Per questo post mi ispiro al lavoro delle mondine, che ho visto, benchè molto giovane, al tempo di "Riso amaro" che è stato girato nella tenuta Selve, o meglio"cascina" come si diceva da noi, di proprietà della famiglia di una mia compagna di scuola. In realtà quel che ricordo io delle mondine, risale al 1956-57 circa, gli ultimi tempi, prima che sparissero "grazie" ai macchinari agricoli e ai diserbanti. Mi ricordo i camion scoperti pieni di donne che cantavano, che venivano portate nei campi. Mi ricordo la casa di accoglienza per mondine, un edificio genere casermone, vicino alla stazione. Mi ricordo i racconti della mia vicina di casa "nonna Nilla" che aveva lavorato da mondina e da bergamina (lavorante dei bovini) nelle cascine delle grange. "Quand che i omu iera nen, en temp ad'guera, ai lavurava tamm en omm, ma am pagavu la metà" Diceva la vecchia Nilla e raccontava anche delle sanguisughe che si attaccavano alle gambe, chè ai suoi tempi non c'erano ancora gli stivaloni. E le zanzare e la fatica, il caldo umido e la schiena rotta. "Pane di riso, acqua di fosso e via andare" come nella canzone che cantavano. Quello della mondina era lavoro SOLO femminile, non so perchè. Forse considerato troppo leggero o poco remunerato per un uomo. Al tempo non c'era il problema della maternità, se una mondina incinta se ne andava, se ne trovava subito un altra. Quindi il decreto sulle dimissioni volontarie, entrato in vigore col governo Prodi e subito abrogato da Sacconi, era inutile a quei tempi...Vorrei astenermi dal far politica di serie B sul mio modesto blog, ma come faccio a tacere??? Tra decreti "anti-precari" e rintuzzamenti dell'operaio-operaia nel loro ruolo succube, non ce la faccio a non dire la mia...Anche perchè non riesco a rassegnarmi all'idea di elettori cosi INGENUI, da pensare che votare un "padrun dali beli braghi bianchi" possa tutelare la loro condizione. Cosa può fare un imprenditore di successo, un paperon de paperoni straricco e padrone di mezza italia (e alitalia) se non fare gli interessi del PADRONE? O forse anche di qualche padroncino, furbetto, commerciante evasivo, et similia. Ma non certo del dipendente, né tantomeno della donna (eccetto le superfighe), né del massimo dei minimi, la spina nel fianco di ogni padrone-maschilista per eccellenza, " la donna che vuol far carriera". Ho sentito un commento sulle inequivocabili difficoltà di donna-madre, di un deficiente radioscoltatore che voleva dire la sua. La perla di saggezza è: "Una donna deve saper scegliere tra carriera e ruolo di madre: se vuole fare la madre deve rinunciare alla carriera." Tanto per cominciare sarebbe da definire cosa si intende per "carriera" per una donna, spesso infatti si definisce così il mero riconoscimento di un lavoro, anche umile, bene eseguito al pari del collega maschio con pretese" di pari trattamento". Poi mi domando perchè mai il maschio oltre al privilegio di avere prole senza fatica alcuna, né gravidanza, né parto, né pannolini, può permettersi anche di avere molti figli senza rinunce di carriera. Invece la donna per vedere riconosciuti i propri diritti deve rinunciare ai figli, e beccarsi pure l'anatema del Papa. Ci chiediamo perchè la natalità non cresce? Dove cacchio siamo? In un paese industrializzato del 2008? Purtroppo siamo al punto in cui molte, troppe donne ancora non hanno capito niente, e ritengono che la carriera si possa fare solo con le arti da etèra o con quelle di serva. Meditate voi casalinghe disperate, aspiranti veline, segretarie lungo-scosciate, basso-vitate. Nonchè voi universo di maschilisti che pestate sul tetto di cristallo con il vostro peso elefantiaco.
4 commenti:
Quando ero piccola, lo sai bene, ero femminista. Ora lo sarei ancora, ma guardandosi in giro si vede che sono proprio molte delle "femmine" che sono maschiliste e anzi, sono ben felici di sguazzare in questo mare. Per cui forse è meglio essere ego-ista, nel senso che magari mostrando quanto ciascuno di noi vale è più facile fare carriera piuttosto che battersi per delle persone che ti remano contro. E' un discorso difficile, perché di certo pensare a se stessi non è utile se la società è ormai virata verso una certa mentalità, ma ogni tanto vanno fatte delle scelte. E' sempre lo stesso discorso. La gente sputtana i medici (si può dire su internet?) e va dagli omeopati, poi gli muore la figlia diabetica e allora la società deve difenderli dagli imbroglioni. Le donne preferiscono far carriera a ciucciate invece che lavorare, ma poi vien fuori lo scandalo e siamo in una società maschilista. Cioè, quello che voglio dire è che la società siamo noi e ogni tanto le vittime non sono così tanto vittime, ma ognuno è artefice della propria fortuna, almeno in buona parte.....
Letto sull'Espresso."Luca Majocchi, fisico, 48 anni ha rifiutato la carriera ad una dimensione preferendo vivere ad alto tasso di cambiamento. Oggi è amministratore delegato di Seat Pagine Gialle,prima era ai vertici di Pirelli, di Unicredit, passando dalle sfide dell'intelligenza artificiale ai consigli di amministrazione. E dice: C'è un italia pronta a mettersi in gioco, ed una che vive di protezione e privilegi, il pericolo è che la prima scelga di andare all'estero e qui resti chi non cambia mai.." Cito questo per dire che se tutti facessero le scelte EGO-iste, senza lotte né sacrifici, la società non cambierebbe mai. Idem per le donne.
mmm..
non so, forse si creerebbero due societa`: una funzionante (eventualmente all'estero, ma chi se ne frega?) e una non funzionante che collasserebbe spegnendosi per sempre.
Per cui i buoni vincono.
Uhu!
(Maledetti buoni...)
Cioe`: forse per il bene della societa` italiana e` meglio se la gente valida stia in Italia; ma magari per il bene della societa` in generale e` meglio se l'Italia (cosi` com'e` ora) non ci sia.
E poi, voglio dir, una volta la gente abbandonava i paesetti di provincia e si spostava per realizzarsi.
Da un lato anche loro tradivano le loro origini non rimanendo li` a combattere per l'emancipazione del particolare Paese Specchiullo; ma allo stesso tempo han aiutato l'Italia a svilupparsi e si sa mai che questo sviluppo dopo 50 anni abbia trainato anche il paesetto.
Stessa roba per le donne.
Magari quando tutto il mondo avra` presidenti e primi ministri donne forse anche noi ci renderemo conto che e` possibile eleggere anche una donna.
La domanda e`: perche` in Italia un amministratore preferisce avere una collaboratrice valida in meno in azienda e tenersi piuttosto gente che la da?
Ovviamente non critico le scelte di chi preferisce una vita all'estero, dove chi vale e' valorizzato, non si puo' far sempre gli eroi. Poi se cosi' non fosse come farei io adesso a godermela qui ad Amsterdam...
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