazzi mafiosi, da Fanfani, Andreotti & C in poi, nulla si è mai dipanato.
Solo la pervicace costanza dei giudici di Milano negli anni '90 è sfociata in una vera e propria pulizia, con processi ed arresti. Ma a che prezzo! Ed oggi c'è pure un revisionismo di questa unica buona pagina pulita della nostra repubblica, si affossano i giudici, e si santificano come martiri i condannati, beccati con le mani nel sacco.
E' pura utopia auspicare un po' di trasparenza? Non si sa se rimestare nel fango sia uno sport praticato più a destra o a sinistra. Di certo l'attuale governo ama mettere le toppe e i bavagli a ogni sospetto, e di fatto mentre i rei e presunti tali di sinistra, si affrettano a dare le dimissioni, come è giusto e sacrosanto, per gli esponenti di destra c'è sempre qualche giustificazione o qualche decreto "SALVA-PINCO". Tale ha già annunciato il premier per togliere le castagne dal fuoco a Bertolaso: faremo una legge per tutelare chi è indispensabile all'emergenza spazzatura.
Sembra una barzelletta di quelle che il presidente del consiglio ama sciorinare ad ogni occasione e intervista.
Ora si annuncia anche un bavaglio alle trasmissioni TV troppo faziose (leggi veritiere), non avendo trovato altre strade si invoca l'inefficienza della par condicio.
Insomma tutti in riga, zitti e mani in seconda! Ad aspettare un altra zaffata di gas.

venerdì 5 febbraio 2010

Impedimenti.

Me lo immagino così, davanti al padreterno, con la sua solita tracotanza da impunito!!
Devo riderci su per non piangere, pretendere di essere al di sopra della legge, anche se solo quella umana, è talmente fuori dai seminati che sembra roba da Caligola o altri imperatori scoppiati.
Giovedì sera non ho resistito alla tentazione di vedere Annozero. Questa trasmissione insieme a quella di Augias, Le storie, in onda alle 12,40 su Raitre, sono le sole che vedo in RAI (abbonamento cheap...ma per 2 sole cosette così, un po' caro).
Ma mentre L'Augias quotidiano me lo posso godere all'ora di pranzo, solo da quando sono pensionata, e non mi fa mai andare nulla di traverso, la serata con Annozero diventa l'incubo del mio cagnetto, che di solito dorme serenamente sul divano accanto a me, ma poichè è un cane sensibile e pauroso, sentendomi alzare la voce e fare i commenti indignati ad ogni intervento di Ghedina, si spaventa e scappa sotto il tavolo. Ovviamente ieri sera si è parlato di giustizia, di mafia, delle rivelazioni di Ciancimino figlio e del processo breve.
E' inutile che faccia il riassunto, chi vuole può vedere la replica sul sito RAI, vorrei solo esprimere alcune mie riflessioni, che ovviamente non interessano nessuno, ma lo devo al mio fedele cagnolino. Mentre Travaglio faceva la sua relazione dei fatti, pensavo:" Se un alieno superpartes sbarcasse qui e vedesse la situazione italiana , che idea potrebbe farsi? "
Constaterebbe che esiste un parlamento, delle leggi morali e materiali, una costituzione, una magistratura per amministrare la giustizia e far rispettare le regole, e un sommo pontefice che sorveglia la moralità degli individui, insomma delle regole ben precise per un paese democratico e civile. E poi con grande meraviglia, constaterebbe che c'è un capo in odore di aver disatteso alcune regole (anche morali), ma che vuole esserne al disopra, e i suoi ministri lo proteggono e lo agevolano, il sommo pontefice lo assolve. Non solo, ma tutto il governo da lui presieduto, è contro la magistratura, che è considerata un covo di cospiratori, e la popolazione, che deve assoggetarsi alle regole che lui rifiuta, lo plaude.
Pazzesco no? Non occorre essere alieni per capirlo, ma fingiamo di esserlo per non farci influenzare dai Travaglio e dai Santoro. Anche sforzandomi però non riesco a trovare logica questa situazione.
L'intervento di Giorgio Bocca, è stata l'altra cosa che mi ha fatto riflettere. Guardo quel grande vecchio con estrema ammirazione. Dall'alto della sua intoccabile e inavvicinabile saggezza può permettersi di parlare fuori dai denti senza ipocrisia, e rispondere all'osservazione provocatoria di Santoro: "Lei critica il sultano, ma gli italiani lo hanno votato" e lui prontamente ribatte un secco: "E hanno fatto male!" Bellissima puntualizzazione, chiara e semplice che nessuno ha mai il coraggio di fare! Gli italiani sbagliano, hanno sbagliato ad avere fiducia in Mussolini, e solo la tragedia li ha fatti (momentaneamente) rinsavire. Si scrivono trattati e si spendono fiumi di parole per giustificare il largo consenso di Berlusconi: perchè? Perchè sembra del tutto ingiustificato, i fatti sono tutti a suo sfavore: l'occupazione è in grave stato di allarme, lui dice di avere abbassato le tasse e parla demagogicamente dell'abolizione dell'ICI. Ma in realtà i numeri dicono che la pressione fiscale è invariata se non addirittura aumentata. Ognuno può constatarlo obbiettivamente nelle proprie tasche. Sono tutti felici e contenti, ma poi scavando c'è scontento tra operai, imprenditori, commercianti, pensionati, insegnanti, precari, studenti e ricercatori. Da quali categorie nasce quindi il grande consenso al sultano? In una puntata delle storie di Augias, di cui sopra, il giornalista del Corriere Pierluigi Battista dice che secondo la sua opinione si vota il PdL perchè dall'altra parte non c'è nulla di meglio, un po' come ai tempi della DC, quando i partitini erano o troppo piccoli o troppo faziosi, e l'altra unica alternativa era un improponibile Komunismo in odore di stalinismo. Secondo Battista perciò gli italiani non votano "PRO" Berlusconi, semplicemente non votano nemmeno PRO opposizione, diverso sarebbe il voto se si esprimesse un "CONTRO".
La spiegazione mi convince fino ad un certo punto, se ci fosse un vero scontento la gente andrebbe a dare un voto di disapprovazione, magari anche se non troppa convinta. L'alternanza del bipolarismo dovrebbe servire a questo. Invece noi italiani votiamo per "L'uomo carismatico", siamo alla ricerca freudiana dal Grande Padrone che guida con mano ferma, ma è anche buono e paternalistico (e incarna anche un po' dei nostri difettucci, così ci può perdonare meglio).
Senza Berlusconi il PdL sarebbe già affossato da tempo. Penso purtroppo che debba passare ancora molta, non acqua, ma merda sotto i ponti, perchè ci sia una alzata di testa da parte del popolo. Nel frattempo saremo sommersi.

