Pasqua di pioggia: giornata ideale per iniziare un blog. Dopo molti ripensamenti, (lo faccio, non lo faccio? è una forma di auto-incensamento? è uno scriversi addosso?), alla fine ho deciso per il blog.
In fondo è solo una specie di diario, un moleskine in formato elettronico, e da quando avevo 10 anni ne tengo uno, quindi ora è giunto il momento di dare una svolta di modernità anche agli appunti.
Quindi lo faccio ora, in primis perchè ormai a 60 anni (verso i 61), non temo più le critiche e le disapprovazioni, poi perchè sono in pensione da pochi giorni e devo pensare a riempire i tanti spazi che mi si vanno creando, infine perchè così posso condividere con qualcuno pensieri e opinioni, senza uscire dall'isolamento fisico dove sono confinata: quassù sul carso, all'estremità orientale d'italia da dove la pigrizia e la scarsa forma fisica mi relegano. Per oggi basta.
1 commento:
Rileggendomi mi rendo conto di non aver spiegato perchè ho dato questo titolo. Rimedio subito. Il confine può essere inteso come luogo fisico, perchè dove vivo, a Padriciano, il confine sloveno è vicino. Parlare di questo non ha più molto senso perchè da pochi mesi, il confine "fisico" è stato abolito. Naturalmente esiste ancora invece un confine di lingua, abitudini e modo di vita. Esiste poi un confine molto più sottile e interiore, ed io mi riferivo a quest'ultimo: quello cioè che delimita due periodi di vita, ad esempio per me ora, tra vita attiva nella società e cosiddetta quiescenza.
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