domenica 4 maggio 2008

Cucina molecolare e biosensorialità da gourmet. Parte I°


Durante 2 settimane di gelo polare, a Padriciano, dove gli iceberg non si sciolgono mai, tale è la primavera quassù, mi sono beccata un raffreddore super, che mi ha tolto completamente l'olfatto. Non so se qualcuno dei miei lettori ha mai provato questa sgradevole sensazione: tutto il mondo pare ovattato in un "silenzio" olfattivo, molto sgradevole. In una frenetica compulsione ipocondriaca, sfogliando wiki e googolando, ho scoperto che non è una condizione infrequente e talvolta per certe patologie è irreversibile...che tragedia! Si perdono molte sensazioni importanti di cui non ci rendiamo conto, come di tutto ciò di cui non sentiamo la mancanza fino a che non l'abbiamo perso. Niente profumo di caffè al mattino: solo una brodaglia calda-amara. Niente interesse a lavarsi e profumarsi, tanto non si sente l'esalazione delle proprie ascelle. Niente repulsione per frugare nelle scovazze, che sono solo un'accozzaglia di rifiuti in un sacchetto, entrando in bagno non si può capire se il coniuge ha mangiato o no gli asparagi. Anche il cane diventa un insulso peluche privo del suo sano odore di cane bagnato, o asciutto, secondo il tempo. Il cibo sembra tutto insapore e sciocco...e proprio questa storia del cibo (per me fonte di gioia e dolori), mi ha indotto a fare alcune riflessioni, e cioè a cosa sarebbe alimentarsi senza le percezioni sensoriali multiple che accompagnano la visione di un boccone, l'introdurlo in bocca, masticarlo sentendone la consistenza sotto i denti e sulla lingua, assaporare l'amaro, il dolce , il salato o l'aspro, (i 4 sapori fondamentali percepiti dalle papille gustative) e soprattutto sentire il profumo e il retrogusto che si sprigionano e colpiscono i recettori dell'olfatto. Tutti e 5 gli organi sensoriali sono implicati nell'atto di mangiare. Sì, anche l'udito, perchè proprio oggi ho letto uno strabiliante articolo che mi ha dato conferma su questa scoperta dell'acqua calda, di cui mi credevo geniale ideatrice: la questione dei 5 sensi legata alla degustazione dei cibi. Pare che nel settore "Science & Research"della Nestlè stiano creando cibi su "misura" per ogni esigenza, sia salutare che degustativa, creati chimicamente o quasi, e l'approccio sia basato sulla sperimentazione di volontari, con marchingegni fantascientifici, tipo un affare che spara qualcosa nelle cavità orali e retronasali della "cavia umana" e con uno spettrometro di massa ultrasensibilile misura le reazioni del soggetto. Oppure il "crostimetro" che capta il rumore dello sbriciolamento di un biscotto o cornflakes. Il tutto per generare cibi che abbiano la consistenza, il gusto, il rumore, il profumo di quello che non sono. Nei laboratori della Nestlè, sembra ci siano al lavoro schiere di biologi, chimici,ingegneri, e.. fisici (pensateci!), provenienti da diversi paesi, dediti a capire, dirigere e anticipare gli appetiti globali. Scandalo? Non direi, se uno decide di sfogliare qualche rivista "IN" di gastronomia da èlite, le novità si snocciolano a suon di azoto liquido, sottovuoti e sifoni generanti spume che hanno sapore di una cosa, ma apparenza di un'altra. Oggi il trend è che sia "del cuoco il fin la meraviglia" e quindi se io decido di fare una cena in linea con i tempi, devo riprendere il camice appeso al chiodo, e mettermi in laboratorio (oops...volevo dire cucina) per sfornare una "sindone" di bistecca su cialdone di pane azzimo, con contorno di foglie di rosmarino aromatizzate alla vongola, su crema di soia al panforte di siena. Ma non si tratta solo di una moderna follia, nella prossima puntata farò una dotta disquisizione sull'argomento.

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