venerdì 24 settembre 2010

Viaggio nelle terre basse.

Quest'anno niente Grecia, ma Olanda.
Ormai faccio 2 viaggi all'anno nei Paesi Bassi, ultimamente sempre in auto, quindi attraversando Austria e Germania, con una tappa di solito in Franconia. Guida solo mio marito, così io guardo e rifletto e prendo appunti di confine...
Mi è un po' dispiaciuto lasciare gli ultimi tepori settembrini per andare dove l'autunno è già un dato di fatto. Là però mi attende la ricompensa di vivere l'atmosfera di paese più evoluto, benchè definito basso, e la sensazione che le cose girino meglio. Ovviamente per gli ospiti di pochi giorni è sempre così. Se uno poi in un posto ci vive sempre, sicuramente vengono fuori le magagne.
Ma come faccio a non apprezzare le famigliole in bicicletta, la pulizia nelle strade, i quartieri lindi e circondati dal verde? E la efficienza dei mezzi pubblici dove la mettiamo? Diventa inevitabile paragonare questa scelta di vita con le pezze che si mettono da noi al problema del traffico e all'inquinamento nelle nostre città, con le patetiche domeniche a piedi, o le targhe alterne solo due giorni all'anno, o i pedaggi in centro pagati solo da due sfigati, mentre tutti gli altri hanno le deroghe.
Ad Amsterdam chi gira in auto paga salatissimi i parcheggi, e anche i residenti pagano per usare il suolo pubblico. Per i furbi le multe sono puntuali. Le biciclette la fanno da padrone, ma ci sono piste ciclabili ovunque, si può andare da Amsterdam a Utrecth pedalando, se si hanno buone gambe. Se non si può o non si vuole pedalare, ci sono dei trabiccoli a motore, molto usati dagli anziani che sfrecciano sui marciapiedi e possono entrare con questi anche nei negozi e nei musei. Se non si vuole nemmeno il trabiccolo ci sono autobus e tram, spediti e celeri, tutti accessibili anche a chi ha problemi di deambulazione. Le zone pedonali sono tali davvero.
L'ultima sera prima di partire sono andata ad una specie di sagra nel quartiere turco (Dapperplein). La zona era chiusa al traffico, erano stati installati servizi igienici volanti, e c'era una auto di pronto intervento sanitario appostata per ogni evenienza. Non avevo mai visto tanti anziani e disabili ad una sagra. Sono anni che non vado mai alle manifestazioni che il mio comune organizza. Non c'è parcheggio...gli autobus sono uno ogni morte di papa, dopo 2 minuti di faticoso cammino in mezzo alla folla sono stanca e non so dove appoggiarmi...quindi rinuncio.
Non capisco come mai il grado di civiltà di un paese debba inevitabilmente essere inversamente proporzionale alla mitezza del clima. L'asse Amsterdam-Patrasso (mie mete abituali) ne è l'esempio lampante. E di pari passo nell'asse Nord-Sud, viaggiando in autostrada, si nota la curva in discesa di pulizia e praticità dei servizi igienici negli autogrill.
In Germania, è vero che si pagano 50 cent (in parte rimborsati con sconto su una consumazione), ma le toilette sono specchi, oltre ai fasciatoi per cambiare i bimbi, che talvolta si trovano anche in italia, ci sono alcuni lavandini più bassi dove anche i bambini o chi è in sedia a rotelle si possano lavare le mani. Ci sono inoltre perfino le ciotole dove i cani possono abbeverarsi, e il vaso del gabinetto è dotato di un marchingegno con sensore di movimento per azionare lo sciacquone e una spazzola girevole che pulisce e disinfetta il copritazza. E infine...perfino un defribillatore posizionato accanto all'estintore.
In Italia il caso o la necessità regolano l'accoglienza nelle aree di servizio, che comunque si van facendo vieppiù carenti verso sud. Il massimo fu per me l'esperienza durante un viaggio nel peloponneso, qualche anno fa. Niente autostrade, quindi niente aree di servizio, ma raramente qualche baretto o chioschi, per bere o mangiare..ma non altro.
Dopo molto km e molte bevande, ormai allo stremo, decisi che il prossimo baretto doveva per forza essere utilizzato anche per necessità fisiologiche.
Cesso alla turca...ma stile anni 50. Cieco e senza illuminazione, perché seppi dopo c'era uno sciopero dell'azienda elettrica, ma prima di accedervi, un addetto mi fornì di candela, purtroppo non deodorante.