giovedì 2 aprile 2009

Moving house in Amsterdam.

Dopo la lunga assenza dall'italia e dal blog, rieccomi qui, alla solita routine casalinga, che confesso un po' mi mancava, infatti "staccare" fa' bene proprio per questo.
Come deducesi dalla foto e dagli scatoloni, non ho fatto una vera e propria vacanza ad Amsterdam, mia figlia ha cambiato alloggio, io e mio marito l'abbiamo aiutata nel trasloco. Ho fatto la turista solo l'ultimo giorno, stancandomi ancor di più che nel fare pacchi, per passeggiare in centro e nello Jordan.
Ma la vita olandese vera non è quella da turista, per cui in un certo senso ho preferito non farla. Ho fatto la spesa come ogni massaia dutch, e ho mangiato quel che passa il convento dei "paesi bassi", ho guardato il ritmo di vita di lassù e cercato di compararlo col nostro.
Come per ogni stile di vita ci sono pro e contro, posso dire quello che mi è piaciuto e quello no.
Nel quartiere appena ai bordi del centro dove alloggiavamo, residenziale e molto servito, ho apprezzato la cortesia della gente che ad ogni piè sospinto ti augura: "Have a nice day" rivolgendosi (a chi come me ha l'aria stranger) da subito in inglese, come se gli olandesi consci della difficoltà della loro parlata vogliano mettere uno straniero a suo agio.
Al supermercato, verso le 11,30 quando andavo io, sono stata colpita da quanti papà con i bebè si occupano di questa incombenza da noi tipicamente femminile. Pare che il congedo per paternità non sia un eccezione. Poi tutti tornano a casa con i loro borsoni riciclabili a piedi o in bici. Le vecchiette come me hanno un carrellino porta oggetti che serve anche da appoggio, i più malandati hanno addirittura una poltrona-motorino guidabile come una bici sulle piste ciclabili, con la quale entrano pure nei negozi. Le barriere architettoniche non esistono. O meglio, per la verità una c'è, un'unica grandiosa anacronistica e insuperabile barriera, cioè le scale rompigambe ripide con pendenza di 90°, caratteristiche delle case in centro e non solo. Non a caso sul culmine dei tetti c'è un grosso gancio che serve a far entrare i mobili dalle finestre.
Per fortuna i condomini moderni un po' periferici hanno l'ascensore, che quando c'è, è fatto alla grande, con pure un seggiolino per riposarsi nel tragitto da un piano all'altro. Il concetto di abitazione è un po' diverso dal nostro, in genere son meno curate negli interni rispetto all'italia. Le camere da letto sono piccole, i soggiorni grandi e le finestre enormi, senza tende. Di notte si vedono gli interni illuminati e gli inquilini intenti alle loro faccende, ma solo noi stranieri ci facciamo caso.
Il bagno è separato dal WC , di cui ho già parlato in un post precedente. Anche in campagna, le casette son ben diverse dai nostri villoni pretenziosi. Minuscole e colorate sembrano di lego. Penso che la carenza di terra, strappata al mare e preziosa, sia alla base di questa "economia" di spazi per le case. La "terra" è tutta comunque utilizzata, e anche in pieno centro, davanti alle porte delle abitazioni ci sono minuscole aiuole con fiori curati (ora staripano di narcisi). Invece le strade son grandi e spaziose , c'è la pista ciclabile ma anche il marciapiede per i pedoni.
Il tasto dolente sono i cibi. Non solo nei ristoranti, quasi tutti etnici, ma anche la varietà dei generi alimentari nei supermercati. L'offerta di cibi pronti, precotti è preponderante. Grandi spazi son dedicati ai prodotti "esotici" dove vicino a "Bami goreng" o salse messicane, si trovano anche tagliatelle e lasagne.
Quello che più mi colpisce è l'asetticità delle verdure. Non un granello di sabbia o terra, nè un ingiallimento o tacca compaiono su lattughe o cespi di bietola a costa che sembrano bouquet da sposa. I peperoni o pomodori tutti UGUALI sono incellofanati ad uno ad uno. E le zucchine di taglia XXL son tanto grosse quanto sciape. I vegetali, per me che sono abituata a quelli autoctoni orticoli, sono di una tristezza e monotonia video-gustativa incommensurabile, tanto che ho fatto una dieta quasi priva di verdure. Eppure c'è un elevatissima percentuale di vegetariani. La ragione è abbastanza oscura, a parte forse il fatto che molti immigrati indonesiani o indiani portano la loro tradizione vegetariana. Anche la carne però è piuttosto monocorde, quasi solo pollo, manzo o maiale, quasi sempre pretrattati pronti alla cottura. Invece mi piace il pesce. In generale non so dire di che pesci si tratti, perchè i nomi olandesi mi lasciano così(?). A parte la famosa aringa, riconosco sogliola, merluzzo, anguilla e cozze. Queste ultime, che in italia detesto, invece qui sono buonissime e poco pesciose.
Ultima, ma non ultima chicca gradevole è stato il sole...siii, proprio mentre qui in italia diluviava, ad Amsterdam abbiamo avuto almeno 4-5 giornate di sole primaverile.

2 commenti:

Sassi a Parte di Ernestina Gallina ha detto...

Che bello, ho letto con molto interesse!
Io non ci sono mai stata, qualche anno fa siamo arrivati a Bruxelles e avremmo dovuto prendere il treno per Amsterdam, poi un imprevisto ci ha costretti a rinunciare, e da allora mi è rimasto il desiderio di visitarla!
ciao!

Unknown ha detto...

Se ti capita ancora l'occasione, ti consiglio di farlo. E' una città dai grandi contrasti, palazzi di vetro e acciaio, e casette in miniatura! La gente è simpatica e cordiale, e sebbene sia una capitale europea, si ha la sensazione di una piccolo centro raccolto. Inoltre c'è il fascino della città nordica..