domenica 15 febbraio 2009

Tempi che furono.

Io e il Festival di Sanremo siamo quasi coetanei. (Sì lui ha 2-3 anni di meno, ma ad una certa età la differenza si accorcia). Ciò è per me molto consolatorio, penso che se non è da buttare lui, forse neanche io.
Quando avevo poco più di vent'anni lo seguivo con interesse, ne è prova che ebbi perfino l'arroganza di scrivere un articolo di commento su "la Sesia" giornale locale della mia residenza di allora, Vercelli. Ho ritrovato il ritaglio insieme agli altri 5-6 articoletti che scrissi sempre per lo stesso giornale (gratis) quando sognavo appunto di fare la giornalista da grande. Chissà se posso metterli in un eventuale curriculum di giornalismo? Comunque non c'è da storcere il naso, leggo che la Sesia, definita roccaforte del libero giornalismo, fu fondata nel 1871, e vi scrissero anche personaggi famosi, come potete conrollare QUI.
A parte la nostalgia e il groppo in gola che mi è venuto ritrovando il giornale ingiallito datato 3 marzo 1970, ho riletto il mio parto di allora, cercando di essere obbiettiva, ebbene, lo stile è un po' ingenuo e ridondante, però il succo mi piace ancora, e non lo rinnego. Potrei perfino riciclarlo se avessi la costanza di sorbirmi questa prossima imminente edizione. Nell'articolo commentavo in modo che allora ritenevo moolto ironico, le apparizioni dei cantanti, da quelli ormai stradimenticati come Rosalino Cellamare e Mario Tessuto, agli ever-green Celentano e Ornella Vanoni. Pare che il presentatore fosse un certo Nuccio Costa, di cui assolutamente non ricordo nè la faccia nè nient'altro, e che ospiti d'onore fossero Ira Fustemberg (devo consultare google per scoprire chi è) ed Enrico Maria Salerno e l'attrice Florinda Bolkan. Anche i titoli delle canzoni d'allora non sempre mi rieccheggiano qualcosa. Rileggendomi scopro che vinse Celentano (in coppia con Claudia Mori) con "Chi non lavora non fa l'amore".
Canzonetta che riproposta oggi potrebbe risultare attuale, quantanche con risvolti tragicomici.
Ma quel che mi preme dire è che la mia tesi del tempo (sintetizzata nel titolo), cioè che anche i più accaniti denigratori della famosa nostra gara canora, alla fine smaniano per parteciparvi, e pure gli spettatori più schizzinosi, fingendosi disinteressati, si incollano davanti alla TV, è anch'essa quanto mai odierna. Oggi forse solo il grande fratello potrebbe rubare "audience" al Festival. E' da snob considerarlo kitch e superato, dice il conduttore di quest'anno Bonolis. Infatti sul palco di Sanremo non soffia certo aria di crisi con tutti quegli ospiti VIP che ci saranno. Finanche MINA, quasi icona dal cielo venuta a miracol mostrare. Anno dopo anno per richiamare le allodole canterine e riproporre sempre edizioni più mirabolanti dell'anno prima, gli organizzatori si affannano a chiamare premi nobel, attori seri, bellezze al bagno, celebrità.
Vabbè, sarà che a differenza del mio coevo, mi sento vecchia, ma non è nelle mie corde starmelo a guardare, anzi forse quel lontano '70 fu l'ultima mia edizione.


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