sabato 2 ottobre 2010

Bestemmie di stato.

Qualcuno anziano come me, o magari di più, si ricorderà dell'insegna in era fascista e immediatamente post, che sanzionava la bestemmia (e lo sputo) in luogo pubblico. Oppure chi è giovane si ricorderà che recentemente al "Grande fratello", o " L'isola degli sfigati" o " Fratello-sfigato" o come si chiama il famoso programma per dementi guardoni, ci fu una polemica per la bestemmia di uno dei partecipanti, poi espulso, credo, non sono molto informata.
Vivendo in Friuli devo ammettere che le bestemmie non mi fanno più scandalizzare, i friulani hanno il vizio, ovvero l'abitudine deprecabile di sciorinare bestemmie intercalate ai normali discorsi. Non sono imprecazioni, non vengono dette con rabbia o per sfogarsi di qualche divina ingiustizia, o almeno quasi mai. Sono invece una particella declinabile del discorso, una coloritura personalizzata, a volte anche geniale, espressa senza cattiveria. Così come qualcuno ha il vezzo di ripetere "cioè", o "niente", o " ecco" continuamente e fuori luogo, così il friulano, anche non necessariamente di bassa estrazione sociale, inframmezza alle sue frasi, alcuni epiteti rivolti alle divinità o ai santi.
Questa premessa, qualche mente sagace l'avrà già percepito, per arrivare all'ultima esternazione berlusconiana di cui anche l'Avvenire si è lamentato. Egli non ha la scusa di essere friulano, e nemmeno di essere perseguitato da Dio, semmai solo da alcuni magistrati rossi.
Ma se pure avesse delle scuse, come quelle che presenta (sono simpaticone, mi piace fare la battuta...sono un piacione barzelliettere), ebbene in questo caso non reggono.
Le sue battute, le sue freddure, sono sempre discutibili. Il suo machismo da strapazzo e il suo humour da caserma poi fanno pena. Solo i poveri di spirito come lui sono in grado di apprezzarle.
Ma il deridere un membro del parlamento (la Bindi) eletta come lui, con pari dignità istituzionale (mooolto superiore a lui, secondo me) è già di per sé un atto incivile, ma diventa insopportabile se condito dalla bestemmia.
Non riesco a immaginare nessun esponente della prima repubblica con in bocca insulti e bestemmie. Magari avevano in tasca il frutto del loro ladrocinio, ma lo facevano con più pudore, e in pubblico sapevano ben comparire.
Invece adesso c'è la tracotanza dell'impunità unita alla volgarità di parlare dai seggi di stato peggio che all'osteria.
Quanti fans ci sono ancora di questo buffone di corte, mascherato da reuccio?
Cosa altro deve combinare? Pazienza queste uscite vergognose, che ci fanno rimpicciolire e arrossire difronte al mondo, ma quali fondi occorre toccare prima del risveglio collettivo?
Forse la crisi non è ancora abbastanza grave, forse i disoccupati sono ancora troppo pochi, forse i giovani talenti che fuggono sono solo degli egoisti che lasciano in patria le menti migliori, a costruire il nostro futuro, forse c'è ancora poca spazzatura per seppellirci tutti, poca camorra, poca delinquenza, poca intolleranza verso deboli e oppressi, poca ingiustizia sociale, pochi troppo pochi privilegi da spartire solo fra amici del Giaguaro.
Invochiamo una catastrofe maggiore....magari poi smetteremo di ridere alle barzellette di regime.



1 commento:

Sassi a Parte di Ernestina Gallina ha detto...

Hai ragione,anch'io pensavo che avessimo toccato il fondo, ma evidentemente non basta!
ciao