sabato 12 luglio 2008

Animal farm.


Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.
A 7 anni ho letto la versione a fumetti di questo capolavoro della letteratura anglosassone, La fattoria degli animali che è un’allegoria della dittatura, con chiarissimi riferimenti al comunismo di Stalin. Allora non ci capivo molto, ma il finale, col cavallo Bonafede portato al macello da quei porci cattivi, mi faceva sempre piangere. Darei non so cosa per ritrovare questo giornaletto, distribuito non so da quale casa editrice, ne da chi curato. Pizzetto, Mustacchione Bonafede, e gli altri animali hanno colpito la mia fantasia e ho imparato a disegnare riproducendo quelle immagini.
Nel romanzo di Orwell si racconta di come gli animali di una fattoria, capeggiati dai maiali, si ribellano allo schiavismo imposto dall’uomo e conquistano con la forza il governo della fattoria. Dopo aver stabilito la costituzione, basata su principi di uguaglianza e civiltà, i maiali diventano i capi del governo; ma pian piano si trasformano in dittatori, i quali riscrivono le leggi man mano che impongono la loro volontà, per poter giustificare il loro operato. L’ultima legge riscritta era proprio quella sull’uguaglianza di tutti gli animali, la più importante di tutte: per giustificare il loro comportamento criminale, i maiali aggiungono a «Tutti gli animali sono uguali» la frase «ma alcuni sono più uguali degli altri.»

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