martedì 11 novembre 2008

Obama c'est moi.


Mi è stato contestato di dissertare su di un tema piuttosto univoco (Silvio). Cercherò di cambiare argomento, potrei parlare dell'orticoltura carsica. Un autunno molto mite favorisce sul carso coltivazioni inusuali, verdure tipicamente del centro-sud come cavolfiori e broccoli. E poi? Forse mi potrei dilungare sulle ricette a base di rape, raperonzoli e cime di rapa. Sono verdure dietetiche, poco caloriche e punto invitanti. Quindi dato che devo mettermi a dieta e non posso perciò spaziare nelle ricette che mi sconfinferano, e poichè il giardinaggio autunnale è piuttosto limitato, dalla raccolta di foglie secche per la pacciamatura, alla messa in riparo delle piante delicate, volendo tener fede agli argomenti che mi ero prefissata: giardinaggio, botanica, gastronomia e politica, ben poco mi rimane....
ERGO lasciatemi sfogare: darò solo un carattere più generale al mio sfogo, e non nominerò mai l'innominabile.

Me la prendo oggi con il qualunquismo dilagante e colpevole dell'italiano medio. Ho ancora bene in mente le parole del mio prof. di storia e filosofia. Eravamo nell'anno scolastico 1964-65, ancor lungi dal '68. Al tempo le mie priorità erano: il compito di greco, la pagella, le doppie punte, le festicciole della classe a cui non ero mai invitata. La politica certo non mi interessava, e anzi mio padre mi aveva inculcato che era un campo minato. Questo prof. di nome proprio faceva CELSO e noi studenti lo avevamo soprannominato, manco a dirlo, CESSO. Era un parolaio, forse non era nemmeno tanto bravo, ma aveva il dono dell'affabulazione con cui ci rapiva nel raccontare eventi storici ed enunciati filosofici.
Un giorno la lezione scivolò sui temi dell'allora malgoverno, e le parole che mi colpirono e stravolsero un po' il mio sentire di 17nne, riguardavano il difetto principe dell'italiano, la sua "furbizia" e il suo voler fregare lo stato. Con la consueta eloquenza il Celso ci spiegò perchè in democrazia ciò non funziona, e come invece se l'uomo di strada si fosse sentito egli stesso "lo stato" di cui far parte, le cose sarebbero andate molto meglio. Era un concetto banale ed elementare, ma non mi ci ero mai soffermata e mi colpì, al punto da ricordarlo anche oggi, e (purtroppo) trovarlo ancora molto attuale. Quando sento le lamentazioni di chi si vanta di non andare più a votare, e di chi dice, tanto sono tutti uguali, e non possiamo farci niente, proprio questo mi fa' arrabiare di più. Perchè invece potremmo fare molto, e mi ci metto anch'io nel mucchio. Io per esempio potrei fare molte cose per l'ambiente che non sto ancora facendo, un po' più di economia sull'energia e un po' di migliorie nel differenziare la spazzatura, che a volte mi scappa. Potrei andare a firmare per il referendum contro il lodo Alfano(vedi post), e potrei non farmi tentare dal desiderio di mettere un casottino degli attrezzi abusivo in giardino, con la scusa che tanto in meridione di abusive fanno le ville mega, altro che casottini. Non nego che la tentazione di non fare sempre la parte del "fesso" è forte, ma poi penso che non si ha diritto di protestare se si hanno nei sulla coscienza civile. Perciò continuerò ad andare a votare, sperando in una stagione più ridente, e se la sinistra non è proprio come la vorrei, allora mi dico...che forse anch'io non ho fatto abbastanza per cambiarla. Non sempre c'è un Obama che cade dal cielo come "Deus ex machina", gli Obama siamo noi.

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