
I pacchi disfatti, i nastri stropicciati, gli avanzi del banchetto natalizio, tutto concorre a far sorgere la malinconia del giorno dopo, anche se non ai pericolosi livelli del "day after" S.Silvestro.
Il capodanno o primo dell'anno è una giornata nefasta, ancor oggi, benchè da tempo immemore io non sia più dedita a cenoni nè veglioni fino all'alba, mi ritrovo sempre a bere un brodino in cucina, col cerchio alla testa, mentre la TV trasmette quell'odioso valzer di Strauss in diretta da Vienna, e il cane ulula e guaisce tremante per l'ultimo botto che qualche indomito continua a far espoldere di fuori. Il primo dì dell'anno inizia così, associato a nausea ed emicrania da poco sonno e digestione pesante da accumulo, e si trascina per un lungo tedioso pomeriggio tra poltrona e divano.
Inoltre c'è il solito bilancio consuntivo dell'anno passato e il poco credibile piano correttivo per l'anno a venire, che la tua coscienza fa quasi a tua insaputa: 1) dieta, ma prima c'è da finire la provvista festiva di cibi prelibati di cui ho zeppo il frigo, 2) tanta cyclette, che ora è in cantina per far posto all'albero di natale 3) niente più dolci e cioccolatini...proprio adesso che ne ho la dispensa piena grazie agli originali regali dei solleciti amici 4) letture impegnate per tenere in esercizio quei pochi neuroni rimasti, ma prima devo finire i gialli appena comprati 5) riordino teutonico della cantina ed eliminazione globale della paccottiglia scampata ai traslochi, ma bisogna trovare il momento buono, scevro da tristi rimembranze autocommiserevoli.
E quest'anno c'è pure il ritorno dell'incubo dei compiti a casa. Il prof. d'inglese ci ha dato gli esercizi per le vacanze e mi sa che li farò la sera dell'epifania...E' bello però accorgersi che da 50 anni a questa parte non è cambiato poi molto nella mia vita...