mercoledì 16 febbraio 2011

Depressione.

LUI (B. ovvio, chi se no?) è tranquillo, vivrà fino a 120 anni e governerà...almeno fino al 2013.
Invece io non so se vivrò almeno quanto basta per vedere un cambiamento. Sono in preda a una depressione nera, non vedo schiarite, fuori il cielo è bigio, ho problemi di salute, e quindi tutto mi si confà ad una visione pessimistica.
Tetre considerazioni su :
1) Donne in piazza. Tante, ma poche, troppo poche per dare un segno che qualcosa sta realmente cambiando. E' bello vedere che ci sono donne serie e oneste che manifestano per la propria dignità. E' triste che nel 2011 ci sia bisogno di questo tipo di manifestazione. Cosa ne avrebbe detto mia madre che nel 1946 (l'anno prima che io nascessi) votò per la prima volta nel referendum monarchia-repubblica? Dopo quel primo passo avanti, tanti ne sono stati fatti, e da ventenne pensavo che la strada dell'emancipazione femminile fosse ormai tutta in discesa. Non avrei mai e poi mai pensato che si sarebbe arenata ad Arcore. Non mi piace l'idea che si debba sempre ricorrere alle proteste per ribadire quello che è ovvio, cioè che l'essere umano di sesso femminile è uguale, ha pari doveri e diritti di quello maschile e ha solo una diversa funzione biologica, e non è merce. Ancora più triste sentire le affermazioni delle "Vallette di Sanremo": Manifestazione? Quale? Per cosa? Non sappiamo cos'è e non ci interessa. Difficile sarebbe stato il contrario per loro, ma quante ce ne sono come loro, ahimé, altrettante di quelle in piazza.
2) Ferrara e la contro-manifestazione, Dal Verme...al lombrico, sempre strisciante e sempre viscido. Non ci sono commenti. Ferrara è come Sgarbi, uno che si commenta da sé. Crede che fare affermazioni paradossali, e spararle grosse urlando a tutto spiano, possa dare la sensazione di dire cose intelligenti.
3) Processo del 6 aprile prossimo al presidente del Consiglio. Vorrei esprimermi in controtendenza, senza tenere conto dell'evidenza dei fatti, dell'ovvietà, delle cose ripetute alla nausea da giornali e oppositori. Una riflessione fantapolitica alla Ferrara insomma, che egli sia davvero perseguitato dalla magistratura fin dal 1994, l'anno in cui decise di entrare (anzi scendere, come dice lui) in politica. Procedo, in linea con la mia formazione scientifica, alla dimostrazione di un enunciato benché assurdo, con delle tesi razionali. Primo dubbio sorge nel capire per quale arzigogolato motivo l'opposizione abbia voluto ricorrere sin da subito alla magistratura per far cadere l' avversario. A quei tempi era forse più facile batterlo mettendo un bel legittimo impedimento a causa del conflitto d'interesse, per farlo fuori in modo diretto e pulito senza aspettare di trovare una magagna penale, rischiando magari di non trovarla. Ma ammettiamo che l'opposizione, nella sua cieca e scomposta lotta, si sia fissata con sta cosa della magagna penale. Allora se io sono Berlusca, già allertato nel '94 e anni a seguire, che faccio? Non vado a difendermi MAI, per sbugiardare e delegittimare una volta per tutte la magistratura, e già questo puzza. Almeno però mi trincero in una specchiata vita, in cui sia difficile trovare macchioline che offrano spunti giudiziari. Non mi metto APPOSTA nelle situazioni più scabrose ad offrire il fianco. Questo vuol dire che o è incosciente, o è molto arrogante e sicuro della difesa della sua corte di vassali.
3) Popolo dei vassalli. Guardo esterefatta le facce dei suoi difensori, a cui non scappa neanche da ridere mentre affermano che il premier era nell'esercizio delle sue funzioni mentre telefonava in questura per evitare un incidente diplomatico.
Cicchitto a Ballarò, parlava come se dicesse cose serie. E solo un lieve irreprimibile sorriso d'imbarazzo, traspariva "motu proprio" sul volto di Maroni interrogato sull'argomento da Fazio.
Nelle migliore delle ipotesi i cortigiani con più coscienza, tacciono e si defilano, vergognandosi nell'intimo. Le donne stile Santanchè invece nella tradizione di puttanaio più scalmanato, diventano vere erinni nella difesa del loro padrone.
Ecco, tuttociò pesa grandemente sul mio provato umore, e mi deprime.