domenica 24 gennaio 2010

TV educational.


Se qualcuno, come me, non ha mai visto il grande fratello, per una volta faccia eccezione e guardi almeno questo video: è molto educativo. L'ho trovato mentre cercavo su google la notizia di qualche giorno fa sull'episodio degli insulti alla bambina Down, avvenuto in una pizzeria a Treviso.
La notizia mi era sfuggita, perchè da un po' soffro di una certa nausea a seguire la cronaca. Non ho potuto però non sentire gli strascichi, e l'eco della bravata, quindi ne cercavo l'origine.
Non riesco a commentare il comportamento del tizio trevigiano, mi sento troppo coinvolta. La personale esperienza mi ha reso più sensibile riguardo ai "diversi", ai "disabili". Ma sarebbe augurabile che non occorra per forza avere tristi vicissitudini per comprendere la situazione dei meno fortunati, e comportarsi di conseguenza.
Torniamo invece al video del grande fratello. Non ce l'ho fatta a guardarlo fino in fondo. E' TROPPO noioso! Come si può seguire con interesse il dialogo di due ragazze che si vestono e strambottano sciocchezze, come fossero sole, a casa loro. Quale stimolo intellettivo o di qualsivoglia genere può essere generato dall'osservare dal finto buco della serratura una vita quotidianamente finta e punto coinvolgente di gente che si fa la barba, la doccia, si veste, esterna parolacce, bisticcia e pindola per casa nullafacente? Mi sfugge. Ma mi induce alla malinconica riflessione di quali e quanti falsi valori ci vengono subdolamente instillati giorno dopo giorno dalla TV del bengodi, della società dell'opulenza, del divertimento ad ogni costo, delle vacanze e dei telefonini, in una parola dell'apparire e non dell'essere.
Ciliegina sulla torta, leggo del decreto di governo che vuole impedire la programmazione su Sky dei film vietati ai minori, dalle 8 alle 24. A parte il fatto che Sky programma già in orari notturni film hard, e che fornisce ai suoi clienti un "parental control" per evitare la visione ai minori di film indesiderati, questa mi sembra solo l'ennesima norma che vuole colpire le TV a pagamento rivali del nostro strano caso di governo che è anche TVpubblica-privata.
Quindi mentre stiro di pomeriggio non potrò vedere "Arancia meccanica", neanche pagando, invece potrò abbuffarmi di "grandi fratelli", di quiz con sgarambolone discinte, di esposizioni di tette e lati B, ad ogni fascia oraria e ogni piè sospinto. Pare che sia ritenuto molto più diseducativo un film di Kubrick che una puntata "fratelliana". Giudicate voi.