martedì 4 maggio 2010

Tutta colpa di Calvino? (I° parte)

Come forse ho già raccontato, dopo ogni visita in Olanda, mi nasce la curiosità di capire alcuni aspetti contradditori di questo paese.
La multietnicità è un dato di fatto molto esteso, soprattutto ad Amsterdam. In autobus, in tram e per strada si vedono persone abbigliate nei modi più esotici e non solo nei quartieri turchi o arabi. Gli indonesiani e le genti provenienti dalle antille e caraibi sono ormai olandesi a tutti gli effetti.
Si respira un clima di tolleranza. Poi però si scopre che il partito di Geert Wilders è aumentato notevolmente in due città (Almere e Rotterdam) nelle ultime elezioni amministrative, benchè il titolo del Corriere della Sera "Avanza la destra xenofoba in Olanda" sia molto riduttivo e non tenga affatto conto della complessa realtà locale.
Mentre facevo shopping nel mercato turco ho assitito ad un episodio significativo. Una donna circa quarantenne dalle fattezze indiscutibilmente "dutch", incrociando un gruppo di giovani arabi o marocchini, probabilmente sotto l'effetto della troppa birra, ha cominciato a sbraitare, rivolgendosi a loro, insultandoli e dicendo in inglese che avrebbero dovuto tornarsene al loro paese. Tra i ragazzi , che la circondavano, e avrebbero potuto facilmente picchiarla e zittirla, un paio le ha risposto per le rime, ma la maggioranza, guardandola con compatimento, come una povera pazza, ha proseguito per la propria strada. La tolleranza è ambivalente.
Poi come tutti sanno, e spesso sanno solo questo dei Paesi Bassi, l'indulgenza olandese si spinge a livelli a volte a noi incomprensibili, per la prostituzione, la droga, le manifestazioni di protesta di chiunque e su qualunque argomento. Tornerò su questo tema prossimamente.
Se chiedo a mia figlia e mio genero le ragioni di tanta "flessibilità" mi rispondono che alla base c'è il calvinismo. Poi però non mi danno ulterori spiegazioni.
Così devo "ripassare" un po' di antiche nozioni filosofiche e poichè la memoria non mi sovviene, vado a compulsare "Google" e "Wiki" qua e là.
Ho trovato talmente tanta roba che dovrò scrivere a puntate. Non ho certo la presunzione di fare un trattato, ma solo di riordinare le idee soprattutto per me stessa.
Da secoli l'olanda è abituata all'accoglienza di etnie e confessioni religiose diverse, e ha sviluppato un sistema di alleanza politica e religiosa, un Consociativismo, che potesse raggiungere fini comuni per il benessere di tutte le confessioni religiose e contrastare la laicità. Fino alla fine della seconda guerra mondiale il sistema consociativo riuscì gestire il Paese, ma fu costretto a ridisegnarsi nel dopoguerra. L’occupazione nazista e la dura persecuzione della componente ebraica del Paese avevano fatto nascere all’interno e tra le diverse confessioni religiose un’organizzazione che riuscì a sviluppare una efficace rete di solidarietà verso i perseguitati, l’Interkerkliijke Contact in Overheidszaken (ICO). Questa struttura interconfessionale sopravvisse alla guerra e divenne gradualmente l’interlocutore ufficiale dello Stato per conto di tutte le confessioni religiose, accompagnando una graduale, ma decisa laicizzazione della società.
Ho tratto queste spiegazioni dall'articolo "Il consociativismo olandese alla prova della globalizzazione" , che invito a leggere per approfondire.
La tesi dell'autore di questo articolo è che tale consociativismo religioso sia alla base dello sviluppo di quella tolleranza emblematica olandese che ha retto per molti anni, e che sta cominciando solo adesso a presentare qualche incrinatura.
Sarebbe anche alla base del progressivo spostamento del sistema di scuola pubblica verso quella privata (per garantire scuole di confessioni religiose diverse), ma senza nulla togliere al grande impegno di politica giovanile, per garantire a tutti i giovani un alto grado di educazione e le migliori condizioni di crescita.
La privatizzazione scolastica e della sanità, sembrerebbe una cosa negativa, ma nella realtà olandese, non funziona poi tanto male. Il governo olandese prevede assegni familiari per i costi necessari ad allevare i bambini. Qualsiasi genitore che vive nel paese, di qualsiasi estrazione sociale o etnica, riceve dei contributi trimestrali fino al compimento di 18 anni dei loro figli.
Grazie a una legge recentemente approvata, lo Stato ora dà anche una mano ai genitori nel pagamento del materiale scolastico.
Dall'esperienza di figlia e genero che ormai vivono lì da 4 anni, ho scoperto che lo studio universitario e post, sono particolarmente privilegiati. Soprattutto per gli olandesi, che hanno agevolazioni per l'alloggio, i mezzi di trasporto, quasi gratis (tutti studiano fuori casa, e l'autonomia è grandemente incoraggiata), ma anche per chi viene da altre nazioni. Chi fa un "dottorato di ricerca" ha un contratto di lavoro vero e proprio, con contributi pensionistici e ferie pagate, e stipendio rapportato al costo della vita e degli affitti (cari).
L'assistenza sanitaria di base è garantita a tutti, poi esistono "pacchetti" di costo diverso per avere diversi livelli di prestazioni, dai più specialistici ai più sofisticati.
Certo è facile essere generosi quando si è tanto ricchi come sono gli Olandesi. E sono ricchi perchè il Capitalismo, secondo alcuni, è nato qui. (Continuo la prossima puntata).

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