Difficile analizzare questo complesso problema, e fin troppo facile dare addosso al "padrone", o suo tirapiedi, che toglie i minuti di pausa e decide la linea dura.
Confesso che sentire parlare l'amministratore delegato del Lingotto, non mi ha scandalizzato, anzi certe spiegazioni, corredate da numeri e statistiche mi hanno convinto che qualcosa ci sia da fare e presto.
Cosa e come, non saprei, se lo sapessi mi riciclerei subito come manager di una grande azienda.
Però vorrei ricordare come negli anni addietro, quando Fiat aveva l'egemonia delle vendite ed era all'apice, i sindacati organizzavano scioperi a catena e ottenevano sempre qualche vantaggio. Erano gli anni delle rivendicazioni salariali selvagge da parte di trasporti e altre categorie "forti". Un laureato appena assunto guadagnava meno di un operaio, e a volte ci si domandava se era stato conveniente laurearsi (perché non si sapeva quanto di peggio ci aspettava!). Bisogna quindi prendere atto che i tempi sono cambiati e sono brutti per tutti, il lavoratore Fiat avrà solo 1100 € di paga, ma il lavoro ce l'ha e se lo perde ha gli ammortizzatori, un insegnante o un ricercatore hanno salario circa uguale, sono precari e se perdono quel posto sono a zero.
Tutta l'organizzazione del lavoro andrebbe rivista e riformata, bisognerà rimboccarsi le maniche e prepararsi a lacrime e sangue, perché è purtroppo vero che l'Italia non è più competitiva né in europa, né tantomeno fuori. Le verità uscite come pietre dalla bocca di Marchionne non vanno sottovalutate, ormai la resa dei conti è vicina. Sicuramente gli sforzi devono essere da entrambe le parti, è ingeneroso confrontare la produzione polacca a quella italiana, se l'indice di produttività e calcolato sul rapporto salario/produzione, ovviamente non mi pare bello allinearci alle peggiori condizioni lavorative. Se poi in Germania e Francia le cose vanno meglio che da noi, sarebbe semplicistico addebitarlo solo al maggiore assenteismo dei nostri operai.
Non ho sentito Marchionne parlare di investimenti in ricerca e sviluppo, e questo purtroppo mi dispiace, questa infatti mi sembra l'unica strada percorribile anche se con risultati a lungo termine. Non ho neppure sentito parlare di rigore nei controlli di qualità del prodotto. Dovendo scegliere tra Fiat e altra auto, a parità di prezzo, sapendo per esperienza che la prima dopo qualche mese perde colpi o pezzi, cosa scegliereste?
E se non innoviamo e puntiamo su qualcosa di eccellente, come possiamo competere con la mano d'opera di cinesi e indiani?
Batterò sempre sullo stesso chiodo, ma puntare maggiormente sui cervelli che sulle braccia alla fine potrebbe essere una mossa vincente i cui benefici ricadrebbero su tutti.
2 commenti:
Figo. Son d'accordo.
In particolare per il giudizio su Marchionne (gli investimenti sulla ricerca non servono: facciamo già le scarpe più belle del mondo ;-) ).
Vero è che se non fosse stato per i prestiti dello Stato, ora non ci sarebbe nessuna FIAT per lui da amministrare. Del resto non è colpa sua, tanto più che dice di averli saldati questi debiti. E poi era ora che la FIAT si privatizzasse finalmente, no?
Evviva, hai vinto un premio per aver lasciato il primo (e unico) commento! Lusingatissima :))
Non solo facciamo le scarpe più belle del mondo, ma anche le cravatte, anche se la stella made in Italy nell'alta moda si sta appannando, pure quella. E poi dove metti le sedie?
Son d'accordo che senza i prestiti dello stato ora la Fiat sarebbe già sparita. Evidentemente non sono stati usati oculatamente, ora l'azienda va privatizzata e anche risanata.
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